Promossi il codice antimafia e gli eco-reati. Bocciato lo stop alla legge sui testimoni di giustizia. Giudizio sospeso per appalti, tangenti e trasparenza. Ecco il dossier che analizza tutte le riforme penali approvate nell'attuale legislatura. E quelle accantonate
Il parlamento italiano ha fatto bene o male nella lotta alla mafia? E sul contrasto alla corruzione, al lavoro nero o ai reati contro l'ambiente, gli attuali deputati e senatori vanno promossi o bocciati?
Sono domande importanti per i cittadini che tra pochi mesi saranno chiamati a rinnovare il parlamento eletto nel 2013. A fornire una serie di risposte documentate, a disposizione dei lettori di qualunque orientamento politico, è uno
studio curato dall'
osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico (
qui il link alla versione integrale), l'associazione antimafia che organizza e difende gli amministratori pubblici minacciati dalla criminalità. Il rapporto, intitolato “Lotta alle mafie e alla corruzione: luci e ombre della XVII legislatura”, analizza tutte le più importanti riforme penali varate dal parlamento a partire dal 2013, segnalando anche le occasioni perdute: progetti di legge in cantiere da anni ma non ancora approvati, che rischiano quindi di decadere con la fine della legislatura.
Lo studio conferma che, sul fronte della lotta alle organizzazioni criminali, la novità di maggior rilievo è senza dubbio la riforma del
Codice antimafia, che ha recepito gran parte delle proposte della Commissione parlamentare antimafia, con l'obiettivo di superare le grandi difficoltà che oggi incontra il processo di riutilizzo sociale dei beni confiscati, attraverso procedure più snelle e trasparenti e incentivi per la tempestiva ripresa delle aziende sequestrate. Il nuovo testo, approvato in via definitiva solo nei giorni scorsi, estende l’applicazione delle misure antimafia anche ai casi più gravi di corruzione. Tutte le nuove norme sono sintetizzate nel rapporto e pubblicate integralmente sul sito di Avviso Pubblico.
Positiva, secondo lo studio, è anche la legge sugli ecoreati, che dispone un forte inasprimento delle sanzioni penali e la previsione di nuove fattispecie di reato, con l'obiettivo di chiudere la stagione dell'impunità per i
reati ambientali. Le nuove norme superano il vecchio sistema, basato su semplici reati contravvenzionali, che era caratterizzato da pene molto basse, spesso azzerate dalla prescrizione. La nuova legge garantisce strumenti più incisivi per le indagini della magistratura, spesso molto complesse, e la repressione dello smaltimento illecito, come ad esempio la confisca dei beni del condannato per i reati ambientali, oltre ad aumentare i termini di prescrizione.
Il rapporto promuove anche la nuova normativa per colpire lo
scambio elettorale politico-mafioso, punendo con maggior rigore sia chi procaccia voti inquinati sia chi ne trae vantaggio, e l’aumento delle pene per il reato-base di
associazione mafiosa, il famoso articolo 416 bis, istituito nel 1982 con la legge Rognoni-La Torre.
In questa legislatura sono stati inoltre approvati anche imporanti interventi per il contrasto del
lavoro nero e del caporalato. E finalmente sono arrivate norme più specifiche a tutela degli
amministratori locali sotto tiro, vittime di atti di violenza o intimidazione collegati alla loro attività politica: un fenomeno, purtroppo, in preoccupante crescita. Positivo anche il segnale civico offerto dall’istituzione del 21 marzo quale
Giornata in memoria delle vittime di mafia.A una verifica della reale efficacia sul campo va invece rimandato il giudizio sul nuovo
codice degli appalti pubblici, dopo i troppi scandali di questi anni. Occorrerà attendere l'applicazione concreta anche per valutare l'effettivo tasso di
trasparenza introdotto dalle nuove norme che promettono di favorire l’accesso agli atti amministrativi da parte dei cittadini, riducendo sensibilmente i documenti riservati.
Contro le vecchie e nuove Tangentopoli, un passo in avanti è sicuramente rappresentato dalle nuove norme che aumentano le pene per la
corruzione e altri reati contro la pubblica amministrazione, oltre ad allungare i tempi della prescrizione. Ma anche questa riforma è solo un primo passo.
Il rapporto di Avviso Pubblico fornisce anche un lungo elenco di proposte di legge il cui iter non si è ancora completato, nonostante siano già state oggetto di approfondito dibattito in Parlamento. Tra queste riforme ad alto rischio spicca la normativa sui
testimoni di giustizia, che è volta a distinguere la posizione dei collaboratori di giustizia (che facevano parte delle organizzazioni mafiose) da quella dei semplici testi: cittadini e imprenditori che sono vittime, ad esempio, del racket delle estorsioni o dell'usura, che danno uno specifico apporto alle indagini della magistratura e che per questo possono essere perseguitati da gruppi criminali.
Mancano all’appello anche altri importanti provvedimenti come una disciplina organica sul
gioco d'azzardo o in materia di lotta alla
contraffazione, due settori dove le indagini giudiziarie hanno evidenziato una fortissima presenza della criminalità organizzata. Le articolate proposte di intervento avanzate dalla Commissione antimafia e dall'apposita Commissione di inchiesta sulla contraffazione però non si sono ancora tradotte in legge.
Analogamente, non hanno concluso il proprio iter le proposte di legge sulla trasparenza dei
finanziamenti ai partiti e alle fondazioni politiche, sulla disciplina dell'attività di
lobby e sul cosiddetto
whistleblowing, con incentivi e tutele per i dipendenti che denunciano i reati.
Il rapporto infine sottolinea, in prospettiva, la necessità di realizzare un puntuale e costante
monitoraggio di tutte le più importanti leggi di contrasto della criminalità organizzata e della corruzione: il Governo dovrebbe fornire alle Camere dati e analisi sulla loro concreta applicazione e sulla corrispondenza dei risultati ottenuti rispetto alle finalità previste, allo scopo di valutare in tempi brevi quali correzioni siano utili e necessarie.