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Cultura
dicembre, 2016

Casa Ricordi, la memoria va online

I costumi per le opere di Verdi. I Capricci ?di Paganini. E migliaia di tesori dell’antica ?casa editrice. E' disponibile? online la prima parte dell’Archivio storico

La storia del melodramma italiano entra nella Rete: l’Archivio storico Ricordi, “la cattedrale della musica”, come lo chiamava il compositore Luciano Berio, dal 5 dicembre inizierà progressivamente a esporre i suoi gioielli online, disponibili gratuitamente per tutti. Cosa succede, in pratica? Saranno messi per la prima volta a portata di clic migliaia di documenti iconografici sulla nuova piattaforma digitale www.archivioricordi.com. Una maniera per ricordare la grande epopea che va da Rossini a Puccini, ma anche le benemerenze di questa famiglia di editori, celebrati pure con la statua di Giulio Ricordi che il 26 novembre è stata collocata in Largo Ghirindelli, accanto alla Scala.

Si inizierà con oltre 13mila documenti digitalizzati e liberamente accessibili per la consultazione riguardanti bozzetti, figurini, ritratti, disposizioni sceniche, tavole di attrezzeria che vennero creati in occasione della messa in scena dei capolavori della lirica. Operazione nostalgia? Per niente, se consideriamo che le opere liriche italiane sono a tutt’oggi in tutto il mondo le più eseguite (con l’”intrusione” di quelle di Mozart, Wagner e della “Carmen” di Bizet). A questa prima immissione nella Rete seguirà, nel 2017, il Fondo epistolare, con le lettere e corrispondenze dell’editore Ricordi con gli artisti, circa 15mila pezzi. Nel 2018 sarà poi il turno delle fotografie e dei manifesti che hanno accompagnato la divulgazione di tali opere. A seguire tutto il resto dell’archivio, comprese, progressivamente, le leggendarie partiture originali. Grazie a questo uno studente di Pechino o un professore di Sydney potranno consultare i documenti della storia del Melodramma, comprendere il perché delle scelte espressive degli autori e degli interpreti. E magari le costrizioni cui i musicisti erano costretti dall’esigentissimo editore (e viceversa).

Ritratto di Giuseppe Verdi, 1892
Il portale consentirà di accedere ai documenti attraverso indici di compositori e opere, così come attraverso la ricerca libera. Le schede dei documenti saranno corredate delle immagini digitalizzate, da metadati dettagliati e link permanenti. «Il nostro obiettivo è rendere gradualmente disponibile online tutto il patrimonio custodito da Archivio Storico Ricordi», spiega il Presidente di Bertelsmann (proprietaria tedesca dell’Archivio Ricordi), Thomas Rabe. «Vogliamo raggiungere un pubblico al di fuori della comunità di musicologi, e avvicinare le nuove generazioni al mondo dell’opera e della musica classica». E il direttore dell’archivio storico, Pierluigi Ledda: «La raccolta iconografica, la prima a essere resa disponibile online, racconta la genesi delle grandi opere liriche italiane e rappresenta un tassello fondamentale per comprendere l’industria creativa forgiata da Ricordi nell’Ottocento».

L’Archivio Storico Ricordi ospita circa 7.800 partiture originali per più di 600 opere, quasi 10mila libretti, una vasta collezione di disegni di scena e costumi colorati in gran parte usati per prime mondiali, oltre alla completa corrispondenza commerciale della società Ricordi dal 1888 al 1962, che fornisce spunti di enorme portata sul modo di lavorare e di pensare dell’industria culturale dell’epoca. Un piccolo ripasso storico per i neofiti: la casa editrice Ricordi, fondata a Milano da Giovanni Ricordi nel 1808, ha influenzato la storia culturale d’Italia e d’Europa. Ha pubblicato le opere dei cinque più grandi compositori lirici italiani - Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini. Fin dall’inizio, tutti i documenti della società sono stati meticolosamente archiviati. Si tratta non soltanto di opere, ma anche di musica da camera e sinfonica. Fra le più antiche quelle del “Ciro riconosciuto” di Niccolò Jommelli (del 1744) e i ventiquattro Capricci di Niccolò Paganini, le più recenti quelle di Luigi Nono e di Franco Donatoni. Inoltre un gran numero di romanze, tuttora eseguite in Italia, di Francesco Paolo Tosti e altri autori, trascrizioni, adattamenti e riduzioni, nonché una serie di testi di didattica musicale.

Mise-en-scène per l'opera Fosca di Antônio Carlos Gomes, 1873
La raccolta iconografica dell’Archivio riguarda il XIX e il XX secolo. Comprende oltre 600 bozzetti originali, per lo più della prima delle varie opere, a partire dai bozzetti di Giuseppe Bertoja per “Attila” di Verdi, fino a quelli realizzati negli anni Trenta da Nicola Benois per “La Fiamma” di Respighi. Per alcune opere esistono diverse varianti delle piante sceniche, ad esempio per “Tosca” o “Bohème” di Puccini, a seconda della grandezza del teatro previsto per la rappresentazione. Il fondo iconografico comprende anche un’importante raccolta di figurini, composta da migliaia di disegni originali di famosi costumisti. Si va da quelli per “Il Corsaro” di Verdi (1848), fino agli oltre 1.200 figurini di Alfredo Edel, tra cui quelli per le opere verdiane “Trovatore”, “Don Carlo” e “Otello” o per il “Guglielmo Tell” di Rossini.

L’Archivio vanta un’importante raccolta di manifesti realizzati tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. A quei tempi la Ricordi era una delle poche case editrici al mondo in grado di produrre manifesti di grandi dimensioni, per i quali riceveva commissioni perfino da clienti d’oltreoceano. Non si tratta solo dei cartelloni per le rappresentazioni teatrali, ma anche di manifesti pubblicitari per il Bitter Campari, il birrificio Poretti, l’acqua Uliveto, le biciclette Bianchi, i grandi magazzini La Rinascente e il Corriere della Sera. Particolarmente degna di menzione è la serie di cartelloni per il film “Cabiria” del 1914 (regia di Giovanni Pastrone), e quella per i Magazzini Mele di Napoli. Le Officine Grafiche si occupavano anche delle copertine delle edizioni musicali di Ricordi, che si contraddistinguono per la loro particolare bellezza e originalità.

Per finire la raccolta di lettere autografe che conserva documenti inviati da scrittori, cantanti e autori: fra questi i compositori Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Franz Liszt, Ottorino Respighi, Jules Massenet, Alfredo Casella, Luigi Nono; i librettisti Luigi Illica, Giuseppe Giacosa, Arrigo Boito. E l’immancabile Gabriele d’Annunzio.

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