Il caratteraccio del professore, irascibile e piuttosto intollerante, spesso ospite dei salotti televisivi
Quando partecipa a un dibattito politico in tv spesso trascende senza dar retta al conduttore che lo supplica costernato: «Professore, per favore, faccia il bravo!». ?Il professore è Paolo Becchi, filosofo di 63 anni, genovese, docente universitario, ardente sostenitore un tempo dei grillini e sostenitore altrettanto ardente adesso della Lega.
Stempiato, elegante, solenne barba bianca, collezionista di penne stilografiche e una gran passione per i gatti, Becchi ?è un signore dall’aria arcigna, alquanto irascibile, un po’ sboccato e piuttosto intollerante. Tempo fa, ?quando un interlocutore non ?ha malauguratamente condiviso il suo pensiero, ?ha preso fuoco ed è ricorso ?a espressioni volgari.
Dispensa “vaffa” a iosa ma ne ha in serbo e ne sciorina di più grevi. Quando qualcuno si è azzardato a interrompere il suo eloquio, ?è insorto sdegnato strillando: «Ma mi lasci parlare, Cristo!» ?E, quando di recente è stato criticato con asprezza, si ?è alzato di scatto dalla sua poltrona, ha ramazzato in gran fretta le sue carte ed è uscito furente dallo studio. Proprio ?un caratteraccio.