007 fa più effetto, ovviamente, ma in realtà la poltrona destinata a Marco Carrai, imprenditore e amico fidato del premier, non sarebbe quella di responsabile del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza né di responsabile di una nuova struttura interna ai dipartimenti di sicurezza di palazzo Chigi. Si tratterebbe più di una super consulenza. Ed evolve così, dunque, la notizia dell’imminente nomina di Carrai a palazzo Chigi che ha preoccupato tanto le opposizioni quanto la minoranza dem, che da Roberto Speranza («Non posso immaginare che venga affidato un incarico così delicato al miglior amico del premier») a Miguel Gotor («È un segno di debolezza, dimostra di non fidarsi di nessuno») ha chiesto chiarimenti al premier e segretario Matteo Renzi.
Il Movimento 5 stelle ha interessato dal caso il Copasir e Sinistra Italiana, invece, ha portato il governo in aula a riferire dell’indiscrezione stampa lanciata dal Fatto Quotidiano. A rispondere all’interrogazione è andata direttamente Maria Elena Boschi, al posto di Angelino Alfano che si è sfilato, lasciando a Boschi il compito di difendere ancora una volta Matteo Renzi dalle polemiche sul ruolo del Giglio magico fiorentino.
È stata proprio Boschi, senza negare l’idea della nomina, a palesare l’opzione della consulenza: «La legge di stabilità» ha detto il ministro, «prevede un fondo di 150 milioni per rafforzare la prevenzione nel campo della sicurezza informatica e cibernetica, collegata ai fenomeni di terrorismi internazionale e il Copasir sarà reso edotto sulla destinazione di queste risorse». E se pure «non si prevede alcuna modifica del quadro normativo di riferimento per i servizi di sicurezza», quindi non si inventerà nessuna nuova apposita agenzia né si appalteranno ai privati servizi così delicati, «il governo», dice Boschi, «ha facoltà di avvalersi di consulenze di carattere tecnico». Il deputato di Sinistra Italiana Arturo Scotto nella replica si è detto insoddisfatto: «La nostra domanda era precisa: poneva la questione della nomina come consulente o come responsabile dell’imprenditore Carrai. Lei non ha risposto». Ma risponderà, ha assicurato Boschi, che ha infatti anche detto che il governo qualora procedesse alla nomina, «provvederà a rispondere celermente» a nuove interrogazioni. Boschi ha comunque chiarito che il governo il referente per la sicurezza «è stato, è e sarà il senatore Marco Minniti».
Scotto nella replica ha ricordato uno degli argomenti usati dalle opposizioni, in questi giorni, dai 5 stelle a Forza Italia: il conflitto di interessi che avrebbe Carrai che da imprenditore è socio e fondatore di Cys4, una società che si occupa proprio dell’elaborazione e dell’analisi di dati, di software e consulenze informatiche. La polemica sul conflitto di interessi, peraltro, investirebbe Carrai anche su altri temi, anche se finisse ad occuparsi di altro, senza diventare uno 007 sia pure da consulente: i suoi molti interessi economici rendono facile l’argomento. Tra le aziende di cui è socio, sempre nata da poco, c’è infatti, ad esempio, anche la K Cube fondata per investire nel campo biomedicale. Con Carrai, tra i fondatori, ci sono Aberto Bianchi e Fabrizio Landi. Bianchi, già presidente della Fondazione Open, cassaforte renziana, è stato nominato da Renzi nel Cda dell’Enel. Landi invece nel Cda di Finmeccanica.