I tesorieri di Hezbollah, gli oligarchi sanzionati, i riciclatori di soldi mafiosi. E poi truffatori, criminali, spie di regimi autoritari. Tutti con cariche consolari. Un’inchiesta internazionale de L’Espresso con Icij e ProPublica mostra i nomi di oltre 500 impresentabili: privati che rappresentano Stati e non si possono intercettare o perquisire

Il trafficante d'armi. Il tesoriere dei terroristi. Il riciclatore di narco-dollari. Lo stupratore seriale. L'oligarca con una rete personale di spie russe. Il ladro di antichità. Il trafficante di visti. E tanti altri protagonisti di storie criminali, intrighi politici, scandali economici. Rispetto ai comuni cittadini, hanno un titolo in più: la carica di console onorario. Uno status che garantisce una speciale protezione internazionale: una forma di immunità diplomatica. Che può essere strumentalizzata anche da personaggi pericolosi. Fuorilegge al di sopra della legge.

Questa inchiesta giornalistica internazionale, chiamata Shadow Diplomats (diplomatici-ombra), ha identificato, per la prima volta, più di 500 consoli onorari che sono stati accusati pubblicamente di aver violato la legge o gestito affari controversi per interessi privati. Molti risultano tuttora in carica. L'inchiesta ha unito più di 160 giornalisti di 46 nazioni, tra cui L'Espresso in esclusiva per l'Italia, coordinati dall'International Consortium of Investigative Journalists (Icij) e dalla fondazione indipendente ProPublica. I cronisti di 61 testate di tutto il mondo, dagli Usa alla Bielorussia, dalla Germania all'India, hanno lavorato insieme, per più di sei mesi, come una redazione collettiva, documentando ciascuno degli oltre 500 casi registrati di malgoverno delle nomine o delle attività dei consoli onorari. Nell'elenco degli Shadow Diplomats compaiono criminali violenti, politici corrotti, tesorieri di organizzazioni terroristiche, riciclatori di capitali mafiosi, assassini, spie al servizio di regimi autoritari, truffatori, trafficanti di cocaina. Più di cinquanta di questi diplomatici-ombra sono stati arrestati, per reati gravi, mentre erano in carica.

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I consoli onorari non sono funzionari statali. Sono privati, che però gestiscono un pezzo di potere pubblico: rappresentano uno Stato all'estero. Sono figure che esistono da secoli, ma in passato avevano ruoli marginali: operavano soprattutto come supplenti o vicari, in situazioni di necessità, per assistere Paesi che non avevano o non potevano permettersi una vera ambasciata. In questi ultimi decenni i consoli onorari sono diventati una struttura portante, stabile, del sistema diplomatico internazionale. Quasi ogni nazione ha propria rete di rappresentanti privati nelle principali città di quasi ogni Paese straniero. L'aumento del loro numero, importanza e diffusione non è stato però accompagnato dalla creazione di un sistema globale di accreditamento e di controlli. Anzi, i trattati internazionali, in particolare la Convenzione di Vienna del 1963, li proteggono con una speciale immunità legale, che rende molto difficile controllarli: una versione minore dello stesso status di inviolabilità che è riconosciuto agli ambasciatori ufficiali.

I consoli onorari, in particolare, non possono essere perquisiti o intercettati. I loro uffici non possono essere ispezionati dalle forze di polizia, neppure con un mandato della magistratura. La loro corrispondenza e tutte le altre comunicazioni devono restare segrete. Molti Paesi riconoscono ai consoli onorari anche il diritto di attraversare le frontiere con la cosiddetta valigia diplomatica, che non può essere controllata, anche se può raggiungere le dimensioni di un container. Uno scudo legale che ha finito per attrarre nel mondo dei diplomatici privati molti personaggi spregiudicati, insieme a numerosi criminali, interessati a sfruttare l'immunità consolare per i loro traffici.

Tra i casi che riguardano il nostro Paese, il più grave riguarda un falso medico soprannominato «dottor anoressia». Negli atti dell'inchiesta della Procura di Como, che ha portato alla sua incriminazione, si leggono le terribili testimonianze delle sue vittime italiane: «Lui mi era sopra, mi toccava, che paura quando si avvicinava… Mi vergognavo tanto». A scrivere queste parole è delle sue pazienti, una ragazza che ha descritto i suoi tre mesi di terapie con quel finto psicologo in un diario di 182 pagine, poi sequestrato come prova. In quegli anni il suo predatore, uno psicoterapeuta senza alcuna laurea, era anche il console onorario della Croazia nel Canton Ticino. Il «professor dottor Waldo Bernasconi», come si legge nel decreto di nomina, era stato designato nel 1992 dall'allora presidente croato Franjo Tudman. È stato destituito solo nell’ottobre 2009 dal ministro degli Esteri Gordan Jandrokovic con l'accusa di «aver danneggiato l'immagine della Croazia nel mondo».

