Se ne è andato a soli 47 anni una grande penna. Autore di "Boris" e "La linea verticale", scrittore e regista, persona dall'intelligenza illuminata

«Ci mancherai tanto, ci eri indispensabile». Così l'ha ricordato Corrado Guzzanti, e così lo ricorderanno tutti coloro che sono passati, anche solo per un attimo sui risultati della sua formidabile penna. Mattia Torre, sceneggiatore, commediografo e regista italiano, mente acuta e sensibilità profonda, se ne è andato a soli 47 anni.

Al suo attivo lascia come si dice, una produzione strepitosa: libri, film, spettacoli teatrali, serie televisive, programmi, perle di vario genere e numero.

Dalle commedie teatrali "Io non c'entro", "Tutto a posto", "Piccole anime" e "L'ufficio" al film "Piovono Mucche" dalla serie "Buttafuori" alla raccolta di monologhi "In mezzo al mare". Sino a “Boris”, un esempio di televisione talmente intelligente che a furia di essere imitato è diventato persino un modo di dire.

Con Mattia Torre Serena Dandini si è seduta sul divano rosso di "Parla con me". Con Mattia Torre Corrado Guzzanti è tornato sul piccolo schermo per quello strano quanto esilarante esperimento di “Dov'è Mario”. E con Mattia Torre Valerio Mastandrea ha indossato il camice ospedaliero per lasciare il segno con una produzione che ha colpito e affondato.

"La linea verticale", andata in onda su Rai Tre nel 2018 dopo essere stata un libro e aver occupato la piattaforma Rai Play, è riuscita con la sola forza del racconto a mettere in scena il dolore della malattia, la violenza che sprigiona la voglia di lottare per la vita e l'importanza di vivere in un Paese che bene o male ancora può contare sulla sanità pubblica. Un gioiello, che senza smettere mai di usare l'ironia ha urlato sottovoce quanto lontano possa arrivare una penna capace. Anche per questo caro Mattia, ci mancherai tanto. Perché è vero, ci eri indispensabile