L'attore nella sua lunga carriera ha interpretato i personaggi più diversi, iniziando con Riccardo Cuor di Leone e conquistando la fame grazie ad Hannibal Lecter. Con incursioni in blockbuster come Mission Impossible e i super eroi Marvel

Il lungo viaggio di Hopkins, un attore la cui carriera si fonda su ritratti di uomini che reprimono le proprie emozioni e che nella ricerca ossessiva di grandezza trovano invece la follia, ha avuto inizio in una piccola cittadina del Galles. Figlio di panettieri, era un ragazzo insicuro, introverso e anche un po’ dislessico «Povero Anthony, ha la testa così grande e niente dentro», ripeteva il nonno facendo infuriare la mamma. Che lo incoraggiò a cercare rifugio nella musica: ?fu come pianista che si iscrisse al "Welsh College of Music and Drama”, dove scoprì la recitazione. Poi venne la Royal Academy of Dramatic Art, sino a che - siamo nel 1965 - il grande Lawrence Olivier lo invitò al Royal National Theatre, dove finì per allevarlo come il suo erede.

Il debutto cinematografico avvenne poco dopo, nel 1967, quando Hopkins impersonò Riccardo Cuor di Leone nel film "Il Leone d’inverno”, al fianco di Peter O’Toole e di Katharine Hepburn. Ci vollero un altro quarto di secolo e decine di altri film perché quello di Hopkins diventasse un nome familiare al grande pubblico: avvenne quando "Il silenzio degli innocenti”, nel 1991, lo vide trasformarsi in Hannibal Lecter, terrificante cannibale colto e dalla voce soave. Seguirono altri film fondamentali, come "Casa Howard” e "Quel che resta del giorno”. E "Amistad” diretto da Steven Spielberg, e "Nixon” per la regia di Oliver Stone, e "Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” per quella di Woody Allen. ?E poi film di cassetta, come "Mission Impossible” e la serie "Red” e quella ?su "Thor”, dove è Odino. «Se mi offrono un elenco del telefono da leggere, io lo leggo», diceva. «Basta che mi paghino. Quando i giovani mi chiedono consiglio, ?io dico sempre: prendete, prendete tutto ciò che vi offrono».

Intervista
"Voglio recitare finché vivo: è la mia passione": Anthony Hopkins si racconta
4/10/2016
Quando diceva queste parole, Hopkins stava promuovendo "Thor- The Dark World”. Era l’agosto del 2013 e lui era la rappresentazione caricaturale del grande attore shakespeariano arrivato a Hollywood e corrotto dai suoi riti ?e dalle sue tentazioni. Era diventato cinico, freddo, ingrato, anche un po’ antipatico. Ma in questi tre anni qualcosa è cambiato. Forse è l’età che avanza. Forse è l’influenza di Stella Arroyave, la moglie colombiana di venti anni più giovane. Forse è scattato qualcosa l’anno scorso, quando lui, ?che non era mai più tornato su un palco, ha avuto l’occasione di rivisitare ?gli anni della sua carriera teatrale girando per la rete televisiva Starz ?"The Dresser”, storia di un attore di teatro che sta perdendo la memoria. ?Lo ha girato al fianco di Ian McKellen: Hannibal Lecter e Gandalf per la prima volta assieme in un film, dopo un’amicizia durata cinquant’anni e tanti ?ricordi in comune nati sui palcoscenici inglesi.