Attualità
27 dicembre, 2018

L'indebolimento dei tiranti di calcestruzzo ha fatto mancare la compressione che teneva legato il viadotto. L'esperimento delle monete

Ore 11.36, il crollo del ponte Morandi

Il crollo del ponte Morandi a Genova, il 14 agosto lungo l'autostrada A10, mette a dura prova le capacità del governo di Giuseppe Conte nell'affrontare l'emergenza: quarantatré morti, decine di feriti da estrarre dalle macerie, centinaia di sfollati, l'immagine dell'Italia a pezzi nel pieno della stagione turistica. Sotto accusa anche la manutenzione di Società Autostrade per l'Italia, concessionaria di quel tratto di viabilità, e i mancati controlli del ministero delle Infrastrutture nel corso degli anni su tutta la privatizzazione della rete autostradale. Oltre venti indagati, tra manager di Autostrade, tecnici e funzionari statali e un'inchiesta che sarà conclusa con il deposito delle perizie tuttora in corso.

Non sono state ancora chiarite le responsabilità individuali. Ma è ormai evidente cosa sia accaduto. Un facile esperimento può aiutare a capire: se stringiamo una pila di monete tra pollice e indice, la compressione impedisce alle monete di cadere anche se le solleviamo in posizione orizzontale.
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La forza impressa dalle dita è fondamentale, sia per sostenere le monete, sia per tenerle insieme: nel ponte Morandi le “dita” erano costituite dai quattro stralli che sostenevano il viadotto, ma garantivano anche la compressione dell'impalcato in calcestruzzo su cui scorreva l'autostrada Genova-Savona. Se allentiamo la pressione di pollice e indice, le monete inesorabilmente cadono. Ed è proprio quello che è accaduto alle 11.36 di martedì 14 agosto: l'indebolimento di due stralli avrebbe fatto mancare la compressione lungo il piano orizzontale del ponte. Al normale passaggio contemporaneo di quattro o cinque Tir, i cassoni di calcestruzzo si sono separati e il viadotto è collassato.

Un video pubblicato da L'Espresso rivela che già diciassette ore prima della tragedia, il piano viario non era più allineato: fin dalla sera prima in prossimità del giunto tra la pila 9, poi crollata, e il resto del viadotto, auto, moto e camion subivano un vistoso sobbalzo provocato dal dislivello tra le due sezioni del ponte.

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