Prime condanne per i protagonisti di mafia Capitale. Il Giudice per l'udienza preliminare, Alessandra Boffi, ha inflitto 2 anni e 2 mesi a Daniele Ozzimo, ex assessore Pd alla Casa della giunta Marino, e 2 anni e 4 mesi di reclusione all’ex consigliere comunale di Centro democratico Massimo Caprari. Entrambi accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Anche Gerardo e Tommaso Addeo, ex collaboratori di Luca Odevaine, il colletto bianco al centro dell'inchiesta, sono stati condannati per lo stesso reato: un anno e dieci mesi di carcere a testa. Altra condanna per Paolo Solvi, due anni e due mesi per l' ex braccio destro di Andrea Tassone, già presidente del municipio X, cioè Ostia. Tutti questi imputati avevano scelto il rito abbreviato, per questo hanno usufruito dello sconto di un terzo della pena.
Secondo l'accusa, Ozzimo avrebbe preso una tangente da ventimila euro ottenendo anche l'assunzione di un'amica presso il Bioparco. Il politico, secondo i magistrati, avrebbe garantito, come contropartita, l'aumento degli stanziamenti per gli appalti ad Ostia. Lavori, poi, finiti alle cooperative di Buzzi. Gli avvocati che lo difendono hanno annunciato che ricoreranno in appello.
Per l'ex assessore i pm hanno invece chiesto l'assoluzione relativamente all'accusa di corruzione per asservimento della posizione. La richiesta è scaturita dopo che gli avvocati e magistrati, su indicazione di Salvatore Buzzi, hanno riascoltato la ormai nota intercettazione in cui il ras delle cooperative avrebbe detto «Gli unici seri lì che pigliano soldi so’ Ozzimo…». In realtà nella prima trascrizione mancava una “'n”: l'imprenditore infatti aveva detto al suo interlocutore «Gli unici seri lì che ‘n pigliano soldi so’ Ozzimo…». Un errore riportato nell'ordinanza di custodia cautelare e quindi finita anche sui giornali.
«Me lo aspettavo. Si sa come vanno a finire queste cose in questo Paese...», ha commentato Ozzimo, subito dopo la sentenza, che ha già scatenato le opposizioni e gli avversari del Pd. In particolare le reazioni del movimento Cinque stelle non si sono fatte attendere.
A parlare per primo è stato Alessandro Di Battista che ha così risposto alle accuse mosse dal Pd sul sindaco di Quarto e ai presunti voti della camorra: «Proprio oggi, mentre il Pd fa partire l'ennesima macchina del fango contro il M5S, viene condannato Ozzimo per mafia Capitale», ha scritto il deputato, che ha aggiunto: «Che pena, hanno favorito la crescita di fenomeni mafiosi nella capitale, candidano condannati ovunque, hanno salvato dall'arresto il senatore Ncd Azzollini, fanno leggi anti-corruzione che di anti hanno solo il nome e ancora parlano».
Oltre ai riti abbreviati, è arrivata la decisione del gup sui 4 patteggimenti: due anni e otto mesi per Francesco Ferrara, due anni e sei mesi per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, oltre alla confisca di 400mila euro. Tutti ex dirigenti della cooperativa ’La Cascina”, braccio economico di Comunione e liberazione. Erano accusati di concorso in corruzione nei confronti di Luca Odevaine, la mente del "Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale”, che tutto poteva e che tutti cercavano per accreditarsi nel sistema dell'accoglienza dei migranti.
Secondo la tesi dei pm accolta dal giudice, Odevaine ha ricevuto dai quattro manager «la promessa di una retribuzione di 10mila euro mensili, aumentata a 20mila dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile del 2014 relativo all’appalto per la gestione del Cara di Mineo». Con lo scopo di creare le condizioni per assegnare i flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo La Cascina.
Odevaine ha ricevuto i soldi in tre anni, dal 2011 al 2014, direttamente e in parte tramite i suoi collaboratori: Gerardo e Tommaso Addeo, condannati con Ozzimo nel rito abbreviato, che «curavano la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l’ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle società riferibili a Odevaine».
Proseuge intanto il processo madre sul “Mondo di mezzo” che vede alla sbarra 47 persone, tra capi, gregari e imprenditori dell'organizzazione gestita dal “Nero”. Il 23 marzo invece inizierà il dibattimento per l'ex sindaco Gianni Alemanno, accusato di aver preso mazzette dal gruppo di Carminati, che, secondo la procura di Roma, ha piegato Roma a colpi di mazzette.
Attualità
7 gennaio, 2016Prime condanne nell'ambito dell'inchiesta su Massimo Carminati. Due anni e due mesi per Daniele Ozzimo della giunta Marino che è stato giudicato con il rito abbreviato. Mentre quattro dirigenti della cooperativa bianca "La Cascina" hanno pattegiato la pena
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