Casapound e Forza Nuova si dividono la piazza con due format ormai consolidati. Rigorosamente in diretta streaming. Sfruttando il degrado della periferia romana come fosse un set. Che viene "smascherato" dall'intervento di un ragazzo di 15 anni

Torre Maura, in scena il Social Fascismo Show

E’ un tragico format. Una sorta di Fascismo show, dove la disperazione delle borgate romane è lo sfondo, il pubblico, la claque. Casapound si è presentata a Torre Maura poco dopo la rivolta davanti allo Sprar che aveva accolto una settantina di Rom, in gran parte donne e bambini. Nessuna bandiera, ma tanti telefonini, tutti collegati con la piattaforma delle dirette video di Facebook, la vera piazza per i fascisti di via Napoleone III. Mauro Antonini, responsabile della regione Lazio per l’organizzazione, originario di Casal Bertone, è andato giù duro con le parole il giorno dopo la scena terrificante del pane calpestato dalla folla: “Accusa di istigazione all’odio razziale? Per me sarebbe una medaglia”.
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Slogan duri, faccia tirata. Stop. Finisce lo streaming, gestito dai militanti. Si guarda intorno, sussurra all’orecchio dei suoi uomini, prepara il prossimo collegamento. E in fondo quello che ha davanti è per l’organizzazione un vero set, in grado di garantire decine di migliaia di visualizzazioni, un fiume di commenti con la classica manina alzata e gli immancabili insulti contro Rom e stranieri.

Giuseppe – il cognome non lo dice – è l’apripista. In prima fila la sera delle barricate e del pane  distrutto. Viene da un altro quartiere, “ma a Torre Maura in passato ci sono venuto a lavorare”, assicura. Si mette al centro dei capannelli di ragazzini, è un fiume di parole: “I loro figli non sono come i miei”. Si riferisce a quei bambini Rom chiusi nell’assedio. Poi prende il cellulare, con la cover coperta dalla stemma di Casapound. Si mette a fianco con un altro militante e via con la lunga diretta.

Il secondo giorno della protesta gli abitanti di Torre Maura erano alla fine una ventina, numero che cresce di poco nel pomeriggio. Tanti giovanissimi: “Quello è amico di mio padre”, spiega un’adolescente alla sua amica, indicando Giuseppe, il militante di Casapound. Una quattordicenne apre una videochiamata con l’amica commessa in un negozio, “dai, ora ti faccio un’intervista”. Poco dopo la piccola folla si raduna attorno ad una delle tante dirette televisive del pomeriggio: “Ora ci fermiamo per cinque minuti di pubblicità”, spiega l’inviato. Tutti capiscono quei tempi televisivi, tenendosi pronti per il collegamento successivo.

E’ il fascismo sui social, però, a dettare i ritmi della piazza. E ogni organizzazione ha il suo format. Alle sette di sera, come annunciato, a Torre Maura arriva un piccolo gruppo di Forza nuova. Megafono in spalla, rimangono in disparte lontano dal set di Casapound. All’improvviso appaiono di fianco al blindato del reparto mobile della Polizia, lungo la ringhiera dello Sprar dove le donne e i bambini Rom attendono di essere trasferiti: “Fino a quando non riusciremo a buttare fuori tutte queste m… non ce ne andremo da qua, perché questa non è casa loro, è casa nostra. Questa è Torre Angela!”. Peccato, quartiere sbagliato, siamo a Torre Maura. In strada, verso il tramonto, si vedo i volti delle curve, qualcuno con la scritta “Irriducibili”. La tensione la senti salire. Esplode una bomba carta, i cronisti corrono a vedere e, subito, appare un gruppetto minaccioso: “Giornalisti terroristi!”. Altri metodi, ma lo show alla fine è lo stesso.

Casapound ha annunciato una manifestazione per sabato prossimo. Fino a quando ci sarà anche un solo Rom nello Sprar quella è una piazza da non lasciare: “Mo’ se dovemo organizza’ - spiega uno dei militanti – dobbiamo creare una presenza qui”. La tartaruga con le frecce da queste parti fino a due giorni fa era inesistente. Un anziano del posto, arrivato nella borgata quando stavano nascendo le prime case popolari, oggi porta il caffè ai camerati arrivati per il presidio: “No, non li conoscevo prima, non li avevo mai visti qui”, assicura. A Torre Maura – come in tantissime periferie romane – la politica è sparita da tempo. Ad iniziare dalla sinistra, completamente assente in una giornata difficile come questa. Cresce però quel fascismo diffuso, pronto ad alimentarsi tra i giovanissimi attraverso social e streaming. Non c’è ragazzino davanti allo Sprar senza uno smartphone, usato per seguire in tempo reale le dirette. I bambini spiano dalle grate le finestre del centro d’accoglienza, chissà come saranno questi Rom.

Cosa rimarrà alla fine? “Li vedi? Sono qui solo per una passerella”, spiega un cinquantenne, titolare di una piccola ditta di edilizia. Abita a cinquanta metri dallo Sprar, è sceso anche lui in piazza per protestare. Ma soprattutto ci tiene a far capire quel disagio che c’è dietro, che vuole far sentire la propria voce, almeno oggi. Ma dopo ore di Casapound show si mette in disparte per far capire la sua distanza dal movimento di Iannone. Una voce che rimane isolata, fino a quando un ragazzino di quindici anni interrompe una diretta di Mauro Antonini: “No, non siamo tutti d’accordo, io sono di Torre Maura e non sono d’accordo”. Per poi aggiungere: “Lei sta facendo leva sulla rabbia della gente del quartiere mio per i suoi interessi e per i suoi voti”. Per un attimo il Re è nudo.
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