Una guida alla musica sacra a cura di Bolzan. Per riscoprire capolavori

Dopo le belle guide dedicate alla ?sinfonica, all’opera, alla pianistica, ai concerti, alla cameristica, l’editore Zecchini ha pensato bene di pubblicarne una che ha per tema la musica sacra, a cura di Claudio Bolzan. Intendendo questo concetto nella sua accezione più vasta e scrupolosa: non soltanto, dunque, come musica da chiesa o liturgica, destinata cioè alla funzione del culto secondo l’ordine dei riti e delle cerimonie formalizzato dalla tradizione ecclesiastica, ma anche come insieme di opere appartenenti alla civiltà musicale ?e rispondenti a fini spirituali, religiosi o devozionali. Detto ?con una parola tedesca, con ?il significato che ha il termine “geistlich”, cioè “sacro” che comprende appunto quelli ?di ecclesiastico, religioso ?e spirituale. Un repertorio millenario che richiedeva un’organizzazione diversa rispetto agli altri manuali.

Per questo il volume si divide in due parti. La prima comprende il canto monodico cristiano, la polifonia medievale, ?il Quattrocento, il Cinquecento e il Seicento, con un’introduzione generale e una selezione degli autori ritenuti ?più significativi. La seconda invece riguarda il periodo dal primo Settecento all’età contemporanea, con i singoli autori distribuiti in ordine cronologico. L’occasione, leggendo?la guida e aiutandosi con YouTube, ?di riscoprire alcuni capolavori di cosiddetti minori, come il Miserere ?di E.T.A Hoffmann, lo Stabat mater ?di Traetta, i Magnificat di Albinoni, Durante e Domenico Scarlatti e i Requiem di Jommelli, Benedetto Marcello, Lotti, Heinichen e Hasse. Un difetto nella guida però l’abbiamo trovato: ?la mancanza di una discografia che poteva essere di aiuto al neofita, che non sa scegliere fra i molteplici prodotti offerti ?dal mercato dei cd.

E poi, ?a dirla proprio tutta, nell’introduzione monsignor Massimo Palombella, direttore della Cappella musicale pontificia sistina, ci pare fin troppo partigiano nei confronti dell’importanza della tradizione liturgica cattolica (i latini avrebbero commentato: “De re tua agitur”). Per fortuna ci pensano gli autori dei testi della guida a pareggiare il conto con scelte per così dire indipendenti, ?come quelle riguardanti i Lieder ?della raccolta “Vier ernste Gesänge” ?di Brahms o il “Moses und Aron” ?di Schönberg.

Buuh!
I Cinque stelle hanno portato una ventata nuova nella gestione ?del potere. Per la nomina del nuovo direttore di “Torinodanza” la scelta della commissione è caduta su Anna Cremonini, ritenuta dai giudici esperta curatrice nell’ambito dello spettacolo dal vivo in Italia. Però ?si sono ben guardati dal comunicare che è anche la cugina dell’assessore alla cultura del Comune di Torino, Francesca Paola Leon. E dire che una volta si malignava su quanto parentopoli allignasse nei partiti tradizionali

Bravo!
Il Quartetto di Cremona ha vinto l’Echo Klassik assegnato dall’Associazione dell’industria musicale tedesca per il settimo volume dell’integrale dei quartetti di Beethoven (cd Audite). Un importante riconoscimento, considerato che è stato assegnato da un’istituzione di prestigio e di madre lingua tedesca – la stessa del compositore dei suddetti quartetti. Il Quartetto di Cremona nacque durante un periodo di studio all’Accademia Stauffer di Cremona con Salvatore Accardo, Bruno Giuranna e Rocco Filippini