Un’anonima filiale bancaria della Bergamasca. Un’agenzia come tante, al piano terra di una palazzina moderna, con le vetrine affacciate su uno stradone trafficatissimo. Passa da qui, tra affari sospetti e finanziamenti pubblici spariti, la pista dei soldi della Lega. Secondo quanto L’Espresso ha potuto ricostruire, almeno 2 milioni di euro provenienti dal partito di Matteo Salvini sono approdati all’Ubi di Seriate, già Popolare di Bergamo. Un fiume di denaro con un’unica destinazione, sempre la stessa, quella banca nel cuore della provincia lombarda. Approdo finale dei bonifici, decine e decine di operazioni nell’arco degli ultimi sei anni, erano i conti correnti intestati a società riconducibili ad Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i commercialisti di fiducia del partito di Matteo Salvini.
Non è un caso che proprio la filiale di Ubi a Seriate sia diventata una sorta di porta girevole per i soldi della Lega.
Da quelle parti il bergamasco Di Rubba, 41 anni, poteva contare su un amico di vecchia data come Marco Ghilardi, il direttore dell’agenzia su cui adesso si sono concentrate le attenzioni degli investigatori. Un rapporto, quello tra il professionista targato Lega e il funzionario di Ubi, che risale molto indietro nel tempo, almeno una decina di anni. E strada facendo, come vedremo, i due hanno anche concluso un affare insieme, scambiandosi la quota di controllo di una società.
Ghilardi, classe 1970, una carriera tutta interna ai ranghi della banca bergamasca, nei giorni scorsi è stato a lungo interrogato come testimone dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi. I due magistrati della procura di Milano sono i titolari dell’inchiesta per peculato e turbativa d’asta sull’acquisto nel 2017 della nuova sede della Lombardia film commission, presieduta da agosto 2014 fino a giugno del 2018 da Di Rubba, ora indagato insieme al collega Manzoni. Dalle carte ufficiali si scopre che a gennaio del 2016 la fondazione a controllo regionale ha aperto un conto, il 6224, proprio all’Ubi di Seriate. Una scelta che a prima vista appare inspiegabile.
Perché mai l’ente guidato dal commercialista della Lega decise di rivolgersi proprio a quell’agenzia distante una sessantina di chilometri dalla propria sede di Milano, la capitale finanziaria del Paese? Tutto appare più chiaro alla luce dei documenti bancari, decine di pagine che raccontano degli stretti rapporti tra Di Rubba e Ghilardi, il direttore della filiale in provincia di Bergamo.
Il conto all’Ubi di Seriate nelle settimane scorse è finito al centro dell’indagine dei magistrati del capoluogo lombardo. A dicembre del 2017, infatti, dal deposito intestato a Lombardia film commission è partito un bonifico di 790 mila euro per il pagamento di un immobile di Cormano, nell’hinterland milanese, destinato a ospitare i nuovi uffici dell’ente. Quel fabbricato, un vecchio capannone malmesso, era stato acquistato solo 11 mesi prima per 400 mila euro, come ha rivelato un’inchiesta dell’Espresso pubblicata nell’aprile dell’anno scorso. Una rivalutazione a dir poco sorprendente: il 100 per cento nell’arco di un anno, e per di più a spese di un ente pubblico. Insomma, l’operazione gestita da Di Rubba si rivelò un affarone per il venditore, cioè l’Immobiliare Andromeda, che aveva come unico azionista la società Futuro Partecipazioni. Quest’ultima era amministrata da Michele Scillieri, commercialista con studio a Milano, ora anche lui indagato. È invece finito in carcere Luca Sostegni, presunto prestanome nella prima fase del complesso affare.
