Dopo il costruttore Luca Parnasi ed Esselunga, siamo in grado di rivelare chi sono gli altri sostenitori del gruppo fondato dal tesoriere del Carroccio Giulio Centemero

Matteo Salvini e Giulio Centemero
Non solo Parnasi ed Esselunga. Ad alimentare i conti dell’associazione Più Voci ci sono altri otto donatori, di cui ora L’Espresso è in grado di rivelare i nomi. Sono aziende e persone che almeno fino alla fine del 2017 hanno versato soldi nelle casse della creatura costituita dal tesoriere della Lega, Giulio Centemero.

Oltre a Luca Parnasi (il costruttore, poi finito agli arresti per corruzione in una vicenda giudiziaria legata al nuovo stadio della Roma, che ha versato all’associazione 250 mila euro) e a Esselunga (40 mila euro) ci sono altri “benefattori” della Lega che portano il pallottoliere a un totale di 314 mila euro bonificati nelle casse della Più Voci da ottobre 2015 a dicembre 2017. Le cifre in questione sono spesso basse, ma permettono per la prima volta di conoscere tutti i sostenitori dell’associazione.

Tra i finanziatori c’è Daniele Toto, politico e nipote dell’imprenditore abruzzese Carlo, che ha versato 10 mila euro all’associazione di Centemero. Perché? «Non voglio fare commenti», ci ha risposto. Toto è stato deputato dal 2008 al 2012, prima con il Pdl e poi con Futuro e Libertà. La Toto Holding, capogruppo delle varie aziende che fanno capo a Carlo, titolare tra le altre cose della concessione statale per le autostrade che collegano Roma all’Adriatico. Daniele non è estraneo agli affari dello zio: dal 2013 al 2017 è stato nel consiglio d’amministrazione di Renexia, la stessa società del gruppo Toto che, secondo le indiscrezioni, vorrebbe entrare nel capitale di Alitalia. Inoltre Daniele è presidente del cda di un’altra azienda del gruppo, la Infraengineering Srl. Tra il 2015 e il 2017 il politico e manager della Toto ha regalato 10 mila euro all’associazione fondata dal tesoriere leghista.

Con un contributo di 2 mila euro c’è poi la Fb Associati, società di lobbying fondata da Fabio Bistoncini. Che pochissimi anni prima, nel 2014, aveva regolarmente dichiarato una donazione da 15 mila euro al partito all’epoca guidato da Renzi, e un altro bonifico da 20 mila euro alla fondazione Open. Storia simile per un’altra società di lobbying: Utopia Lab di Gianpiero Zurlo, che vanta tra i clienti multinazionali come Facebook e Google. Nel 2016 ha donato 10 mila euro al Pd e, nello stesso periodo, ha aiutato anche l’associazione leghista: 500 euro. Un dono che Zurlo - di fronte alle nostre domande - ha motivato come prenotazione di un tavolo per cinque persone a una cena tenutasi il 19 aprile del 2016 all’Hotel Gran Melià di Roma, alla presenza di Salvini.

Non mancano due multinazionali, categoria spesso scelta come bersaglio dal vice presidente del Consiglio: si tratta di Mulberry & Partners, società di consulenza del gruppo Itk, e Baker Tilly Revisa, filiale italiana del gigante inglese della revisione contabile, frattanto diventato certificatore dei bilanci della Lega. Alle nostre domande, nessuna delle due società ha risposto.

Tra le grandi aziende che hanno finanziato la Più Voci c’è poi la Psc, gruppo di impiantistica controllato dalla famiglia Pesce, quasi 200 milioni di euro di fatturato e un azionista pubblico di peso: Fincantieri. Perché un’impresa del genere ha dato 500 euro alla sconosciuta associazione di Centemero? Per finanziare «una cena svolta nell’aprile 2016», ci ha risposto Psc, «durante la quale vi è stata la conoscenza, tra gli altri, di Giulio Centemero, il quale spiegò che l’associazione nasceva per dare spazio a nuovi volti della politica. Centemero - ci ha tenuto a precisare l’azienda - non fece alcun riferimento a partiti».

Tra i donatori della Più Voci ufficialmente leghisti troviamo invece Massimo Sertori, ex presidente della provincia di Sondrio, da circa un anno assessore agli enti locali della Regione Lombardia e astro nascente della Lega salviniana. Il bonifico, da 8 mila euro, è partito dai conti della sua azienda di famiglia, la Sertori Spa, 70 milioni di fatturato annuo, sedi in varie città del nord Italia e una specializzazione nella realizzazione di impianti nel settore delle telecomunicazioni. Alle nostre domande, Sertori non ha risposto.

Ha risposto invece Andrea Guccione, responsabile del Pd a Luzzi, in provincia di Cosenza, e imprenditore nel settore delle pulizie industriali, con un migliaio di dipendenti e parecchi appalti pubblici in giro per l’Italia, che ha donato 2.000 euro alla Più Voci. Guccione ci ha spiegato di aver versato i soldi in concomitanza a una cena organizzata in un grande albergo di Roma alla presenza di Salvini. È la stessa cena a cui hanno partecipato Utopia Lab, Mulberry & Partners e Baker Tilly Revisa: quella dell’aprile 2016. Dopo l’evento, ci ha scritto Guccione, «deluso dai toni di Salvini e dai suoi ragionamenti davvero poco condivisibili, non ho più avuto alcun rapporto con Più Voci né tantomeno con Salvini».