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Opinioni
ottobre, 2021

Gli applausi dopo la bocciatura della legge Zan sono come crimini d'odio

Quelle urla risuoneranno per sempre nella storia le nostro Paese come violenze contro tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans che aspettavano una legge che le tuteli. Ma la lotta non si ferma certo qui

Quelle grida, quegli applausi. Quegli abbracci, quelle esultazioni da stadio, quelle risate. Sono violenze contro tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans. Contro tutte le donne, tutte le persone disabili, cittadini e cittadine italiane che da 25 anni chiedono, pretendono, aspettano una legge che le tuteli dalle discriminazioni, dalle violenze dai crimini d'odio che ogni giorno vengono raccolti attraverso le testimonianze, le richieste di aiuto e di accoglienza da servizi come la Gay helpline. Quelle risate e quegli applausi sono come crimini d'odio. E sapremo da oggi, da ieri, che dietro ogni discriminazione a scuola, sul lavoro, dietro ogni ragazzo e ragazza cacciata di casa, ci sono e ci saranno quelle risate e quegli applausi e quelle esultazioni che non dimenticheremo.

 

Perché risuoneranno per sempre nella storia del nostro Paese. Rimbalzeranno per sempre sulle pareti delle aule del Parlamento della Repubblica. E c'è un dato ancora più amaro, ancora più difficile da digerire: quelle forze politiche, quella peggiore destra omotransfobica del nostro paese, che esultava, non rappresenta la maggioranza parlamentare e questo significa che oltre alle loro feste, c'erano le feste, gli applausi invisibili silenziosi di tanti altri senatori e di tante altre senatrici fra i banchi delle stesse forze politiche di cui fanno parte anche i primi firmatari e le prime firmatarie del disegno di legge contro l'omotransfobia, la misoginia e l'abilismo.

 

 

 

Questo è il dato politico che ci portiamo a casa, una sconfitta generale di un'intera classe politica che non ha fatto il suo lavoro. Perché l'unico compito è quello di ascoltare e rappresentare i bisogni e le esigenze, le voci dei cittadini e delle cittadine italiane: un compito che non è stato portato avanti. Ma alle persone, a chi vive quotidianamente la discriminazione e dentro contesti di violenza interessa fino a un certo punto sapere il nome o il cognome di chi ha tradito, chi è colpevole, di chi è la responsabilità.

 

Perché alle persone interessa il risultato, interessa sapere se è stato raggiunto un nuovo risultato, un nuovo strumento per emanciparsi dai contesti di violenza. Però allo stesso tempo potremmo chiederci e iniziare a riflettere sulla legittimità dell'uso del voto segreto in quei casi in cui esporsi da una parte o dall'altra non implica un pericolo per la vita del politico e della politica di turno.

 

Le associazioni hanno gridato a gran voce, segnalando i pericoli e rischi fin dalle prime modifiche al testo originario, i primi accordi, i primi compromessi interni alla stessa maggioranza e su cui le destre hanno solamente potuto fare leva consapevoli dei nervi scoperti, sapevamo che c'era e che stava piombando una sentenza capitale su questo disegno di legge.

 

Eppure ci abbiamo sperato. Ci siamo illusi e ci siamo illuse perché ci sembrava incredibile che dopo 30 anni non saremmo riusciti e riuscite a raggiungere questo risultato eppure questo è quanto. Ma sia chiaro: quel grido che è stato ascoltato nelle aule del Parlamento risuonerà in tutte le città da oggi perché siamo stanchi e stanchi e perché la lotta non si ferma certo qui. Anzi.

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