In piena emergenza coronavirus, il 7 aprile scorso, dagli stabilimenti di Grafica Veneta, in provincia di Padova, parte un grosso carico di dispositivi di protezione, allora introvabili: mezzo milione di mascherine. Destinazione: Malta. Sono le famose mascherine che il governatore veneto Luca Zaia, nelle settimane più drammatiche dell’epidemia, ha chiesto all’imprenditore Fabio Franceschi, titolare dell’azienda che stampa in esclusiva, tra l’altro, milioni di copie di Harry Potter. Zaia le ha indossate per mesi, nelle conferenze stampa quotidiane, con tanto di logo della Regione. La sola differenza è che in quelle inviate a La Valletta, al posto del leone di San Marco, campeggia la bandiera maltese. Poco dopo, in Italia, le mascherine di Zaia vengono accantonate dai medici. Dopo varie critiche, culminate nel video diventato virale di un farmacista, l’amministrazione regionale riconosce che, come avvertiva lo stesso stesso produttore, «non garantiscono la protezione degli utilizzatori, né il mancato contagio di altri». A Malta però, quando arriva il carico, le mascherine sono merce rara e nessuno si mette a sindacare quanto siano efficaci. «Un gesto di buona volontà», lo definiscono i giornali dell’isola, che elogiano il dono di un italiano al popolo maltese.
L’italiano così generoso con Malta è un avvocato d’affari di Treviso, socio fondatore di uno dei più importanti studi legali del Veneto, che da anni ha rapporti di ferro con la Regione e il suo governatore. Si chiama Massimo Malvestio, ha 59 anni ed è legatissimo a Zaia, che lo ha scelto come legale anche in cause personali. Un’intesa nata quando il leghista veneto era presidente della Provincia di Treviso. E consacrata con la nomina a consigliere giuridico del ministero delle Politiche agricole, dal 2008 al 2010. Quando Zaia lascia il posto di ministro e diventa presidente della regione, Malvestio continua a essere il legale più ascoltato. E negli stessi anni inanella una lunga serie di cariche in società pubbliche collegate al centrodestra, grandi aziende e gruppi bancari e finanziari.
L’amore per Malta sembra scoccare all’improvviso, nell’ottobre 2013. A spiegare l’espatrio è lo stesso Malvestio, nel suo profilo su Internet, dove si presenta così: «Un tempo avvocato a Treviso. Ora a Malta, a debita distanza dalla bancarotta del Bel Paese». Il governatore veneto però non vuole rinunciare al suo legale di fiducia e in un’intervista al Mattino di Padova promette: «Continuerò a rompergli le scatole a Malta, non pensi di essersi liberato di me. Massimo Malvestio era e resterà il mio riferimento giuridico». Parola di Zaia.
Malta è da anni un paradiso fiscale europeo, che offre tasse bassissime alle società finanziarie. Qui Malvestio ha accumulato una fortuna: con una società chiamata Praude Asset Management Limited, amministra fondi d’investimento con una raccolta (dichiarata nel 2019) di 413 milioni di euro. Ma gestisce anche patrimoni individuali, non quantificati. I nomi dei clienti, li conosce solo lui. Questo e poco altro si ricava dal sito della Praude, dove Malvestio viene definito presidente (chairman). I documenti societari di Malta, esaminati dall’Espresso grazie al consorzio giornalistico Icij, mostrano che in realtà non è solo un gestore: è registrato come padrone (azionista unico) di quella e altre società maltesi. Fondate anni prima di annunciare l’addio all’Italia. Società che da Malta continuano a investire nel nostro paese.
