Siamo nel 2095. La regia è di nuovo di Ridley Scott. Le forme di minaccia sono sempre più varie e letali. E a differenza che nello spazio, in sala tutti ?vi sentiranno urlare

«Nello spazio nessuno può sentirti urlare»: era il 1979 quando questa frase lanciò ?il film “Alien” segnando l’approdo alla ?fantascienza di Ridley Scott, che aveva ?debuttato nel 1977 con il film in costume “I duellanti”. “Alien” ha dato il via a tre ?sequel e consacrato Sigourney Weaver, ?interprete dell’impavida Ellen Ripley, come attrice d’azione, grazie alla capacità di ?tener testa all’orrenda e letale creatura aliena nascosta nell’astronave Nostromo. E adesso aggrappatevi alle sedie del cinema: l’orrore torna, incarnato nella minaccia letale e sanguinaria di “Alien: Covenant”?in uscita nelle nostre sale l’11 maggio ?distribuito dalla Fox, dopo l’anteprima ?italiana del 7 maggio, come evento di ?chiusura della 19° edizione del Future Film Festival.

Per “Alien: Covenant” dietro la ?cinepresa torna Ridley Scott, ed è una ?novità. Dopo il primo, infatti, i sequel erano stati affidati a James Cameron (1986), ?David Fincher (1992) e Jean-Pierre Jeunet (1997). La creatura è stata sfruttata anche in un paio di deprecabili crossover, dove combatteva contro l’alieno Predator. ?
[[ge:rep-locali:espresso:285273373]]
Nel frattempo Scott si è cimentato ancora nella fantascienza con lo splendido “Blade Runner” (1982) ma poi, per trent’anni, non ha più frequentato il genere. Solo nel 2012 è tornato alla franchise di “Alien” con ?“Prometheus”, trovando in Noomi Rapace (che il regista aveva notato in “Uomini che odiano le donne”) la perfetta interprete dell’archeologa Elizabeth Shaw, eroina ?tosta almeno quanto la Ripley di Sigourney Weaver. “Prometheus” era ambientato nel 2085, cioè esattamente trentasette anni prima del viaggio dell’astronave Nostromo raccontato in “Alien”. Il film seguiva un gruppo di esploratori partiti verso l’ignoto dopo aver scoperto che i resti di diverse ?civiltà non collegate tra loro (dalla Maya alla Mesopotamia) avevano tutti in comune una sorta di mappa stellare, interpretata incautamente come un “invito” degli extraterrestri a scoprire le origini dell’universo.

In “Alien: Covenant” siamo nel 2095, cioè dieci anni dopo il momento in cui Elizabeth Shaw è sfuggita alla morte e, accompagnata da David, androide smembrato ma ?ancora funzionante (Michael Fassbender), si è lanciata nel cosmo, alla caccia dei ?misteriosi ingegneri che hanno creato il ?terribile Alien e forse della stessa umanità. I protagonisti questa volta sono Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride e Demian Bichir.
Michael-Fassbender-as-David-in-Prometheus-high-res-jpg

Michael Fassbender ?torna nei panni (e circuiti) di un androide ?di nuova generazione. Il film comincia a bordo dell’astronave Covenant, vascello ?d’esplorazione in viaggio verso il lontano pianeta Origae-6, ai confini della galassia, dove i coloni sperano di stabilire un nuovo avamposto per l’umanità. L’equipaggio ?e i duemila passeggeri sono immersi ?nell’iper-sonno, quando un’esplosione ?stellare provoca decine di vittime e costringe la missione a cambiare direzione. ?

Raccontare di più sarebbe un delitto. Per ora basti sapere che nel film Fassbender ?recita ben due ruoli: Walter, l’androide di nuova generazione, ma anche David, robot sopravvissuto al film precedente, che ?dimostra deviazioni sempre più umanoidi. Le forme di minaccia aliena, naturalmente, sono sempre più varie e letali. E ricordate: a differenza che nello spazio, in sala tutti ?vi sentiranno urlare.