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Tra realtà e allucinazione c’è di mezzo l’arte

'Nudo incosciente' Credit: Wellcome Library, London
'Nudo incosciente' Credit: Wellcome Library, London

Apre a Londra una grande mostra dedicata agli stati di coscienza intermedia: dai sogni ai falsi ricordi, dal coma al sonnambulismo. Un mistero umano, oscuro e affascinante

'Nudo incosciente' Credit: Wellcome Library, London
Nel mezzo tra la vita e la morte. O ai confini tra il sonno e la veglia, tra il sogno e la realtà, tra la memoria e l’oblio. Dimensioni, quelle comprese tra la coscienza e l’assenza di coscienza, tanto misteriose quanto accattivanti sia per la ricerca scientifica sia per l’interpretazione artistica.

Ed è questo il grande tema della mostra che il 4 febbraio apre alla Wellcome Collection, nel cuore di Londra. Qui incubi, sinestesie, sonnambulismo, allucinazioni, coma e anestesia trovano per la prima volta una forma visiva ed artistica.
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La mostra (titolo: “States of Mind: Tracing the Edges of Consciousness”) analizza tutti quei fenomeni che avvengono oltre la soglia della nostra piena percezione cosciente ed è stata costruita con materiale in parte inedito, come oggetti storici e studi che hanno segnato gli esordi della neuroscienza, esposti insieme a istallazioni contemporanee, film e video per guidarci nell’ignoto della mente.

La mostra sollecita domande complesse sull’affidabilità del nostro mondo interiore, raccogliendo in un’unica grande esposizione le risposte che nei secoli scienziati, psicologi, filosofi e artisti hanno cercato di dare agli stati di nebbia della nostra mente.
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“States of Mind”, spiega la curatrice Emily Sargen, esamina una gamma di diverse esperienze ai limiti della coscienza svelando le meraviglie della nostra vita interiore. E osserva i modi in cui la filosofia, l’arte ed il folklore hanno stabilito le cornici per la comprensione di fenomeni come incubi e allucinazioni. In più, mostra come la neuroscienza stia modificando le definizioni di coscienza così come riusciamo a comprenderla dagli studi di pazienti che hanno perso conoscenza o si trovano in coma irreversibile.

Heinrich Fuessli, 'L'Incubo', 1781. Credit: Trustees of the British Museum
Parte del materiale in mostra alla Wellcome Collection incute una certa inquietudine, come il demone nel dipinto “Incubo” di Johann Heinrich Füssli (1781) che incarna le credenze dell’epoca, secondo le quali gli incubi erano causati da creature malefiche che si andavano ad appoggiare (incubare) sul petto del dormiente. Gli inglesi invece creano la parola “nighmare” dallo scandinavo “mara”, un termine mitologico per indicare gli spiriti inviati a tormentare chi dorme, provocando anche sonnambulismo e allucinazioni.

Ciò che accade nei casi di sonnambulismo ha ispirato racconti di orrore come quello de “Il Gabinetto del Dottor Caligari” film del 1920, diretto da Robert Wiene, la storia di un losco individuo che tiene un sonnambulo in una bara facendolo esibire alle fiere di paese e servendosene per commettere omicidi; salvo poi scoprirsi che questo Dottor Caligari non è altro che il direttore di un manicomio, impazzito; e che tutto il racconto è il resoconto della voce narrante, vittima lui stesso di allucinazioni.

Fuori dalla fiction però, è un fenomeno reale quello che proprio in Gran Bretagna ha indotto Brian Thomas a strangolare nel sonno l’adorata moglie Christine nel 2009: l’uomo, affetto proprio da una grave forma di sonnambulismo, è stato il primo uxoricida a essere assolto dalle corti britanniche sulla base del fatto che avrebbe agito in preda a «disturbi del sonno», compiendo l’atto in preda ad «allucinazioni a occhi aperti».

Le vicende di vittime di incubi o esperienze di pazienti intrappolati in uno stato di paralisi ipnagogica (in cui la mente è quasi perfettamente sveglia e cosciente mentre il corpo resta paralizzato) sono quelle raccolte dall’artista Carla Mackinnon nel video istallazione “Squeezed by the shadows” proiettato alla Wellcome Collection, da non perdere. Ma anche quando siamo svegli e lucidi siamo davvero sicuri che ciò che la nostra mente ricorda corrisponda alla realtà di fatti davvero accaduti? Per provare a rispondere, ecco il progetto scientifico dell’artista Alasdair Hopwood intitolato “False Memory Archive” in cui vengono raccolte esperienze personali di individui con i loro resoconti, vividi e dettagliati, di eventi che invece non si erano mai verificati.

Spesso sono traumi e incidenti a strapparci dalla condizione lucida, ma anche quando siamo privi di coscienza non è detto che siamo del tutto assenti. La risonanza magnetica funzionale ha rivelato tracce di funzionalità cerebrale in pazienti in stati semi-vegetativi e una sessione della mostra londinese è dedicata proprio alle implicazioni e ai dibattiti etici relativi.

La mostra alla Wellcome Collection resterà aperta fino al 16 ottobre.

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