Pronto chi truffa? - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Le truffe telematiche aumentano, cambiano pelle, si incattiviscono. E se ieri erano considerate un rischio per i più anziani e i meno abituati alle nuove tecnologie, oggi colpiscono tutti. “Pronto, chi truffa?” è il titolo del nuovo numero de L’Espresso. Dove Giusy Franzese, con un’inchiesta e un’intervista a un esperto di cybertruffe, fa il punto su una piaga criminale che ha colpito vip come Massimo Moratti e addette ai lavori come la giornalista specializzata in digitale intervistata da Alessandro Longo, o la collega de L’Espresso Federica Bianchi che confessa: «Ci ho messo mesi per perdonarmi l’errore». Perché i ladri non potrebbero fare nulla se non riuscissero a farsi aiutare della vittima, spiega a Longo il capo della polizia postale Ivano Gabrielli. E la stessa rete che ci ha dato tanto, scrive il direttore Emilio Carelli nel suo editoriale, rende tutti fragili. Specialmente chi pensa: «A me non capiterà mai».

 

Un altro problema che riguarda tutti è l’aumento delle bollette: ma perché l’energia elettrica costa tanto, malgrado l’apertura dei mercati? Lo spiega Gloria Riva, che firma anche un resoconto dello scaricabarile tra i politici. Sergio Rizzo rivela che una commissione interna istituita da Salvini accusa il ministero di scarsa manutenzione e i pochi controlli sulla rete autostradale: un’ammissione di colpa tenuta ben nascosta e scaricata comunque sui governi precedenti. Un’altra inchiesta, di Federica Delogu e Marica Fantauzzi, mette a fuoco un triste record italiano: quello dei carcerati che hanno più di 65 anni. Erica Manna invece annuncia un progetto che affida alla supervisione di un tutor i migranti che a 18 anni escono dalle comunità e si trovano abbandonati a loro stessi.

 

Il governo intanto si regge a stento in equilibrio tra Eu e Usa: Giuliano Torlontano spiega i problemi con Bruxelles, Carlo Tecce analizza il rapporto con Macron, Sebastiano Messina sottolinea il rischio di isolamento per il Paese. Si avvicinano le elezioni per il sindaco di Genova: Susanna Turco firma un ritratto di Silvia Salis, candidata del “campo largo” che unisce tutto il centro sinistra,  mentre Gianfrancesco Turano fa i conti delle grandi opere ferme al palo e del debito pubblico fuori controllo. Enrico Bellavia ricorda la strage di Capaci spiegando perché per il governo è più comodo trascurare Falcone che fare i conti con la sua eredità; Giuseppe De Marco invita tutti in piazza il 31 maggio contro il decreto sicurezza; Loredana Lipperini sottolinea che è importante denunciare le invasioni di campo del ministro Giuli contro la libertà di critica. E Beatrice Dondi punzecchia gli ex politici che cercano una nuova vita nei reality, «dove almeno qualcuno li televota».

 

Nelle pagine di economia Federica Bianchi mette a fuoco un fenomeno inquietante: l’ereditocrazia, che ha rotto l’ascensore sociale in tutto l’Occidente. Tito Boeri lo conferma ad Anna Dichiarante, misurando il peso crescente delle disuguaglianze che schiacciano i giovani italiani. L’Unione europea, ammonisce Carlo Cottarelli, è il fanalino di coda nella corsa mondiale all’Intelligenza artificiale. Quest'ultima, rivela Marco Montemagno, mentre siamo al lavoro prende sempre più l’iniziativa all’interno dei nostri computer. Sul fronte dell’edilizia, invece, Angiola Codacci-Pisanelli fa il punto sulla case ecologiche: per migliorare l’efficienza e diminuire i costi, oggi prendono sempre più ispirazione dalla natura.

 

Quanto stanno guadagnando Donald Trump e i suoi famigliari grazie a contatti, favori e decisioni controverse? Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni fanno i conti di un conflitto d’interessi colossale. Antonella Napoli rivela che Mario Paciolla, il cooperante ucciso cinque anni fa in Colombia, aveva scoperto complicità di militari e membri della missione Onu in diversi omicidi. Dalla Striscia di Gaza arriva invece, raccolta da Gennaro Tortorelli, la testimonianza di un medico che lavora a Gaza, circondato da distruzione, mancanza di medicinali e malnutrizione che hanno dimezzato l’aspettativa di vita dei gazawi. E Franco Corleone risponde alla chiamata di correo di una recente copertina de L’Espresso, “Siamo tutti complici”, ritornando alle radici di Israele, figlio di un progetto nato ben prima dei sensi di colpa occidentali per la Shoah.

 

E L’Espresso chiude in compagnia di Jhumpa Lahiri (intervistata da Caterina Bonvicini), e Cecilia Bartoli (di Annalisa Rinaldi), mentre Mario Martone racconta a Fabio Ferzetti il suo film “Fuori”, in concorso al festival di Cannes. L’Arabia Saudita punta sull’arte (ne scrive Laura Silvia Battaglia di ritorno da Gedda), la fotografia mette al centro disuguaglianza e diritti negati in tutto il mondo (lo spiega Tiziana Faraoni presentando il WeWorld Festival di Milano). Per finire con due ritratti inediti del nuovo Papa raccontato a Stefano Maria Paci da chi lo ha conosciuto bene: un agostiniano che lo ha visto all’opera nella gestione dell’ordine di cui entrambi fanno parte e un religioso che ha lavorato con lui nella «amata diocesi di Chiclayo».

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