In quei diciassette anni il console onorario ha potuto aprire, al confine tra Italia e Svizzera, una rete di strutture sanitarie che pubblicizzavano costose cure contro l'anoressia, la bulimia e l'iperfagia: dalla clinica Sana Vita di Lugano ai centri comaschi Forum Crisalide e Casa Dap (che sta per Disturbo alimentare psicogeno). Bernasconi però esibiva titoli professionali fasulli. Non aveva alcuna abilitazione alla professione. Vantava l'iscrizione a un albo di psicologi in Toscana, da cui però era stato radiato. Non era medico, né dietologo, né psicoterapeuta. Era falsa anche una certificazione internazionale, intestata alla Jolla University, firmata in realtà dal suo giardiniere-factotum.

L'inchiesta dei magistrati di Como è nata da un articolo di Vittorio Malagutti pubblicato da L'Espresso nel 2007. Il giornalista ha raccolto e pubblicato le prime testimonianza delle vittime, soprattutto ragazze giovanissime, ricoverate per gravi disturbi alimentari e sottoposte per mesi a «terapie sessuali», con abusi e violenze. Sperando nelle sue cure, dozzine di famiglie italiane hanno pagato cifre pesanti, fino a 238 mila euro.

Waldo Bernasconi ha sfruttato la sua carica di console onorario, come si legge nelle carte giudiziarie, «per accrescere la propria autorevolezza per le relazioni in campo scientifico». E in quegli anni si è dato molto da fare tra la Svizzera e Zagabria. Ha annunciato l'apertura di università private nelle città croate di Abbazia e Fiume. Ha organizzato a Lugano competizioni sportive e convegni con ambasciatori. Ha pubblicato anche un opuscolo, per l'associazione di amicizia svizzero-croata, con un'intervista a un famoso calciatore, Branko Vidak, un asso dell’Haiduk di Spalato, che ha giocato anche nei Grasshoppers di Zurigo.

Scoppiato lo scandalo, il falso psicoterapeuta ha perso la carica di console ed è stato processato in contumacia in Italia. Nel 2016 la Cassazione lo ha condannato in via definitiva a sei anni e mezzo di reclusione. Bernasconi però ha potuto evitare l'estradizione, in quanto cittadino elvetico, e non ha mai fatto un solo un giorno di prigione. È morto a casa sua, nel 2018, libero e indisturbato. La ragazza italiana che scrisse il diario delle sue terapie dell'orrore, finito agli atti dei processo, aveva lasciato la casa di cura Sana Vita nel dicembre 2004. Pochi mesi dopo si è suicidata. Aveva 22 anni.

Le autorità croate hanno disposto la loro prima campagna di controlli sui consoli onorari solo nel 2009, dopo la rimozione di Bernasconi dalla carica, quando l'allora presidente Jadranka Kosor ha ordinato di verificare la posizione degli altri 70 privati autorizzati a rappresentare Zagabria in tutto il mondo.

L'inchiesta giornalistica Shadow Diplomats ora colma questa lacuna legale globale: come riassumono Icij e Pro Publica nell'articolo di presentazione, «non esiste alcuna autorità internazionale con il potere di tracciare e controllare i consoli onorari». E decine di nazioni non pubblicano neppure i loro nomi.

In diversi Paesi, la rete consolare funziona come una diplomazia parallela, non ufficiale. La Russia, in particolare, ne ha potenziato il ruolo con l'invasione della Crimea e la guerra in Ucraina. L'inchiesta Shadow Diplomats ha identificato 30 consoli onorari tra i personaggi sottoposti a sanzioni internazionali per i loro strettissimi legami con il regime di Vladimir Putin. Almeno 17 sono rimasti in carica fino al giorno del loro ingresso nella lista nera degli oligarchi sanzionati.

Altri nove consoli onorari, come mostrano i documenti ottenuti con questa inchiesta giornalistica, risultano collegati a organizzazioni terroristiche. La rete più consolidata fa capo a Hezbollah, il movimento religioso integralista che in Libano controlla un partito politico e una forza paramilitare. Gli Stati Uniti hanno designato Hezbollah come organizzazione terroristica, attribuendole una lunga serie di attentati con centinaia di vittime americane.