Una volta incassati da Immobiliare Andromeda, i proventi di quella fortunata vendita si sono dispersi in mille rivoli. E in molti casi, come hanno scoperto gli investigatori, i beneficiari dei pagamenti erano società molto vicine ai due professionisti bergamaschi. Ancora una volta il crocevia decisivo si trova alla filiale Ubi di Seriate. Il 10 dicembre 2017, cinque giorni dopo aver incassato il prezzo della vendita del palazzo di Cormano, l’Immobiliare Andromeda versa 178.500 euro sul conto corrente 6460 dell’Ubi di Seriate intestato alla Sdc srl, una società costituita nel 2016 con capitali provenienti dallo studio Dea Consulting di Di Rubba e Manzoni. I quali, come rivela l’esame della documentazione bancaria, tra il 2016 e il 2018 hanno ricevuto in totale quasi 370 mila euro (198 mila per Di Rubba, 171 mila per Manzoni) provenienti da quello stesso conto alimentato anche da versamenti di Radio Padania, che fa capo al partito di Salvini. Altri 62 mila euro sono invece andati dalla Sdc al tesoriere della Lega, il deputato Giulio Centemero, da sempre in ottimi rapporti, anche d’affari, con i due commercialisti.
Studio Dea Consulting, Cld srl, Nsa srl, Sdc srl: ecco i nomi delle società, tutte con il conto all’Ubi di Seriate, che hanno ricevuto i pagamenti con il marchio del Carroccio. Queste sigle nei mesi scorsi sono finite nei rapporti dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Gli analisti hanno ricostruito la girandola di bonifici bancari che collegano le casse della Lega con i più svariati destinatari. Una serie di operazioni, conclude il documento dell’Uif, che sembrano «finalizzate alla ricezione di consistenti fondi dalla Lega Nord e da soggetti collegati a tale partito sotto forma di pagamenti di prestazioni professionali», di cui però, si legge nelle carte dell’indagine, appare «dubbia l’effettività». In altre parole, c’è il fondato sospetto che quei bonifici siano in realtà serviti ad arricchire pochi fortunati attingendo alle case del partito.
Questo gran traffico di bonifici, in gran parte qualificati dai tecnici di Bankitalia come operazioni sospette, non poteva passare inosservato a Ghilardi, il direttore della filiale che, come detto, vantava una frequentazione di lunga data con Di Rubba. La carriera dei due amici si era incrociata una prima volta già molto tempo prima. Anche il commercialista della Lega, infatti, ha un passato da impiegato di banca: nel 2001, appena diplomato ragioniere aveva trovato un posto all’allora Popolare di Bergamo, lo stesso istituto, destinato a trasformarsi in Ubi, dove già da una decina d’anni lavorava il futuro direttore della filiale di Seriate.
La conferma nero su bianco degli ottimi rapporti tra Ghilardi e Di Rubba arriva da un documento rintracciabile negli archivi della Camera. Il nome del commercialista lombardo compare infatti nel lungo elenco degli aspiranti consiglieri d’amministrazione della Rai depositato a Montecitorio un paio di anni fa. Una notizia inedita: non si era mai saputo che il professionista sponsorizzato dalla Lega aspirasse addirittura a un posto in prima fila nella tv di Stato. Ogni candidatura doveva essere accompagnata da un curriculum vitae e in quello di Di Rubba alla voce “referenze” viene testualmente indicato “Marco Ghilardi, Popolare di Bergamo - Ubi”.
[[ge:espresso:plus:articoli:1.334142:article:https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/04/26/news/la-lega-incassa la-regione-paga-1.334142]]Porta invece la data dell’11 dicembre 2009 una compravendita che vede protagonisti il direttore di banca di Seriate e il futuro presidente di Lombardia film commission. Quel giorno l’intero capitale della società Partecipazioni srl viene ceduto da Ghilardi. A rilevare le quote al valore nominale di 10 mila euro è un’altra società a responsabilità limitata, la Dea, rappresentata da Alberto Di Rubba e dal fratello Enrico.
Gli atti consultati da L’Espresso non aiutano a comprendere per quale motivo la Partecipazioni srl, costituita solo due mesi prima, sia stata ceduta. Certo è che la società fondata da Ghilardi arriva in fretta a fine corsa: viene incorporata dalla controllante Dea, di proprietà dei Di Rubba. La sigla Dea può infatti essere letta come l’acronimo delle iniziali di Domenico e dei due figli Enrico e Alberto.
Correva l’anno 2013 e la Lega, chiusa la parentesi di Bobo Maroni, si affidava al nuovo segretario Matteo Salvini. Parte da lì la gran volata di Di Rubba: incarichi pubblici e affari privati. Con milioni di euro che dalle casse del partito finiscono a minuscole società. Un tesoretto depositato nei conti dell’Ubi di Seriate, nell’agenzia diretta dall’amico Ghilardi.