Dopo aver detto il peggio di tutto su donne e immigrazione ed essere stato condannato come si conviene, Trump si conferma politico nato perché, a ben guardare le sue scelte familiar-coniugali, non ha fatto altro che recitare un copione dicendo un mucchio di balle spaziali. Tanto per cominciare: di immigrate - altro che muro - ne ha sposate due sulle tre che ha impalmato, slave entrambe e non della specie più mite. E se qualcuno è capace di togliergli qualcosa dalla testa notoriamente dura non solo perché laccata con lo spray Helmett, cioè elmetto, quel qualcuno è Ivanka, seconda al vertice dell’impero solo a lui con buona pace, si dice ma non si crede, dei fratelli maschi parcheggiati un bel po’ dietro.
Non che Trump sia un caro ragazzo, naturalmente. Ma Melania, culla nella Jugoslavia comunista, modella non top, rimorchiata a un party quando si è rifiutata di dargli il suo numero di telefono ma ha voluto lei il suo - così si fa- ha sguardo d’acciaio e tacchi da dominatrice, un debole per il rossetto rosa confetto, simbolo più americano dell’hamburger, e un figlio, Barron William, detto mini Donald perché pare che uscendo dal grembo materno avesse già la giacca e la cravatta nonché un simpatico riportino.
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Comizio dopo comizio Melania è stata zitta in modo molto ornamentale. Poi è arrivata la prima intervista a Msnbc nell’attico a tre piani, stile Versailles secondo l’architetto, stile Saddam Hussein secondo il volgo: voce flautata, gambe da Barbie e nemmeno un filo d’imbarazzo. Con lei ormai sdoganata, Donald ha ammesso: «She’s a rock», è una roccia.
Ivanka, 34 anni, alta come una Trump tower, è più establishment. È il lato meno parvenu del brand Trump alla terza generazione. Vice presidente della Trump-tutto, secondo il padre, che adora, ha fiuto da fuoriclasse per affari e immobiliare. Tre figli, il marito Jasper Kushner uomo d’affari e editore del “The New York Observer” per cui si è convertita all’ebraismo con un rabbi molto alla moda, nelle presidenziali del 2008 ha finanziato Hillary.
Ora, stoica, ha portato la panciona ex democratica Stato dopo Stato facendo la testimonial nello spot su caucus e primarie. Quando Donald le spara grosse, cioè sempre, è lei a interpretare in maniera civile le intemerate da uomo delle caverne. Sarà quel che sarà alla convention del Gop.
Ma per la prima volta nella corsa alla Casa Bianca si è fatta largo una certa New York patinata con le sue bellissime donne bionde in cima alla vetta, sogno e fiction per buona parte delle casalinghe americane. Cos’è la vita di Trump se non la rappresentazione dei lupi di Manhattan e delle ragazze di Gossip girls? Prima o poi doveva irrompere nella mischia politica anche questo. Impossibile prevedere il finale. Ma lo share è stato alto.