Il giorno dopo la sentenza, destra e parti del Pd esultano per la caduta dell'accusa di associazione mafiosa. Giachetti: «Chi accosta Roma alla mafia non rispetta la città». Forza Italia: «Sconfitta la procura di Roma»

La Corte d’Assise di Roma ha stabilito che quella di Carminati, Buzzi e gli altri 39 imputati per "Mafia capitale" non era associazione mafiosa. Una sentenza che ha fatto esultare molte forze politiche, pronte a intonare il coro secondo cui "la mafia a Roma non esiste".

Una posizione che trova sponde anche nel Pd, che si spacca nelle reazioni alla decisione dei giudici. Se il segretario Matteo Renzi non si è sbilanciato molto: «l’impianto accusatorio mi pare molto chiaro: ci sono delle condanne gravi in primo grado», a farlo è il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. «D’ora in poi chi accosterà la parola mafia a Roma dimostrerà di non amare la città, continuando sciaguratamente a speculare su una notizia falsa» afferma il candidato sindaco di Roma del 2016, che aggiunge «trovo inaccettabile il comportamento di Virginia Raggi che continua a parlare espressamente di mafia: il tribunale ha sentenziato il venir meno del reato di associazione mafiosa per tutti gli imputati».



Parole che stridono se confrontate con quelle di Matteo Orfini, commissario del Pd romano dopo l’inizio dell’inchiesta “Mondo di mezzo”: «Possiamo reagire in tanti modi alla sentenza di ieri, tutti ovviamente comprensibili e legittimi. Ma il più sbagliato è quello forse più diffuso in queste ore: sostenere che si dovrebbe chiedere scusa a Roma perché Roma non è una città mafiosa. A Roma la mafia c’è, forte e radicata». Questo il commento del presidente del Partito democratico: «Basta passeggiare nei tanti quartieri in cui le piazze di spaccio sono gestite professionalmente, con tanto di vedette sui tetti e controllo militare del territorio. Basta spingersi a Ostia e seguire le attività degli Spada, o andare dall'altra parte della città dove regnano i Casamonica. Basta leggere le cronache per trovare la mafia ovunque».
Matteo Orfini e Roberto Giachetti

Insieme a Giachetti, esultano le destre che non vogliono sentir parlare di associazione mafiosa. «Demolito il teorema "Mafia Capitale": da questa sentenza la Procura di Roma esce sconfitta» è il commento del senatore di Forza Italia Francesco Giro. Critico con la Procura e con i giudici Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «"Mafia Capitale" non è mafia. Abbiamo assistito alla criminalizzazione di un’intera città, bisognerebbe chiederne conto alla Procura. In più sembra che i giudici abbiano compensato la cancellazione della qualifica di associazione mafiosa inasprendo le condanne». Per il capogruppo dei deputati di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli non esiste «Nessuna mafia, a Roma ci sono gli stessi delinquenti di Milano, Bologna e Venezia». «Quell’accusa ha innescato una deriva che ha consegnato la Capitale a un sindaco incapace» continua Rampelli «e ora chi risarcisce la città?».

Editoriale
Cari giudici di Mafia capitale, è l’ora di rileggere Sciascia
20/7/2017
Città che è uscita con le ossa rotte dallo scandalo, ma comunque vittoriosa secondo gli attuali amministratori. Per la sindaca di Roma Virginia Raggi, presente nell’aula bunker di Rebibbia alla lettura della sentenza, quella di ieri: «È la vittoria dei cittadini sulla criminalità, sul malaffare e sulla vecchia politica». Nel suo post su Facebook attacca anche la "vecchia politica": «Hanno ucciso Roma. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il contributo determinante di una classe politica compiacente e assertiva a questi delinquenti».



Soddisfatto dalla sentenza anche Paolo Ferrara, capogruppo del M5S in Campidoglio: «La giustizia ha vinto, il Tribunale di Roma ha certificato l’esistenza di un sistema colluso tra criminalità e politica che ha messo in ginocchio Roma». Poi attacca: «È evidente l’imbarazzo di Pd e Forza Italia. Dove erano quando questi criminali hanno messo su questo sistema?».

«Pd e centrodestra hanno ridotto la città in macerie, chiedano scusa» scrivono i parlamentari romani dei 5 stelle in una nota congiunta «È crollata l’accusa di associazione di stampo mafioso, ma le condotte gravi e il condizionamento del Comune di Roma da parte della banda di Carminati e Buzzi ci sono». E un'altra frecciaa parte da Alessandro Di Battista, deputato 5 Stelle, che in tweet scrive a Renzi: «Buzzi ha finanziato le tue cene, la tua fondazione, il tuo Pd».