Disegni a matita, a penna, a pastello. Ma anche opere realizzate con timbri e acquerello, maschere di carta, stoffe, collages: alla Triennale dal 15 ottobre

Il15 ottobre prossimo inaugurerà una mostra in Triennale Milano dedicata a Saul Steinberg, artista e illustratore molto apprezzato dagli amanti della grafica e dell’editoria.

 

Con il tratto grottesco, personale e diretto, per decenni le sue immagini hanno accompagnato articoli o hanno risolto copertine dei più importanti magazine internazionali.

Attraverso l’utilizzo della china e della linea, Steinberg riusciva a illustrare gli argomenti più disparati sempre in maniera puntuale ed esaustiva. Le cover per il New Yorker sono famose e conosciute anche dai non addetti ai lavori.

La grande particolarità delle sue illustrazioni è l’intreccio tra grafica, illustrazione e testi: ognuno di questi elementi convive con gli altri senza prevaricarli, raggiungendo piuttosto un bilanciamento armonico sia a livello grafico che contenutistico.

 

Nato in Romania nel 1914, Saul Steinberg arrivò giovanissimo in Italia dove studiò e si laureò in architettura presso il Politecnico di Milano. A seguito delle leggi razziali, fu costretto a partire per gli Stati Uniti, dove dopo qualche anno ottenne la cittadinanza. Cominciò da subito a lavorare per il New Yorker, legando indissolubilmente il suo nome alla gloriosa testata e alla città americana, dove morì nel 1999. Per il settimanale di New York realizzò 85 copertine e circa 650 illustrazioni.

 

Famosissima la cover del 29 marzo 1976 dal titolo “View of the World from 9th Avenue” in cui Steinberg disegna il resto del mondo visto da Manhattan a rappresentare New York e Manhattan stessa come il centro del pianeta. Un’immagine divenuta iconica e stampata successivamente su libri, poster, t-shirt e borse.

Saul Steinberg_Cover_ok

Anche la visione di New York, sua città di adozione, veniva filtrata dalla sua formazione europea. Nel 1967, intervistato dal grande giornalista Sergio Zavoli, Saul Steinberg spiegò la capitale americana in questo modo: «Dunque, ecco i funghi di cemento che spuntano dall’asfalto dei nostri tetti, belli no? Sono i cassoni dell’acqua. Questo strano paesaggio è un po’ il simbolo della città, una città capovolta, che ha messo i cortili in aria, che vive a rovescio, insomma. Tutto intorno ci sono i labirinti verticali, in Europa si chiamano case, e sono verticali per via degli ascensori che altrimenti non servirebbero».

 

L’Italia fu sempre presente nella sua vita: finita la Seconda guerra mondiale ci tornò più volte, vi lavorò moltissimo e mantenne contatti e amicizie con intellettuali e artisti italiani. Gio Ponti, Bruno Munari, Alberto Lattuada e su tutti Aldo Buzzi, scrittore e regista, con il quale condivideva la passione per il buon cibo.

 

Proprio per questo legame particolare di Steinberg con la città di Milano, la mostra in Triennale Milano dal titolo semplice e diretto “Saul Steinberg”, ha ancora più senso artistico e letterario. 

Saul Steinberg_Senza titlo, 1954

L’evento è a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari. Lo stesso Italo Lupi, insieme a Ico Migliore e Mara Servetto, ha progettato l’allestimento. La mostra durerà fino a marzo 2022, e presenterà molti disegni a matita, a penna, a pastello. Ma anche opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg. E ancora, originali dei giornali e dei libri su cui Steinberg pubblicò le sue opere.

Molti di questi materiali sono stati donati direttamente alla Biblioteca Nazionale Braidense dalla Saul Steinberg Foundation.

Saul Steinberg in Triennale prende spunto dagli anni di formazione dell'artista a Milano (1933-1941) per fornire testimonianza del suo rapporto con l’Italia. Saranno anche esposti i disegni che Steinberg realizzò negli anni ’70  e che raffigurano la città lombarda della sua giovinezza. Quella di cui scrisse: “L’aria di Milano era ottima, allora, e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai.”

Saul Steinberg_Senza titolo, 1965

 

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