Tra emozioni e cori da stadio la terza serata ha rischiato di convincere fino in fondo. Fino al desolante numero di Michelle Hunziker

Sanremo 2018, ci è mancato poco

E chi se lo aspettava di vedere un bel festival? La terza serata ha tolto un po' di cerone a Baglioni, confermato Favino talento definitivo formato tv, regalato una liberatoria cantata collettiva con accendini in mano sulle note di Poster e incantato con Giorgia, che con una bacchetta magica a forma di microfono ha relegato in un angolo il disappunto per l'afona assenza di Laura Pausini.

Persino le Nuove Proposte sono sembrate giovani, nonostante Ultimo sia arrivato secondo.

Insomma, quattro ore di intrattenimento condite da un pizzico di contemporaneo con gli Stato Sociale e le loro magliette con i nomi degli operai della Fiat licenziati, reintegrati e messi all'angolo. Per dirla alla Cochi e Renato dei tempi d'oro, bene, bravi, sette più.

L'arrivo di Virginia Raffaele fa venire giù il teatro, anche se non è dato sapere se per la qualità del suo solito intervento sulla vecchiaia altrui o per lo stupore di vedere una signora comica protagonista davanti a quel po' po' di platea.

E tra i Negramaro e Gino Paoli il piacere della musica abbraccia un po' tutti, persino le canzoni in gara, da Gazzè a Noemi fino Ermal Meta e Moro incensati, riabilitati dopo le polemiche e pronti per il podio. Insomma, sembra difficile stonare. Ma a quello ci pensa Michelle. Che senza nessun motivo plausibile si rende protagonista di un numero desolante per le donne, che sono tutte Madonne, o ancora meglio Madonnine, possibilmente immobili sopra una guglia di una chiesa.

Un tristissimo momento formato flash mob in onore dell'altra metà del cielo che ha lasciato lo stesso sapore della pizza a prezzo fisso nei club di risulta dove magari si spoglia anche il cameriere che ti offre la mimosa raccolta al semaforo, e non sai le risate. Di rosa vestita, la signora Hunziker scende dalla scala intonando, più o meno, “I maschi” di Gianna Nannini. E da lì si alza la voce della finta protesta perché no, le donne non cantano i maschi. Meglio le mamme, ancora meglio se le mamme di Napoli che fanno più femmina. Il messaggio è facile facile. Un fiore contro la violenza, una cantata tutte in coro e pure questa è fatta. E che non si dica che non ci stiamo impegnando. Che peccato. Poteva essere proprio una bella serata.

Tag
LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Un Leone contro Trump - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso

Il settimanale, da venerdì 16 maggio, è disponibile in edicola e in app