Negli atti della Praude, in particolare, Malvestio compare come manager già prima del 2012, con la sua carta d’identità italiana. E quella società è controllata da un’altra tesoreria maltese, Veniero Investments Limited, che risulta costituita il 26 novembre 2009. Quando Malvestio era il consigliere del ministro Zaia. Tra il 2010 e il 2013 la Veniero aumenta il capitale sociale, in più riprese, fino a tre milioni di euro. I soldi vengono versati da Malvestio e da una sua società italiana. Si chiama Finpartes srl ed è una ditta di Treviso, interamente controllata dall’avvocato. A firmare gli atti registrati a Malta è anche il suo direttore, Roberto Gumirato. Un altro manager con robusti agganci nella politica veneta: fino al 2018 è stato il direttore generale di Ascopiave, la società pubblica che gestisce la rete del gas nel Nordest. Sfiduciato dopo uno scontro tra Lega e partiti alleati, ha incassato una buonuscita di 1 milione e 800 mila euro. Oggi è consigliere d’amministrazione del Padova calcio.
A Malta intanto cambia la catena di comando. Il 21 gennaio 2014 l’avvocato Malvestio delibera di trasferire a Malta la ditta di Treviso, ribattezzandola Finpartes Limited. Il trasloco è registrato il 15 aprile, quando Gumirato viene sostituito dai fiduciari maltesi Tom Anastasi Pace ed Anthony Camilleri. L’operazione si completa nell’ottobre 2014: Malvestio cede le sue azioni della Veniero, per 1 milione e 850 mila euro, alla Finpartes Limited. Che diventa la capogruppo di Malta. A quel punto anche il titolare cambia bandiera: Malvestio si registra con carta d’identità maltese e indirizzo in un quartiere residenziale vicino alla capitale.
Nel paradiso fiscale europeo, Malvestio possiede anche tesorerie personali. Come la Cherso Limited, creata il 4 settembre 2014, nel mezzo del trasloco della Finpartes. Altri atti, nel 2015, mostrano che Cherso controlla almeno un’altra finanziaria maltese, Occasio Limited. Negli archivi del consorzio Icij compaiono altre società con lo stesso nome, alle Bahamas e Hong Kong, che però hanno chiuso i battenti da anni, senza mai pubblicare i nomi degli azionisti, per cui potrebbe trattarsi di coincidenze.
In questi mesi i magistrati di varie procure stanno indagando su società e conti esteri controllati dai big lombardi della Lega, come il governatore Attilio Fontana o i tesorieri-fiduciari scelti dall’ex ministro Matteo Salvini dopo lo scandalo delle ruberie di Bossi e Belsito. Finora però s’ignorava che un avvocato di Treviso così vicino a Zaia avesse creato a Malta un impero finanziario di queste dimensioni. Con affari e incroci che portano spesso in Veneto.
Malvestio infatti compare ancora tra gli iscritti all’albo degli avvocati di Treviso. Dove è registrato con indirizzo, email e telefono dello studio da lui fondato insieme al collega Bruno Barel, un altro grande avvocato veneto. Nel sito dello studio BM&A, che sta per Barel, Malvestio e associati, l’avvocato espatriato si presenta come socio fondatore, senza alcun cenno a Malta. Mentre Barel è tuttora uno dei più importanti avvocati della Regione Veneto, che assiste anche nei processi davanti ai giudici europei e alla Corte Costituzionale. Negli ultimi quattro anni, lo studio BM&A ha ricevuto dalla Regione Veneto incarichi legali per almeno 645 mila euro.
Malvestio ha dichiarato più volte di non essere mai stato leghista. Fino ai primi anni Novanta, in effetti, era consigliere provinciale della Dc a Treviso, insieme a Barel. Zaia entra in provincia nel 1995 e ne diventa presidente nel 1998, ma sceglie proprio i due ex democristiani come consulenti più fidati. Diventato governatore, affida a Malvestio anche le cause personali di più forte impatto politico: nel 2013 è lui a querelare, a nome di Zaia, l’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, poi condannato per la famosa truffa dei 49 milioni di rimborsi elettorali, che aveva cercato di tirarlo in ballo per ipotetiche tangenti venete.
