Politica
6 settembre, 2021

Dai no vax ai tatuaggi nazi, i candidati più improbabili di queste elezioni amministrative

Negazionisti, no green pass, estremisti. Ecco alcuni nomi nelle liste: tra partiti che sfruttano l’onda complottista e una destra in cerca di voti di qualsiasi provenienza

«Qua di no vax non ce n’è nessuno», afferma in una manifestazione contro il green pass a Piazza Duomo a Milano, Luca Teodori, candidato sindaco a Roma per il Movimento 3V (vaccini vogliamo verità), nato nel 2019 come movimento antisistema e che dalla pandemia e dalla campagna vaccinale ha tratto linfa vitale per i suoi slogan. Dopo circa nove minuti dal suo esordio nel comizio, Teodori rimette in chiaro le cose: «Basta vaccini Covid. Se limitiamo la sovranità, abbiamo perso tutto». Un motto applicabile in maniera trasversale, come ha evidenziato Repubblica, al «fiume carsico del complottismo italiano», che sta emergendo nella campagna elettorale per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre per arrivare sulle schede elettorali di molti comuni.

 

Del Movimento 3V fa parte anche Andrea Tosatto, candidato sindaco a Bologna. «Qualcosa che questo sistema non può prevedere, né capire né controllare, proprio come il sasso che dalla fionda di Davide fece crollare il gigante Golia», è lo slogan che accompagna la candidatura sua e degli altri esponenti del partito. La pagina Facebook di Tosatto è costellata di commenti complottisti e no vax – dall’«Andatevi a fare un’altra pera» all’asserzione che «il governo italiano ha 40 milioni di cittadini contro». Il 30 agosto, in seguito alle minacce ricevute da Matteo Bassetti, direttore dell’Unità clinica malattie infettive dell’Ospedale S.Martino di Genova, per la sua “conversione” da scettico del Covid a sostenitore della campagna vaccinale, Tosatto ha scritto: «Matteo Bassetti è stato seguito a piedi e minacciato sotto casa da un tale. Vergogna! Date un motorino a quest'uomo!». In un’intervista rilasciata al Foglio il 2 settembre, Bassetti ha affermato che il figlio Francesco, dodicenne, ha dovuto cambiare appartamento per la paura causata dall’aggressione. 

 

 


Simile al M3V anche Italexit, erede delle pulsioni antieuropee del Movimento 5 Stelle e guidato dall’ex pentastellato Gianluigi Paragone, che si alimenta del malcontento per le difficoltà economiche dovute alla globalizzazione. E fa dunque l’occhiolino alle teorie complottiste e no vax che fanno presa – forse più sulla rete che nella vita reale – su parte dei cittadini. Ivano Verra, candidato sindaco a Torino ha affermato di recente che «c'è chi è pronto a baciare i malati di Covid per contrarre il virus piuttosto che vaccinarsi», e che la Carrà sia morta come conseguenza del vaccino.

 

L’avvocato Andrea Coffari, anch’egli ex 5S e candidato sindaco per Italexit nel comune di Sesto fiorentino, difese Claudio Foti, psicologo e “guru” della Casa “Hansel e Gretel” di Bibbiano. Coffari, oggi no vax e no green pass, sostenendo che i bambini venissero rapiti da sette sataniche piene di pedofiili, condivise in quel periodo il video di uno scienziato americano, David Steele, che nelle sue teorie si spinse ad affermare l’esistenza di una colonia di bambini portati sul pianeta Marte.

 

 

Se il Movimento 3V e Italexit, così come Casapound e Forza Nuova, possono essere considerati i casi più estremi tra gli “anti Sistema”, anche una parte di destra “istituzionale”, rappresentata in Parlamento da Lega e Fratelli d’Italia, si barcamena tra condanna delle teorie negazioniste e allusioni e ammiccamenti che invece le avvalorano agli occhi dei propri elettori. Tra i nomi papabili per la lista civica a sostegno di Enrico Michetti, candidato sindaco a Roma della coalizione di centrodestra, in un primo momento non a caso era comparso il nome dell’attore Enrico Montesano, complottista e negazionista, che nel 2020 ha partecipato a una manifestazione “no 5G”, e che lo scorso giugno aveva abbracciato una teoria – smentita poi dallo stesso Montesano - secondo cui il sangue dei vaccinati verrebbe in verità eliminato. La sua candidatura poi è saltata.

 

Enrico Montesano insieme al candidato a Bologna del Movimento 3V, Andrea Tosatto

 

Sempre a Roma, ha fatto discutere la candidatura al Consiglio comunale da parte di Fratelli d’Italia di Francesco Cuomo, ultrà laziale i cui tatuaggi sono facilmente fraintendibili con richiami alla simbologia nazifascista. «Sono un patriota, un tradizionalista. Sono per il crocifisso attaccato in aula a scuola», ha risposto in un’intervista su Repubblica in cui gli si chiedeva se fosse ancora nostalgico del Duce. In caso Cuomo non venisse eletto, Meloni può comunque puntare su Rachele Mussolini, consigliera comunale a Roma di Fratelli d’Italia, bannata da Instagram e Facebook nel 2019 per rimandi al nonno.

 

Rimanendo nella Regione Lazio, a Latina c’è il candidato sindaco imposto dalla Lega al centrodestra, Vincenzo Zaccheo: ex Msi e già primo cittadino della città, nel 2010 fu costretto a dimettersi dal consiglio comunale. Lo scorso gennaio, in seguito a una richiesta di rinvio a giudizio, il tribunale di Roma ha rilevato la prescrizione per i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso di ufficio e falso, senza però constatare i presupposti per un proscioglimento nel merito. Ed era presente anche Zaccheo, insieme a Matteo Salvini e Angelo Tripodi, capogruppo al Consiglio regionale ed ex Forza Nuova, al comizio in cui l’ex sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, poi costretto a dimettersi, rivendicò l’intestazione del parco Falcone – Borsellino al fratello di Mussolini.

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