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Inchieste
luglio, 2018

Corea, India e Panama: Leonardo Spa e gli incroci pericolosi tra corruzione e armi

L’Ong inglese Corruption watch ripercorre la storia recente del gigante della difesa italiano, tra contratti milionari, lobbysti e politici di spicco. Anglo Italian Job è il report dedicato a Leonardo spa, ex Finmeccanica, appena pubblicato anche in italiano in collaborazione con Rete Italiana per il Disarmo 

Un quadro di corruzione sistematica, tra appalti, tangenti, legami tra alti dirigenti e governi, contratti di consulenze e intercessioni private. Nel report Anglo Italian Job  dedicato a Leonardo spa, ex Finmeccanica, appena pubblicato anche in italiano in collaborazione con Rete Italiana per il Disarmo si parla di vendite realizzate da Leonardo per centinaia di milioni di euro: 31 pagine, decine di attori sparsi per il mondo, una vastissima quantità di documenti passati al setaccio. L''indagine ha preso in considerazione tre casi recenti in cui sono stati rilevati sospetti di illeciti: gli elicotteri Wildcat per la Corea del Sud, gli elicotteri VVIP dell'India, e attrezzature di sorveglianza per Panama. 

Il gruppo Leonardo, che nel 2016 ha inglobato Finmeccanica, è una società italiana per il 30,20 per cento a partecipazione statale che nell’ultimo anno ha prodotto ricavi per 12 miliardi di euro. Il recente passaggio da Finmeccanica a Leonardo ha visto l’azienda trasformarsi da holding finanziaria a realtà industriale operativa. il suo maggior azionista, con circa il 30% delle quote, è Ministero dell'Economia e delle Finanze italiano. E da anni i suoi dirigenti e le aziende di sua proprietà, come AgustaWestland e Selex, sono coinvolte in scandali di corruzione.

Tanto che secondo la banca centrale della Norvegia, che attraverso il Global Government Pension Fund possiede l'1,3% di tutte le società quotate del mondo, Leonardo Spa non rispetta gli standard etici richiesti dagli investimenti. A seguito di un'indagine condotta nel 2014, quando il fondo deteneva azioni per un valore di 124 milioni di dollari, "Vi è un rischio inaccettabile che Leonardo possa essere ancora una volta coinvolto in casi di corruzione grave", decretando la necessità di escludere l'azienda dal fondo. 

Tutti i processi sono ancora in corso, alcuni dei responsabili sono stati condannati in primo grado, ma poi assolti per insufficenza di prove - come Giuseppe Orsi e Spagnolini (di AgustaWestland) quando emersero le irregolarità del caso degli elicotteri indiani. Le prassi d'azienda non sono mai cambiate veramente; e sono proprio queste consuetudini a essere messe sotto accusa da Corruption Watch, che chiede che siano portate a termine le inchieste e sia fatta luce sulle pratiche commerciali, in nome della trasparenza.

Da Lockheed Martin a BAE System le industrie della difesa mondiale non sono nuove a scandali legati alla corruzione: il gruppo BAE nel 2015 aveva versato tangenti ad Arabia Saudita e Cile per assicurarsi commesse militari; in Italia il caso Lockheed segnò uno dei più grandi sandali degli anni 70.

In Corea il primo caso riguarda una triangolazione tra imprese e personaggi fisici. Era il 2012 e la società AgustaWestland, dal 2004 controllata totalmente da Leonardo, ottenne la vittoria della gara di appalto per la costruzione di 8 elicotteri Wildcat dal valore di 227 milioni di sterline grazie al lavoro di Yang Kim - personaggio di spicco dell’establishment coreano . Ma secondo i risultati dell’inchiesta guidata dal Procuratore generale coreano, Kim avrebbe svolto un’attività di lobbyng retribuita, illegale nel paese asiatico.

Attraverso le carte processuali sono spuntati altri due personaggi, Giacomo Saponaro e Geoff Hoon: rispettivamente il vicepresidente e l’amministratore delegato della divisione Affari internazionali di AgustaWestland. Quest’ultimo è stato anche ministro della Difesa britannico durante il governo guidato da Tony Blair. Il 14 settembre 2012 Hoon, in una email, si esprimeva così con Yang Kim: “Il ruolo di una figura di alto livello come Lei deve andare ben oltre il passivo trasferimento di informazioni. Abbiamo bisogno che Lei si impegni attivamente nell’esercitare pressioni sui decisori politici di alto livello in Corea”.

Il secondo caso riguarda invece la discussa vendita di Elicotteri VVIP all’india. Per raggiungere accordi con il governo indiano, la società AgustaWestland avrebbe speso 60 milioni di euro tra agenti ed intermediari. Le tangenti avrebbero “permesso” di abbassare l’altezza di volo, richiesta dai documenti di gara, e renderla compatibile con le caratteristiche tecniche degli elicotteri della AgustaWestland: da 6.000 a 4.500 metri. Le indagini congiunte tra il governo italiano e quello indiano hanno innescato una lunga trafila legale che si sono concluse soltanto nel gennaio del 2018 con l’assoluzione di Giuseppe Orsi (presidente di Finmeccanica) e Bruno Spagnoli (dirigente di AgustaWestland) da tutti i capi di accusa, compreso quello di corruzione. Questa decisione è stata presa nonostante le deposizioni di uno dei principali intermediari, Guido Haschke che durante il processo dichiarò di aver partecipato a una cospirazione con Orsi, Spagnoli e altri due militari indiani corrotti.
Dai documenti dell’affaire India spicca la figura di uno degli agenti chiave, Christian Michel. Michel ha ricevuto più di 30 milioni di euro per il suo ruolo nell’accordo VVIP, come dichiarato un consulente legale esterno. Nonostante questo, nel gennaio 2013 Agusta ha stipulato un nuovo contratto di consulenza con Michel.

Sono tre i contratti che Panama ha siglato nel 2010 con filiali di Finmeccancia, con l’obiettivo di migliorare le capacità del paese di contrastare il crimine organizzato e il traffico di droga. Peccato che a pochi mesi dalla conclusione degli accordi la polizia italiana avesse avviato intercettazioni telefoniche su due uomini di affari italiani. Il primo era Paolo Pozzessere, che all’epoca era il direttore commerciale di Finmeccanica, e il secondo era Valter Lavitola, esponente stretto dell’entourage di Silvio Berlusconi.

Tramite la costituzione di una società a Panama, la Agafia Corp SA, Lavitola trasmetteva tangenti al governo panamense, come sostenuto dall’ufficiale di polizia, responsabile delle intercettazioni Giuseppe Schiattarella.
Le successive indagini del governo panamense portarono all’annullamento dei contratti con Finmeccanica, che si vide costretta a patteggiare per evitare di pagare le ingenti somme processuali.

Nel report, il futuro di Finmeccanica sembra essere a rischio corruzione. A dichiararlo è il comitato etico norvegese, che ha il compito di valutare la compatibilità del fondo Pensione governativo, lo stesso fondo che possiede l’1,87% della Rheinmetall, il colosso tedesco delle armi. Nonostante la dubbia valutazione del comitato norvegese il fatto rilevante è che mentre in Italia i protagonisti degli scandali sono stati assolti o non condannati, nei paesi interessati la giustizia ha seguito un altro corso: la Corea ha condannato il proprio funzionario per alta corruzione, l’India ha chiesto l’estradizione per poter portare a termine le condanne, e Panama ha apertamente detto di aver accettato un risarcimento in nome dei futuri rapporti commerciali.

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