Negli stessi anni, Malvestio fa incetta di poltrone in società di rilievo politico: dalla Banca di Bergamo, confluita nel 2010 in Veneto Banca, ad Asco Tlc, Equitalia Nomos e Marco Polo Holding, che controlla l’aeroporto di Venezia, privatizzato. Con il fondo Numeria organizza ricche operazioni immobiliari, in particolare con le case di riposo. E diventa il consulente di fiducia di Roberto Meneguzzo, patron della Palladio Finanziaria. La corsa si ferma con le indagini sul Mose di Venezia. Dopo i primi arresti del 2013, nel giugno 2014 scatta la grande retata con oltre cento accusati per vent’anni di corruzioni. Lo stesso Meneguzzo viene arrestato con l’accusa di aver aiutato i big del Mose a corrompere un generale, Emilio Spaziante, con mezzo milione in contanti. Tra settembre e ottobre Meneguzzo chiede il patteggiamento: la sentenza arriva il 5 novembre. E negli stessi mesi Malvestio sposta tutto a Malta.
In Italia, oggi, l’avvocato è registrato solo come proprietario di una casa a Treviso e di una piccola quota di una società, Plavisgas srl, che acquisisce partecipazioni in altre aziende. Ha sede a San Vendemiano, il comune dove abita il governatore Zaia. Ma risulta controllata dal gruppo Veniero. Cioè dalla società maltese di Malvestio.
Con i suoi fondi esteri, però, l’avvocato ha investito in altre società venete, come la Cattolica assicurazioni. E attraverso la Praude è diventato, tra l’altro, socio dei più famosi imprenditori di Treviso: la famiglia Benetton. Autostrade meridionali è la società che controlla la Napoli-Salerno: ha chiuso il 2019 con utili netti per 16 milioni (su 90 di ricavi). La maggioranza fa capo ad Autostrade per l’Italia, cioè ai Benetton. Il fondo di Malvestio ha il 10 per cento. È il villaggio globale del capitalismo finanziario: il gruppo è quotato in Borsa, il fondo è maltese, ma sono tutti di Treviso. Ora, dopo la prima gara europea, la società ha perso la concessione e ha fatto ricorso al Tar. Quasi tutti i manager sono legati ai Benetton, tranne il vicepresidente, Paolo Cirino Pomicino, ex ministro andreottiano, poi pluri-condannato di Tangentopoli. Nel consiglio d’amministrazione, per il fondo maltese, siede l’avvocata Antonella Lillo. Che è uno dei quattro soci fondatori dello studio BM&A. La stessa legale, oltre che da Malvestio, è apprezzata da Zaia. Che il 7 gennaio scorso ha scelto proprio lei, con un altro avvocato, come «rappresentanti della Regione Veneto nella fondazione che gestirà le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina».
Riconoscente per gli onori riservati ai colleghi, il non leghista Malvestio continua da mesi a inondare la rete di elogi a Zaia. E a Malta, che ha difeso perfino all’indomani dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, assassinata con un’autobomba per le sue inchieste sui paradisi offshore e la corruzione nel governo. Intervistato dal Gazzettino di Venezia il 18 ottobre 2017, Malvestio si è lanciato in una difesa d’ufficio: «Quale corruzione? Malta è un’isola felice. Qui si vive benissimo. Il delitto è maturato nell’ambito del traffico di droga e petrolio. Lo Stato non c’entra nulla». Le indagini, lunghe e sofferte, hanno invece portato a incriminare, come mandante dell’omicidio, uno degli uomini più ricchi di Malta, Yorgen Fenech. La giornalista uccisa era stata la prima a collegarlo a una società offshore, Black 17, che ha versato tangenti, via Panama, a ministri maltesi.
Ora Malvestio progetta di trasferirsi in un altro paradiso fiscale europeo: Montecarlo. Malta sembra averlo deluso. Forse perché tutte le sue società finanziarie hanno sede al quattordicesimo piano della Portomaso Business Tower: il grattacielo più alto dell’isola. Che appartiene, come il casinò sottostante e molto altro, proprio a Fenech.
AGGIORNAMENTO DEL 14 AGOSTO ORE 16,00
LA REPLICA DELL'AVVOCATO MALVESTIO: MAI GESTITO SOLDI DI POLITICI