La premessa d'obbligo è che in qualche modo un palinsesto va comunque riempito. Non che sia una giustificazione a metterci proprio dentro di tutto, ma la fatica di andare avanti a buttar carbone nel treno va comunque considerata anche quando il risultato lascia a desiderare. Così, un gruppo assai nutrito di autori ha pensato bene di creare un giochino preserale, che tanto in giro ce ne sono pochi. Ma visto che i pacchi erano stati già aperti da tempo, nella scatola televisiva ha deciso di inserirci un’altra scatola, parlante però, che fornisce indizi al fine di arrivare alla soluzione di un inutile quiz.
Così, portato da una cicogna sui davanzali italici, nasce appunto “Una scatola al giorno”, un titolo su cui non si possono fare battute perché a nessuno piace vincere facile.
Alla guida del game show di Rai Due c’è Paolo Conticini, una bella voce alla Alberto Lupo, dotato del non facile dono dell'ubiquità (è contemporaneamente sul Nove per il mercatino di “Cash or trash”) e che ha una sua gradevolezza indiscussa comprensiva di garbo, colpi di phon e scarpe da tennis per rendere il tutto alla mano.
Dopo la Volpe nel “Cantante mascherato”, i trucchi gommosi di “Tale e quale” e il tango figurato di “Ballando con le stelle”, l'attore si ritrova, non si sa se in qualità di complice o di pura vittima, a capo di un sorprendente insieme situazionista liberamente ispirato al maestro Gigi Marzullo.
Innanzitutto Conticini è nella bizzarra doppia figura di conduttore e concorrente, ovvero in poche parole si fa delle domande e si dà anche le risposte. Ma per completare l'omaggio a re della cultura notturna, nel bel mezzo del gioco prende da parte il vip del giorno per un’intervista sulle note di “Ancora”. Mentre Manzini e Mazzocca, i comici comprimari regalano imperdibili battute («Scusa se ti interrompo ma dov'è il bagno?») lo studio si ammanta di un umorismo raggelante che spesso e volentieri lascia interdetti gli stessi ospiti: «Tu che ami la cultura indiana, perché i santoni si fasciano la testa?». Oppure: «C'è un sorta di esibizionismo nel mostrare il fianco?». O ancora: «Ma secondo lei, le tende da sole ci stanno?».
Dopodiché superato il brivido si torna all’indovinello con inusitato entusiasmo, Conticini parla alla scatola come se fosse normale e si azzarda una soluzione. Se la risposta è esatta scattano gli applausi, se invece è sbagliata si applaude lo stesso tanto, colpo di scena, in palio non c'è un bel niente. Solo la linea al Tg2. Quando si dice, l'importante è partecipare.