Faouzi Jaber è un uomo d'affari legato a Hezbollah che è stato incriminato negli Stati Uniti per traffico internazionale di armi da guerra e riciclaggio di narco-dollari. Gli agenti della polizia federale lo hanno pedinato e intercettato, tra l'Africa e il Medioriente, mentre trattava affari milionari con emissari colombiani delle Farc e con fornitori europei di arsenali bellici. Jaber in quegli anni rivestiva la carica di console onorario della Costa d'Avorio in Libano. Nel 2012, a Beirut, è stato intercettato in un hotel a quattro stelle mentre organizzava traffici di armi e droga, presentandosi come rappresentante del movimento paramilitare libanese sostenuto dall'Iran: «Sono un uomo di Hezbollah, ma chi lo sa? Nessuno».

Nelle carte dell'Fbi si legge che Jaber ha accettato di fornire ai guerriglieri delle Farc «missili terra-aria, fucili d'assalto, lanciagranate e granate», per un valore di oltre 8 milioni di dollari, con l'intesa che quelle armi sarebbero state usate per colpire le forze statunitensi in Colombia. Jaber ha anche accettato di assistere le milizie armate colombiane nei traffici internazionali di cocaina, sempre secondo le indagini, favorendo il trasporto e lo stoccaggio della droga in depositi clandestini nell'Africa occidentale e il successivo riciclaggio dei profitti a favore delle Farc, utilizzando conti bancari intestati a prestanome insospettabili, anche a New York.

Nelle carte giudiziarie americane si legge che Jaber ha incontrato diversi trafficanti di armi e droga non solo in Libano e Ghana, ma anche in Europa, in particolare in Polonia e in Ucraina. Ed è stato intercettato mentre offriva cariche diplomatiche ai suoi interlocutori: «Ti farò nominare nostro console nel tuo Paese. Tutti i tuoi amici potranno diventare consoli, così viaggeranno senza problemi».

Ladislav Otakar Skakal è stato console onorario dell'Italia in Egitto fino al 2014. Si era fatto conoscere come dirigente di una compagnia di crociere turistiche sul Nilo, con base a Luxor. Nel 2017 è stato incriminato dalle autorità del Cairo con l'accusa di aver trafugato ed esportato illegalmente oltre 21 mila reperti archeologici, tra cui preziosi sarcofagi, monete e vasi millenari. Il carico, secondo l'atto d'accusa, è stato spedito in Italia, nel porto di Salerno, all'interno di un container diplomatico, con il suo nome e la carica di console onorario, che in realtà Skakal aveva ormai perduto. Accusato di furto e contrabbando di antichità, nel 2020 è stato condannato in contumacia, in Egitto, a 15 anni di reclusione. Una pena che non ha scontato, perché è scappato all'estero: secondo la stampa egiziana, vive da anni in Italia. L'Espresso ha cercato di contattarlo per sentire la sua versione dei fatti, senza ottenere risposta.

Diversi regimi autoritari usano i consoli onorari anche come uffici di copertura per centrali spionistiche. Molti di questi casi riguardano la Russia. Sergei Samsonenko è un oligarca che controlla un colosso internazionale delle scommesse sportive. È stato console onorario di Mosca nella Macedonia del Nord dal 2016 fino all'estate scorsa: è stato rimosso solo dopo i primi mesi di guerra in Ucraina, sull'onda delle sanzioni occidentali contro il regime di Putin. Già nel 2014, quindi prima di diventare console onorario, Samsonenko era apparso in un video promozionale di un partito politico filo-russo della Macedonia del Nord. Dove, nel 2017, un rapporto top secret dell'intelligence locale ha svelato che da quel console dipendeva una rete di funzionari onorari che in realtà funzionava come «base operativa dei servizi di spionaggio russi». Quei diplomatici privati, secondo il dossier macedone, venivano impiegati dal regime di Putin anche per organizzare campagne di propaganda e disinformazione dirette a bloccare il progetto di adesione della Macedonia del Nord alla Nato. Le autorità macedoni hanno revocato l'accreditamento di Samsonenko nell'agosto scorso, senza fornire spiegazioni ufficiali. L’oligarca non ha risposto alle richieste di commento. Nei mesi scorsi, quando la stampa pubblicò il dossier macedone, Samsonenko affermò di non aver mai collaborato con i servizi segreti russi, definendo infondate quelle accuse.

Nel mondo operano migliaia di consoli onorari, diverse centinaia solo in Italia, che per lo più sono imprenditori o professionisti emigrati all'estero, ex politici, nobili, possidenti, personalità conosciute e rispettate, che svolgono una funzione pubblica per una nazione amica e accettano di incassare compensi modesti. Ma l'assoluta mancanza di controlli indipendenti ha favorito la strumentalizzazione della carica, al servizio di organizzazioni criminali o regimi dittatoriali, pronti a usare schiere di diplomatici privati per operare nell'ombra, come dimostrano gli oltre 500 casi ora documentati grazie all'inchiesta Shadow Diplomats.