Pare che l’industria musicale si sia reindirizzata negli ultimi tempi soprattutto su due obiettivi principali: Sanremo e l’estate. Pensando alla smisurata grandiosità della cultura musicale sembrerebbe davvero poca cosa, ma non c’è niente da fare. Il denaro segue questi flussi “ideali” e l’industria si adegua. Questo spiega il diluvio di pezzi più o meno dichiaratamente estivi, a fil di bagnasciuga e cocktail con agrumi, comunque allegri, ballabili, catchy, reggaeton o forse reggaeton no, perché pare finalmente ufficialmente declassato come roba da provinciali, che iniziano a uscire a cadenza praticamente giornaliera, a partire da ora.
Titoli non ne mancano: Margherita Vicario esce con “Onde”, perfino Elisa offre una sua sofisticata versione del mood balneare con “Litoranea”, e Tommaso Paradiso sebbene canti “Piove in discoteca” si riferisce chiaramente a un banale acquazzone estivo. I giovanissimi si scatenano in dichiarazioni programmatiche, tipo Kaze che suggerisce «Volevo portarti al mare però qualcosa purtroppo deve essere andato storto» e i Piazzabologna (sic) che vanno dritti sul condivisibile lamento dell’eccesso di calore con 30 gradi all’ombra. Tutto sommato anche l’ormai celeberrimo “Bagno a mezzanotte” di Elodie si suppone sia possibile solo ed esclusivamente in tempi d’estate, o è quantomeno raccomandabile. Dunque una calamita irresistibile, e siamo solo agli inizi.
Che siano o no di argomento estivo la produzione finalizzata alla stagione è in pieno furore, e vale la pena ricordare, che sia o meno motivo d’orgoglio, che la mania dei pezzi estivi o comunque pensati per la stagione delle vacanze, è una invenzione totalmente ed esclusivamente italiana, non è un assoluto, non è una categoria dello spirito in uso nel mondo anglosassone, né tanto meno nei paesi del Mediterraneo.
È un’usanza nata nel nostro Paese ai primordi degli anni ’60, poi abbandonata per lungo tempo, rianimata da colpi d’eccezione come “Vamos a la playa”, e tornata clamorosamente in auge negli ultimi anni, con un crescendo che non accenna a placarsi.
Uno dei sentimenti che sembrano prevalere all’orizzonte è quello della nostalgia, evocata ai massimi livelli dell’olimpo pop dalla nuova uscita di Fedez con Tananai e Mara Sattei intitolata “La dolce vita”, con immagini che richiamano l’innocente e sbarazzino candore delle estati di tanti anni fa.
Ora, la nostalgia è canaglia, lo sappiamo, ma per una volta ha tutte le giustificazioni possibili e immaginabili. Tre anni di merda come quelli che abbiamo passato non si vedevano da decenni e che qualcuno possa provare un filo di nostalgia per gli anni in cui si poteva tranquillamente tossire in faccia al nostro interlocutore e non si sentivano bombe cadere a un passo da casa, è lecito. L’importante è stare attenti alla scadenza. I prodotti sono da consumarsi entro il 31 agosto.