Tra i punti della lettera sostenere la commissione Segre e sollecitare il Parlamento perché si completi la legislazione di contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Sul sito dell'Espresso, ogni giorno il diario di viaggio con in anteprima notizie, eventi, storie e retroscena

"Livore" e "aggressività". Con queste parole inizia la lettera inviata a 1.500 comuni della Lombardia. A spedirla le sardine di Milano che chiedono un cambiamento nel linguaggio politico e nel modo di porsi. Se in Emilia Romagna la campagna elettorale è ormai agli sgoccioli, le sardine sembrano prepararsi alle prossime sfide elettorali (a Milano si vota tra un anno). Simona Reingod, 49 anni, ha aderito al "movimento" dopo un messaggio in rete che chiedeva ‘sardine a Milano’ ce ne sono?’ E io ho risposto”. 

Dopo il concerto del 19 gennaio, il movimento getta nuove radici, mentre dialoga in cerca della sua identità , e lo fa organizzando eventi: “Abbiamo deciso di scrivere questa lettera perché i sindaci sono i diretti rappresentanti dei cittadini e chi meglio di loro può riportare all’interno della società valori come ‘antifascismo’ ed ‘equità’”. 
Ed ecco l’incipit: “In questi mesi,  anche grazie alle Sardine, è stato possibile far emergere l’esistenza di un’altra Italia, che alla politica becera, priva di contenuti e incentrata sulla propaganda dell’odio risponde con i valori della solidarietà, dell’accoglienza, del rispetto dei diritti umani, dell’intelligenza, della non violenza, dell’antifascismo, dell’antirazzismo e della giustizia sociale”. 

Nella lettera che le sardine invieranno ai sindaci, ai consigliere e agli amministratori chiedono di: sostenere la commissione Segre; coltivare la memoria antifascista; aderire alla “Rete dei comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo”; sollecitare il Parlamento perché si completi la legislazione di contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

Dalla Lombardia si passerà poi in tutta Italia, almeno questa sembra essere la speranza, ma non sarà solo una lettera “coinvolgeremo le persone in prima persona, chiedendo loro un impegno concreto su questa tematica, dobbiamo far comprendere che è un problema di tutti”. E chissà se servirà a qualcosa.