Al Paris Peace Forum che si è appena concluso per il nostro Paese era presente solo il sindaco di Milano. E l'incapacità di collaborare a livello internazionale resta il tema più delicato sul tavolo

Si è appena concluso il Paris Peace Forum, il forum mondiale che si tiene ogni anno a Parigi - sotto l’egida del Presidente Macron - per trovare soluzioni alle sfide globali e garantire pace e sicurezza.

 

L’11 e il 12 novembre si sono riuniti capi di Stato e Ministri, Commissari Europei, Direttori delle Organizzazioni Internazionali e delle Ong e Ceo del settore privato per discutere insieme dei temi caldi, dalla guerra in Ucraina al cambiamento climatico, dalle disuguaglianze globali alle crisi alimentari di cui stanno soffrendo le popolazioni più vulnerabili. Sotto il titolo di questa quinta edizione del Forum - “Riding Out the Multi-Crisis” - si è parlato delle divisioni tra l’Est e l’Ovest del mondo, del ruolo della Russia e della Cina e del re-allineamento della geopolitica globale, ma anche delle divisioni tra il Nord e il Sud, che passano spesso inosservate a causa della visibilità del divario tra l’Est e l’Ovest ma che continuano ad allargarsi di anno in anno – creando tensioni che potrebbero trasformarsi nell’ennesima crisi globale.

 

Non c’è più tempo, questo è il messaggio chiave emerso dai due giorni del Paris Peace Forum, sottolineando che le crisi di oggi stanno degenerando troppo in fretta e che, volenti o nolenti, se ne stanno aggiungendo di nuove a un ritmo senza precedenti, anche a causa della nostra incapacità di collaborare a livello internazionale e della mancanza di leadership lungimirante nei governi e nelle aziende capace di risolvere le crisi esistenti e di prevenire quelle future.

 

Insomma, le parole chiave sono state collaborazione invece che competizione, cooperazione tra i Paesi del nord e del sud nell’ottica di risolvere le crisi esistenti e di supportare i Paesi più vulnerabile in questa transizione, rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani - come fondamenta da tenere salde per poter gestire e rispondere alle sfide globali.

 

La partecipazione istituzionale dell’Italia è stata limitata durante questa edizione del Paris Peace Forum, a parte il Sindaco di Milano Beppe Sala. Il Sindaco ha sottolineato il ruolo cruciale delle città nel proporre e trovare soluzioni alle sfide globali – soluzioni che i Governi spesso non danno, e l’importanza quindi di collaborare tra Sindaci per creare un cambiamento virtuoso sul territorio. Sala ha anche parlato del bisogno di avere nuovi italiani e di far diventare italiano/a chi di fatto già lo è, riferendosi ai dibattiti sullo ius soli e sulla migrazione, per far sì che il nostro Paese continui a crescere. Una voce che si discosta dalle posizioni del Governo Meloni, forse anche con l’obiettivo di allontanare o alleviare la tensione tra Italia e Francia a causa della disputa sulla nave Ocean Viking. Una tensione di cui si è parlato dietro le quinte del Forum, e che preoccupa in un momento di alta fragilità globale in cui serve più che mai un’Europa capace di agire unita nel rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani di cui da sempre si fa promotrice.