Storia di Andrea Laszlo De Simone, il musicista che fa di tutto per passare inosservato

L’autore di un gioiello come “Vivo” interpreta il termine “controcorrente” nel modo più rigoroso ed estremo. Fenomeno interessante in un mondo come quello musicale morbosamente legato all’apparenza

Oggi vi voglio raccontare la storia di Andrea Laszlo De Simone, perché è il contrario di come dovrebbe essere. Prima di tutto va detto che sorprendentemente non si tratta di un nome d’arte, ma di un nome accorciato. Intero fa Andrea Oliviero Laszlo De Simone Saccà, e d’ora in poi verrà chiamato per brevità solo col suo primo nome di battesimo. Andrea vive nell’ombra, non, lo vedete mai in televisione, non lo sentite mai parlare in radio, ma fa canzoni. Non solo, quando agli inizi del 2021 mi capitò di ascoltare per puro caso, perché ovviamente Andrea nella sua schiva riservatezza non fa una gran promozione, un pezzo intitolato “Vivo”, rimasi folgorato. Sembrava che Andrea avesse aperto un cassetto e avesse trovato un gioiello degli anni Sessanta (zona Nico Fidenco/Sergio Endrigo) rimasto chissà come mai inedito e l’avesse pubblicato.

Ma anche questo è lievemente impreciso perché la canzone (se vi fosse sfuggita andate immediatamente ad ascoltarla) possiede un senso di straniamento, alla fine perfino qualche sognante dissonanza psichedelica, che alla fine la fa apparire moderna. Ma l’incipit è lungo, lunghissimo, roba d’altri tempi, un’orchestrazione lenta e onirica, bisogna avere solo un poco di pazienza e poi dal pezzo si rimane immancabilmente avvinti.

A quel punto uno cerca delle immagini, e se ne trovano, poche ma se ne trovano, e si scopre che anche qui c’è qualcosa di strano, perché baffi e capelli sembrano quelli di un militante del Movimento Studentesco agli inizi degli anni Settanta. Totalmente fuori moda. Insomma Andrea fa di tutto per passare inosservato, ma non ci riesce completamente, perché ora le note di “Vivo” stanno passando in televisione al seguito di una pubblicità, le note attenzione, non la voce, perché quello sarebbe stato troppo. Diciamo che Andrea interpreta il termine “controcorrente” nel modo più rigoroso ed estremo, e questo in un mondo musicale morbosamente legato all’apparenza, è molto interessante. Con tempi enormemente dilatati pubblica altri pezzi. Ora ne è uscito un altro intitolato "I nostri giorni”, e lui fa un comunicato per scusarsi: «A tutti voi chiedo scusa perché è una canzone molto triste e ultimamente di sentimenti del genere ne abbiamo respirati parecchi», spiega Andrea: «Ma gli ultimi anni mi hanno insegnato che noi esseri umani siamo dotati di un coraggio eccezionale se nonostante tutto continuiamo, chi più e chi meno, a conservare questa meravigliosa, perversa e sana voglia di vivere….».

Da notare che il pezzo, così triste e doloroso, è uscito alcuni giorni fa (il 16 settembre) ma i fatti della vita prendono le canzoni e le spiegazzano, le accartocciano, le trasformano, e ascoltare ora I nostri giorni, è già tutt’altra cosa: «Cieli chiusi in casa e fuori strade spoglie, nessuno sa che cosa accadrà, soffia vento freddo sopra i nostri giorni, e dietro le porte armati di sogni, aspettando che torni la nostra vita». Caro Andrea non preoccuparti, a chiedere scusa dovrebbero essere in tanti.

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