Censire le donne che hanno abortito e le persone che hanno “attivato il percorso di modifica del sesso anagrafico” tra il 2011 e il 2021. È la richiesta che arriva da Ferrara a firma di Alcide Mosso, consigliere Lega.
Due interrogazioni snelle (soltanto due punti) presentate alla giunta Fabbri, anch’essa leghista. Nella prima, quella sul cambio di genere, si chiede di documentare l’eventuale dato raccolto suddiviso per anno, distinguendo se si tratta di maggiorenni o minorenni.
Nella seconda interrogazione Mosso chiede quante donne, che si sono presentate alle strutture del Servizio sanitario nazionale del Comune di Ferrara per richiedere l’attivazione della procedura di interruzione volontaria della gravidanza per motivi economici, sociali, psicologici, lavorativi, familiari, hanno poi proseguito nel percorso fino ad arrivare all’IGV. A questo si aggiunge la richiesta di conoscere il numero di giorni intercorsi tra l’attivazione della procedura e l’intervento abortivo.
Una “semplice statistica” spiega il consigliere che di recente si è scagliato contro le monache Clarisse, colpevoli di essersi offerte di aiutare i migranti. Il pensiero magico del consigliere: «Dato che ormai le statistiche si fanno su tutto, lo scopo è quello di capire lo stato di fatto nel nostro Comune e a conoscere i dati, senza alcuna intenzione di discriminare o colpevolizzare qualcuno».
Medico veterinario dipendente dell’Azienda Usl di Ferrara, Alcide Mosso si era già distinto per un’ossessione quantomeno curiosa per i numeri. Nel 2020 aveva chiesto di poter valutare la tipologia di libri presenti nella biblioteche comunali (“Vorrei chiedere se si può avere un elenco libri che si intende acquistare per valutare la tipologia dei libri in dotazione alle biblioteche […] Visto che il Comune paga per l’acquisto di questi libri credo che sia corretto valutarne la tipologia”).
Ma non solo, nello stesso anno annunciò il suo impegno per costruire un cimitero per i feti in città: «Sarebbe doveroso dare una degna sepoltura ai bambini non nati (quelli che, con gelida definizione, qualcuno chiama “prodotti del concepimento”). Un cimiterino per ricordare queste creaturine senza nome».
Nel maggio del 2022 aveva invitato con una lettera aperta la Cgil ferrarese ad opporsi alla cultura della morte: «Più volte denunciata da Papa Francesco, che vede nell’aborto e nell’eutanasia soluzioni che invece dovrebbero lasciare posto a ben altre iniziative di segno positivo».