Al via la 17esima edizione della Fiera della piccola e media editoria. Con nomi eccellenti della scena internazionale. E i giornalisti de L'Espresso in prima linea

Una Nuvola nel cielo dell’Eur, con oltre 1.200 autori pronti a confrontarsi sul tema “Per un nuovo umanesimo”, sempre più centrale nell’epoca in cui viviamo: conflitti, diseguaglianze economiche e sociali, colossali spinte migratorie. Con oltre 500 espositori e 650 appuntamenti torna “Più libri più liberi”, la Fiera della Piccola e Media Editoria, a Roma (5 - 9 dicembre), organizzata dall’Associazione Italiana Editori (Aie). Edizione in grande, la 17esima, dopo quella dei grandi numeri dello scorso anno con oltre 100 mila visitatori. Protagonisti del programma culturale 2018, ideato e curato da Silvia Barbagallo, nomi eccellenti della scena internazionale - Abraham Yehoshua, Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio, Zerocalcare, Joe R. Lansdale, Michael Dobbs, Michela Murgia, Luciano Canfora, Giorgio Agamben - e i direttori dei maggiori giornali italiani: Mario Calabresi, Virman Cusenza, Marco Damilano, Giovanni De Mauro, Luciano Fontana e Marco Travaglio. Bruno Manfellotto condurrà i dialoghi con Sabino Cassese, Domenico De Masi, Giovanni Orsina.

In prima linea i giornalisti di Repubblica e dell’Espresso:
Marco Damilano dialogherà con la senatrice Liliana Segre sul tema delle leggi razziali ?(9 dicembre);
Lirio Abbate sarà protagonista dell’incontro “Non erano eroi, ma giornalisti. La libertà di stampa oggi” ?(6 dicembre);
Giovanni Tizian parlerà della condizione dei braccianti stranieri  con Leonardo Palmisano (8 dicembre);
Sabina Minardi incontrerà il premio Pulitzer Jhumpa Lahiri intorno al tema “Lingue che oltrepassano i confini” (7 dicembre);
Marco Pacini presenterà il suo libro “Epocalisse. Appunti di un cronista pessimista” (Mimesis) insieme a Massimiliano Panarari.

Infine, un nuovo nucleo ha preso forma in questa edizione: il polo business e professionale, destinato agli addetti ai lavori del settore, aperto anche a una trentina di operatori stranieri provenienti da 21 Paesi. Perché la cultura non ha confini.
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