Piazza Venezia, Fori Imperiali, San Giovanni in Laterano, San Lorenzo, Stazione Termini. E poi indietro, di nuovo verso il centro. Chilometri di strade nel cuore di Roma che hanno tutte una caratteristica in comune: nessuna donna le percorrerebbe mai da sola senza voltarsi a ogni angolo, senza accelerare un po’ il passo, non sentendosi al sicuro. Per questo le associazioni DonnexStrada e Siamo Nettare hanno scelto di organizzare la quarta e conclusiva tappa di “Sulla stessa strada - Liberx non coraggiosx”. Dopo Torino, Milano e Bologna, è giunto nella capitale l’evento che invita soprattutto le donne ad attraversare collettivamente alcuni luoghi, fra i meno illuminati ma comunque frequentati delle città, per riflettere insieme, confrontare le proprie paure e scoprire che sono condivise. È una riappropriazione consapevole dello spazio urbano, o almeno un tentativo di denuncia di una limitazione reale, spesso minimizzata come luogo comune. «Vogliamo essere libere, per la strada, non considerate coraggiose con un mazzo di chiavi fra le dita, pronte a difenderci, tanto nei quartieri sconosciuti quanto sotto casa», è ciò che si sente fra le donne che avanzano una accanto all’altra per oltre dieci chilometri. Si scherza, si ride, ci si conosce. Qualcuno si aggiunge durante il tragitto, incuriosito dalle t-shirt, dai fischietti, dal gruppo compatto che avanza. Ci si fa forza a vicenda, attraversando via dei Lucani a San Lorenzo, dove ancora campeggia in rosso la scritta “Giustizia per Desirée”, sul cancello dello stabile dove la sedicenne Desirée Mariottini fu stuprata e uccisa nel 2018. «Per anni ho attraversato Roma di notte, unica donna sull’autobus per ore. Andavo all’università, non guidavo e non vivevo in centro. DonnexStrada è nata anche per questo. Dall’esigenza mia e di Ilaria di trovare uno spazio sicuro», spiega a L’Espresso la fondatrice dell’associazione Laura De Dilectis mentre, insieme, proseguiamo.

Piazza Venezia, Fori Imperiali, San Giovanni in Laterano, San Lorenzo, Stazione Termini. E poi indietro, di nuovo verso il centro. Chilometri di strade nel cuore di Roma che hanno tutte una caratteristica in comune: nessuna donna le percorrerebbe mai da sola senza voltarsi a ogni angolo, senza accelerare un po’ il passo, non sentendosi al sicuro. Per questo le associazioni DonnexStrada e Siamo Nettare hanno scelto di organizzare la quarta e conclusiva tappa di “Sulla stessa strada - Liberx non coraggiosx”. Dopo Torino, Milano e Bologna, è giunto nella capitale l’evento che invita soprattutto le donne ad attraversare collettivamente alcuni luoghi, fra i meno illuminati ma comunque frequentati delle città, per riflettere insieme, confrontare le proprie paure e scoprire che sono condivise. È una riappropriazione consapevole dello spazio urbano, o almeno un tentativo di denuncia di una limitazione reale, spesso minimizzata come luogo comune. «Vogliamo essere libere, per la strada, non considerate coraggiose con un mazzo di chiavi fra le dita, pronte a difenderci, tanto nei quartieri sconosciuti quanto sotto casa», è ciò che si sente fra le donne che avanzano una accanto all’altra per oltre dieci chilometri. Si scherza, si ride, ci si conosce. Qualcuno si aggiunge durante il tragitto, incuriosito dalle t-shirt, dai fischietti, dal gruppo compatto che avanza. Ci si fa forza a vicenda, attraversando via dei Lucani a San Lorenzo, dove ancora campeggia in rosso la scritta “Giustizia per Desirée”, sul cancello dello stabile dove la sedicenne Desirée Mariottini fu stuprata e uccisa nel 2018. «Per anni ho attraversato Roma di notte, unica donna sull’autobus per ore. Andavo all’università, non guidavo e non vivevo in centro. DonnexStrada è nata anche per questo. Dall’esigenza mia e di Ilaria di trovare uno spazio sicuro», spiega a L’Espresso la fondatrice dell’associazione Laura De Dilectis mentre, insieme, proseguiamo.