Secondo un particolarissimo ricettario sepolto nelle soffitte ancestrali di Rai Uno, il palinsesto estivo deve essere allegro. Un po’ come le divise dei vigili urbani, che con lo scoccare del cambio di stagione mutano di tessuto, e pazienza se ancora si gela o viceversa, il calendario comanda sempre sulle temperature. Allo stesso modo, se è estate in tv si ride, con tutti i denti possibili. E si canta. Ma soprattutto si entra in studio a bordo di un qualche cosa con le ruote, che fa tanto spettacolino da villaggio, che sia un carretto regionale, una bicicletta, o una lambretta poco importa, basta che sia a spinta, che quel con quel che costa la benzina non è certo il tempo di sprechi a caso. Così con questo andazzo afoso si muove “Camper”, il nuovo format che vanta più inviati dei tentativi di imitazione della Settimana enigmistica.
La rivoluzionaria idea del programma, capitanato da Tinto e Roberta Morise, è stata partorita direttamente da Angelo Mellone, il dirigente Rai per il quale «essere di destra vuol dire amare la terra dei padri». Così per 70 puntate si cercano di mostrare le bellezze del Paese, percorrendolo in lungo e in largo in vari modi, una trovata dopo l’altra. Si va delle gare culinarie con le specialità regionali, alla ricerca delle sabbie fini, come le magliette di Baglioni, il tutto con un entusiasmo talmente inusitato da lasciare col fiatone.
Il cuore pulsante è dato dalla sigla, prima quella del programma, poi la sigla per i conduttori, c’è la sigla del barman che balla a suon di tequila, la sigla per gli inviati, la sigla per lo studio, due parole altissime, tipo “buongiorno a tutti” e via di nuovo con un po’ di musica per introdurre l’introduzione. E giusto prima di arrivare alla sigla di chiusura piovono gli innumerevoli collegamenti, sempre un po’ a caso, tanto non ci credono neanche loro, e poco importa se puntualmente non partono, se si sovrappongono le voci o se resta l’immagine fissa. Non saranno certo questi trascurabili dettagli televisivi a far passare il buonumore.
Così si scopre che l’Elba è quell’isola dove Napoleone è stato per un po’, che Capri ha una cornice suggestiva, che Beppe Convertini si è battezzato e ha fatto la cresima nella stessa chiesa e soprattutto che nelle spiagge di Jesolo si può cercare il principe azzurro, o almeno un fidanzato, e se gli manca il cavallo bianco si troverà un modo per adattarsi.
Alla fine, i risultati sono quel che sono, le puntate ottengono meno ascolti delle repliche di Forum ma l’energia sprizza, tra un balletto, uno scherzo e cinque gocce di sudore. Altro che Chanel