Quando la presentano è sempre “frizzante”, “pungente”, “irriverente”. Una peperina si sarebbe detto ai tempi di Gianburrasca. In realtà lei, Andrea Delogu, splendida quarantenne, umanamente simpatica e sulla carta una donna capace di suscitare diffuse empatie generazionali, della scavezzacollo televisivamente parlando ha davvero pochino. Perché recita. Sempre, comunque e a prescindere. Lo fa, senza neanche troppo agio, anche nella sua ultima fatica di tarda serata, “Tonica”, su Rai Due. All'apparenza un programma di brio che ha tutti i contenuti giusti al posto giusto. Si rivolge ai giovani con i giovani. Parla di musica facendo musica. Insomma, come si diceva ai tempi dei consigli per gli acquisti, cosa vuoi di più dalla vita.
Ma nonostante dai presupposti ci si aspetti una conduzione leggera come una piuma, ci ritrova di fronte a un innamoramento viscerale e indissolubile del copione. Delogu lo scrive, lo legge, lo impara con diligenza, e anche se prova spesso ad alzare sapientemente gli occhi al cielo in cerca di una qualche ispirazione di spontaneità mentre muove le mani a ritmo, si capisce che non ha nessuna intenzione di lasciarsi andare. Così l'intero prodotto, breve ma intenso, è vittima costante di un'aria di pesantezza da velluti antichi, da sipari imbiancati, e anche se si tratta di lanciare l'ultima star di Tik Tok ti aspetti da un momento all'altro che da una quinta sbuchi lo spettro di Banquo.
Peccato, anche perché questa aria da attrice dall'aria impostata che suo malgrado non riesce a staccare i piedi dalle tavole del palco un po' sbatte col il ruolo da eterna giovane promessa della Rai, e anche quando parla di sé, della sua esperienza, ma anche dei suoi amici («ciao Stefano, tutti ci credono amanti e invece»), i suoi trascorsi, i suoi amori, il suo divorzio («ma siamo rimasti molto legati») i suoi lavori precedenti («quando Arbore mi ha scoperta»), presenti («dopo che Arbore mi ha scoperta») e futuri («visto che Arbore mi ha scoperta»), insomma, anche quando tratta uno degli argomenti che più le sta a cuore proprio non ce la fa a cedere all'improvvisazione. Così alla fine di ogni puntata, nonostante si siano intravisti sprazzi inediti di modernità quel che resta allo spettatore è soprattutto il bagaglio d'esperienza della conduttrice, pubblico e privato, che viene declamato in un avvincente Linkedin da palcoscenico. Mentre le note restano sullo sfondo. Loro sì, molto toniche.