Un uomo vestito di bianco sullo sfondo di una sagoma che sembra un fumetto: dietro c’è un ciuffo rosso, in primo piano uno zucchetto color panna. “Un leone contro Trump” è il titolo di copertina del nuovo numero dell’Espresso. Al confronto tra il presidente degli Usa e il primo Papa di origine statunitense è dedicato un focus che corre lungo tutto il giornale: dall’editoriale del direttore Emilio Carelli alla pagina finale di Loredana Lipperini. Passando per due inchieste, firmate da Stefano Maria Paci e da Antonio Di Bella, sulle prime prese di posizione del nuovo Pontefice, chiaramente schierato su una linea che si oppone a iperliberisti, xenofobi e guerrafondai. È un modello sociale opposto a quello sognato nella Silicon Valley, scrive Massimiliano Panarari: e mentre Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni si chiedono come reagiranno i cattolici americani, Susanna Turco discute con Andrea Riccardi del peso che avrà in Italia questo nuovo Papa straniero.
I referendum dell’8 e 9 giugno si avvicinano e L’Espresso ospita due approfondimenti contrapposti sull’argomento: Sebastiano Messina analizza i pericoli della mancanza del quorum, mentre Carlo Cottarelli spiega i suoi dubbi su alcuni dei quesiti. Sergio Rizzo firma il ritratto di un nuovo poltronificio governativo, la Sogesid; Lorenzo Stasi fa il punto sulle inchieste che svelano le radici sempre più profonde della mafia a Milano e dintorni; Sara Tirrito parte dal relitto del veliero Bayesian per ricostruire gli enigmi che circondano gli affari dell’imprenditore inglese morto nel naufragio.
Sul fronte sempre caldo delle migrazioni Alice Dominese, da bordo della nave Humanity 1, racconta il lavoro dei volontari e arriva alla stessa conclusione della mostra organizzata da Emergency a Venezia e presentata da Angiola Codacci-Pisanelli nella sua rubrica Arabopolis: salvare i naufraghi è solo l’inizio di un impegno non solo umanitario ma anche burocratico. Due articoli mostrano quanto sia lunga la strada per un trattamento alla pari di chi arriva in Italia da culture diverse: Gaetano De Monte denuncia il trattamento disumano degli stranieri messi in cella negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, mentre Francesca Barra commenta il presunto scandalo della visita alla moschea da parte dei bambini di un asilo cattolico.
Nelle pagine di esteri dominano i due argomenti di sempre: le elezioni e le guerre. Federica Bianchi fa il punto sul voto in arrivo in Romania, Antonella Napoli racconta le speranze del Camerun. La guerra in Ucraina, scrive Sabato Angieri, potrebbe avere una svolta se non prevarrà lo scontro tra strategie. In Kashmir invece il pericolo per ora è sventato, scrive Daniele Mastrogiacomo, una cautela confermata dal ministro degli esteri indiano intervistato da Matteo Giusti. In Medio Oriente intanto, denuncia Matilde Moro, Netanyahu va avanti nel suo progetto di cancellare i palestinesi, e mentre bombarda Gaza manda le ruspe in Cisgiordania: una ragione in più per sostenere l’invito di Diletta Bellotti ad accompagnare con proteste pacifiche il Giro d’Italia, dove gareggia una squadra israeliana.
Si parla tanto di terre rare, che in realtà tanto rare non sono, spiega Gloria Riva nel pezzo che apre la sezione Economia: estrarle però è pericoloso e inquinante, e questo dà un’arma potente a Paesi come la Cina che non si fanno problemi di questo genere. Altri articoli raccontano quanto siano legati ricchezza e salute (ne scrive Carlo Buonamico), quali salti mortali stiano facendo i think tank negazionisti per sminuire le conseguenze dei cambiamenti climatici (Daniel Peyronel), e come il decreto sicurezza stia mettendo in crisi le aziende legate alla cannabis legale, un mercato innocuo che dà lavoro a 30mila persone (Francesca Lequaglie). Sul fronte delle nuove tecnologie, Alessandro Longo spiega perché l’alleanza tra Google e l’intelligenza artificiale finirà per ridurre il pluralismo sulla rete, mentre Marco Montemagno presenta i software che stanno rivoluzionando il mondo del cinema.
E L’Espresso chiude in compagnia della scrittrice Amélie Nothoomb (intervistata da Anna Giurickovic Dato), dello stand-up comedian Stefano Rapone (di Beatrice Dondi) e di Ester Pantano, che darà il suo volto a Francesca Morvillo nel film dei Tognazzi sulla strage di Capaci (di Claudia Catalli). Sabina Minardi dialoga con Claudio Piersanti e con l’artista Lorenzo Mattotti, che ha disegnato la copertina dell’ultimo romanzo dello scrittore. La nostalgia canaglia accompagna il lettore nell’utopia di Corviale, il famigerato “serpentone” romano che a cinquant’anni dalla costruzione cerca una nuova dignità (di Giuliano Battiston), mentre suscita la stupefatta invidia del resto d’Italia il programma del Centro d’Arte dell’università di Padova che, racconta Marco De Vidi, dopo ottant’anni di carriera riesce ancora a proporre al prezzo di un euro concerti e spettacoli di qualità.