Il turismo religioso è, per così dire, il più antico di tutti. Ecco da dove vengono le parole che oggi per noi simboleggiano una vera pausa di pace e silenzio

Crescono di anno in anno gli amanti delle vacanze spirituali lontano dal caos della città. Il primo turismo del resto fu quello religioso, e infatti il pellegrino è stato il primo turista internazionale. Deriva dal latino peregrinus, che significa straniero, a sua volta legato a peregri, avverbio latino che indicava chi vagava “fuori dalla città” ovvero attraverso gli agri, i campi.

Chi cerca la pace può ritirarsi in un eremo, dal greco eremos, luogo isolato e solitario, di solito frequentato solo dagli eremiti. Chi invece cerca un luogo silenzioso ma un po’ più grande, può andare in un'abbazia, nome che deriva da quello di abate a sua volta derivato all’ebraico abba, ovvero “padre”, in quanto l’abate era il padre spirituale dei suoi monaci. Le abbazie possono anche essere chiamate badie, che è un derivato dalla stessa radice, mentre nei monasteri femminili la madre delle suore è la badessa.

Monaco è una parola greca, derivata da monos, che significa solo, solitario, unico, perché originariamente i monaci si ritiravano nel deserto senza nessuno attorno, e solo in seguito, per motivi di difesa e di aiuto, formarono delle piccole comunità attorno a un abate. In genere le abbazie sono di monaci e monache benedettine, mentre altri conventi (dal latino convenio, mi riunisco assieme/convivo) possono essere di frati e suore, nomi derivati dal latino frater, fratello, e soror, sorella.

Durante queste vacanze spirituali si possono fare delle gite per visitare qualche santa reliquia (dal latino relinquo, lascio: si intende tutte quelle cose che i santi hanno lasciato dopo la morte, cioè le ossa dei santi stessi ma anche dei manufatti o degli oggetti che hanno toccato in vita).
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I conventi erano anche famosi per i loro orti dove venivano coltivate le erbe officinali o medicamentose, ovvero quelle da cui si ricavano le medicine. Oggi vengono spesso usate dai pii fraticelli per ricavare amari e liquori, spesso anche abbastanza alcolici. Che possono essere un gran conforto per i pellegrini e dare una sfumatura diversa al titolo “vacanze spirituali” con cui abbiamo iniziato.