Si chiama Béla Kovacs ma è conosciuto come KGBela, il deputato ungherese che ha perso l'immunità perché accusato di spionaggio. Ed è proprio per il suo sostegno che il partito di Di Stefano e Iannone ha potuto presentare il proprio simbolo alle prossime elezioni senza raccogliere le firme chieste dalla legge

Per i giornali, in Ungheria, è semplicemente KgBela. Deputato uscente del parlamento europeo, eletto nel 2014 con i voti della formazione di estrema destra Jobbik, Béla Kovacs lascia Strasburgo con il peso di un’accusa senza precedenti, quella di essere una spia al servizio di Putin. Nel 2015 ha perso l’immunità su richiesta della procura di Budapest e da qualche mese sta affrontando il processo dove è accusato di aver passato informazioni riservate sull’Unione europea a Mosca. Lui si è difeso in Tribunale sostenendo che si trattava di una normale attività di lobbing. Un dossier pesante, che confermerebbe – se provato – quell’influenza della Russia attraverso le organizzazioni neofasciste. In Italia KGBela è un nome molto noto in via Napoleone III numero 8, la sede abusiva di Casapound. Grazie al suo appoggio il partito di Di Stefano e Iannone ha potuto presentare il proprio simbolo alle prossime elezioni europee, senza raccogliere le firme chieste dalla legge. Nel simbolo hanno inserito la sigla AEMN, il gruppo europeo di estrema destra fondato e presieduto per molti anni da Kovacs.

KgBela
Alla fine del 2014 al parlamento europeo è giunta la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare per Béla Kovacs. L’atto di accusa pubblicato nei documenti ufficiali parla di “reato di spionaggio ai danni del Parlamento europeo, della Commissione europea o del Consiglio dell'Unione europea per conto di un paese extra-Unione”. Un reato con pene pesantissime: “Chiunque effettui attività di intelligence ai danni dell'Ungheria per conto di una potenza straniera o di un'organizzazione straniera - si legge nel documento pubblicato sul sito del parlamento europeo - è colpevole di un reato sanzionabile con una pena detentiva compresa tra i due e gli otto anni”. I contatti tra lo sponsor di Casapound e l’intelligence russa risalirebbero, secondo le indagini, al 2010, ovvero all’inizio dell’attività politica dell’Aemn. Secondo la ricostruzione del giornalista ungherese Andras Deszo KgBela avrebbe avuto una vita degna di una spy story novecentesca: l’eurodeputato sarebbe il figlio segreto di un soldato sovietico di stanza in Ungheria e sarebbe entrato in contatto fin dagli anni ‘80 con una donna legata al Kgb in Giappone. Dal 2003 Kovacs, rientrato in Ungheria, inizia la sua vita da politico, partecipando direttamente alla creazione del movimento di estrema destra Jobbik. Sei anni dopo nasceva il partito europeo che oggi sponsorizza Casapound per le prossime elezioni.


Il partito europeo radiato
Il partito AEMN in realtà non ha più uno status ufficiale da nove mesi. Nell’agosto dello scorso anno l’autorità del parlamento europeo che si occupa del riconoscimento dei movimenti politici lo ha radiato dall’elenco. La stessa sorte è toccata all’APF, il partito che ha sponsorizzato la presentazione della lista di Forza Nuova per le prossime elezioni di maggio. Senza il riconoscimento degli uffici di Strasburgo le due formazioni politiche europee valgono come semplici associazioni, poco più di una bocciofila. Sono alleanze, però, che permettono di disegnare il network nero europeo.


I partiti politici europei hanno un ruolo di peso all’interno dell’architettura istituzionale dell’Unione. Previsti dall’ultimo trattato di Lisbona, svolgono un ruolo primario, partecipando anche alle consultazioni per le nomine dei membri della commissione. Come avviene per i gruppi parlamentari – non necessariamente collegati – ricevono fondi pubblici dal parlamento. Un canale di finanziamento che ha garantito negli anni passati alle formazioni dell’estrema destra di mantenere fondazioni, uffici a Bruxelles, funzionari ben retribuiti. Nel maggio del 2018 il regolamento del parlamento di Strasburgo è cambiato, prevedendo la presenza all’interno dei partiti europei di formazioni politiche rappresentative di almeno sette paesi membri per ottenere il riconoscimento. Dopo una verifica le due sigle legate a Casapound e Forza Nuova sono state escluse.


L’Aemn si è costituito come partito a Budapest nel 2009. I membri fondatori erano il Fronte nazionale francese, lo Jobbik ungherese, il Fronte nazionale belga, la Fiamma tricolore italiana e l’ND svedese. Successivamente aderirono anche il BNF inglese, il PNR portoghese e lo Svoboda ucraino. Béla Kovacs è diventato presidente nel 2011.

Gli incroci tra Casapound e Fratelli d’Italia
Il partito dell’ultradestra europa ha contatti stretti anche con Fratelli d’Italia. Uno dei candidati di punta del partito di Giorgia Meloni alle prossime elezioni europee ha avuto rapporti con il gruppo guidato da Béla Kovacs. Luca Romagnoli, già leader della Fiamma Tricolore, oggi candidato per le prossime elezioni di maggio, è stato per diversi anni nel board dell’Aemn. Ancora oggi risulta presidente della fondazione Identités & Traditions Européennes collegata direttamente con il partito dell’estrema destra europeo, mentre tra gli amministratori dell’associazione vi è lo stesso Kovacs, secondo le informazioni pubblicate dalla camera di commercio belga. Fino allo scorso anno la fondazione di Kovacs e Romagnoli condivideva lo stesso indirizzo di Charleroi con il partito europeo fondato da Giorgia Meloni, l’Alliance pour l’Europe des Nations (Aen).