Adulti che prendono la scena, battibecchi insostenibili, cadute di stile. In nome dell’educazione. Nel talent di Canale 5 va in scena l’ennesimo caso di doppia morale. Altro che Montessori

La scuola di Amici e il metodo Maria De Filippi: l’importante è non dare il buon esempio

Secondo il metodo di Maria Montessori l’insegnante deve favorire la voglia innata di fare del bambino, deve saper osservare, fornire gli strumenti adeguati e infine saper tacere al momento giusto. Secondo il metodo di Maria De Filippi invece no.

Il denominatore comune, per rimanere nell’area linguistica scolastica dei programmi propinati da Mediaset della suddetta Queen, è piuttosto un’avanzata programmatica di doppia lettura, dove quel che sembra progressista è al tempo stesso il suo contrario, quel che appare uno sguardo in avanti si riduce a una testa voltata indietro, ciò che si spaccia come illuminato è alla fine dei conti una semplicissima risoluzione in nome dell’ipocrisia: lo faccio per te ma fino a un certo punto, basta che si pianga il giusto, si scavi nel sentimento un tanto al chilo, si duplichino le morali a piacere. Che poi sia davanti a una busta, di fronte a un falò o seduti in un banco poco conta. L’importante è impegnarsi a non dare il buon esempio. Accade puntualmente, ma quando si tratta di “Amici” ci si fa più caso, perché se di fronte ai ragazzi che dovrebbero ballare e cantare, si piazza un manipolo di adulti che si comporta come nei trenini di Capodanno l’impressione è notevole.

Si comincia con la bizzarra performance di Emanuele Filiberto nei panni del giudice, il principe che probabilmente nel suo intimo visse d’arte e visse anche d’amore ma ancora non l’ha detto a nessuno. L’educazione sentimentale dei virgulti prosegue con le consuete diatribe dei cosiddetti “professori”, i quali con ostinazione si ingegnano in ogni modo per agitarsi in prima persona, bisticciano, adottano strategie sottobanco, infrangono le regole, ripetono all’infinito la lezione a pappagallo e si citano addosso.

A furia di sgomitare prendono la scena e i ragazzi attoniti si dimostrano, come quasi sempre accade, di gran lunga più maturi dei grandi.

Sino ad arrivare alle perle sparse che vengono inflitte senza colpo ferire, quando tra un balletto e l’altro si abbatte sullo studio il solito insidioso dibattito anti sessista, il fisico delle ballerine, magro è meglio, ma non magro anche, insomma siamo nel 2022 e non si deve cadere in questo rito trito. E appena sembra che il messaggio possa essere adeguato ecco che i due “insegnanti” giocano su un binocolo per poter guardare meglio le forme della danzatrice professionista. «Tieni, così puoi vedere da vicino quanto è bella mia moglie». Quando si dice la pedagogia cosmica. 

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