Elmetto in testa, bandiera israeliana sul petto, carrarmato sullo sfondo: è a suo agio in tenuta militare Netanyahu, sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso, dedicata a “Le guerre di Bibi”. Dentro il giornale, Federica Bianchi preannuncia “la grande spartizione” progettata da Putin, Trump e Netanyahu, tagliando fuori l’Europa e giocandosi cinicamente la pelle dell’Ucraina e di Gaza: strategia che però è sconfessata dall’ex capo della Cia, l’influente David Petraeus (la via della pace, spiega a Chiara Boletti, passa dal sostegno a Kiev). E che prevede anche una nuova pericolosa alleanza del capo di Israele che, dopo aver finanziato l’ascesa di Hamas, stringe ora accordi con il capo di una milizia jihadista di Gaza: un patto confermato dal diretto interessato, Yasser Abu Shabab, in un’intervista a Jacopo Mocchi. 

 

Lo scrittore Mohammad Tolouei intanto racconta ad Angiola Codacci-Pisanelli il punto di vista degli iraniani sull’attacco annunciato di Israele. E mentre Erdogan approfitta della distrazione dell’Occidente per stringere la morsa sull’opposizione (di Matteo Giusti), Giorgia Meloni fa esercizi di equilibrismo per sostenere Trump senza perdere del tutto la faccia in Europa (di Giuliano Torlontano). Si concentrano sul tema di copertina molti editoriali: il direttore Emilio Carelli critica «la strategia del conflitto permanente» cavalcata da tempo da Netanyahu, Enrico Bellavia invita a tenere comunque gli occhi fissi su Gaza anche se Israele con l’attacco all’Iran cerca una strategia dell’oblio. (Negli Usa intanto, ricordano Manuela Cavallari e Donatella Mulvoni, Trump continua la sua cinica battaglia diversiva contro i migranti). Gli autocrati del mondo decidono le nuove tappe della “guerra mondiale a pezzi” per mantenere il potere, commenta Massimiliano Panarari, mentre Sebastiano Messina sottolinea la surreale irrilevanza del nostro paese, paradossale isola felice nel crescente caos mondiale. E Giuseppe De Marzo presenta la manifestazione organizzata per sabato 21 dalla Rete dei numeri pari, contro ogni guerra e ogni riarmo, e contro il genocidio dei palestinesi.

 

In Italia intanto Meloni e Salvini fanno il gioco delle tre carte con le promesse di diminuire le tasse (ne scrive Gianfrancesco Turano) mentre la Guardia di Finanza continua a scoprire i trucchi degli imprenditori per truffare lo Stato sfruttando crediti fiscali inesistenti (di Carlo Tecce). Carlo Cottarelli torna su un tema sempre caldo: le aziende a partecipazione statale, una giungla senza soluzione. Sul fronte politico, intanto, continua il braccio di ferro per il terzo mandato: Sergio Rizzo ricorda gli espedienti usati in passato dai governatori di varie regioni, Marco Antonellis bacchetta il “Sor Tentenna” Salvini, e Susanna Turco racconta la “vita da candidato ombra” di Roberto Fico, candidato della Campania in pectore se Vincenzo De Luca fosse costretto a rinunciare alla poltrona.

 

Diversi articoli fanno il punto sul difficile cammino della tutela dei diritti: dalle persone trans (ne parla con Emanuele Coen la fumettista Fumettibrutti) al fine vita (di Felice Florio), fino all’aborto, su cui allungano le mani i comitati Pro Vita (lo denuncia Alice Dominese dal Piemonte). Anche il cibo sano a scuola è un diritto: Marco Roberti racconta la campagna di Coldiretti per i menu a chilometro zero. Franco Corleone intanto festeggia una sentenza della Corte Costituzionale che è uno schiaffo a chi ha nostalgia dei manicomi, e Diletta Bellotti, a margine delle polemiche su Venezia “affittata” per il matrimonio di Jeff Bezos, ricorda che il Medioevo è finito: oggi le città sono di tutti, non del primo miliardario disposto a sborsar quattrini. Paolo Biondani aggiunge un tassello all’inchiesta sull’aereo di Ustica, colpito da un caccia americano, mentre Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti, in un’intervista ad Anna Dichiarante suona l’allarme riguardo alla libertà di stampa, che è in pericolo anche nel nostro Paese.

 

Questa settimana il focus sull’Intelligenza artificiale spiega come i nuovi software cambiano le aziende (di Marco Montemagno) e perché la Chiesa è sempre più interessata all’argomento (di Marco Grieco). Gennaro  Tortorelli presenta il libro di Antonio Preziosi sul pacifismo di papa Leone, mentre a papa Francesco è dedicato il volume che raccoglie le vignette di Mauro Biani (ne scrive Stefano Cipolla).

 

Il 3 luglio sarà assegnato il premio Strega, il più prestigioso riconoscimento per i romanzi italiani, con la votazione in diretta dal Ninfeo di Villa Giulia: la presidente Melania Mazzucco fa il punto con Sabina Minardi su un’istituzione che ogni anno ha la capacità di far emergere nuove voci, sia tra gli scrittori che tra gli editori, e di allargare il campo culturale oltre Roma e Milano. Dal ricco programma del Festival di Spoleto, L’Espresso sceglie l’Adriano di Rufus Wainwright (che lo racconta a Bruno Ployer) e il nuovo spettacolo di Willam Kentridge (di Francesca De Sanctis).  Beatrice Dondi si fa anticipare da Paolo Trincia la sua serie sulla morte del calciatore Denis Bergamini. E in chiusura il giornale torna ai venti di guerra del servizio di copertina, con Loredana Lipperini che ricorda il manifesto antinucleare promosso nel 1955 da Bertrand Russel e Albert Einstein, e con Martin Scorsese che a Claudia Catalli dice che gli Stati Uniti «sono sull’orlo di una guerra civile».

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Le guerre di Bibi - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

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