Piero Angela, il divulgatore gentile che ha insegnato al pubblico il piacere del sapere

Aveva 93 anni quando ci ha lasciato il giornalista che ha inventato Quark. Aprendo la strada al gusto della scienza in televisione

Aveva cominciato spiegando i misteri della particella più piccola. Ed era arrivato a raccontare le gioie altrettanto misteriose del sesso. Sempre con quella sua voce suadente, una cantilena che lasciava inchiodata allo schermo milioni e milioni di spettatori, anno dopo anno, storia dopo storia. Piero Angela se ne è andato così, col sorriso a cui ci aveva abituati in una vita di divulgazione al servizio delle persone che avevano bisogno di capire, che avevano bisogno di capire con lui.

Giornalista, scrittore, intellettuale, Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica e poi Cavaliere di Gran Croce (ma senatore a vita, no, “Non fa per me” dichiarò in un’intervista al Corriere), era nato a Torino nel 1928 e ha pensato bene di trascorrere la sua intera esistenza pubblica insegnando agli altri l'importanza della fame di sapere.

 

Un mercoledì del 1981, giusto dopo una puntata di Dallas partì una futuribile sigla virtuale sul primo canale della Rai. E su quelle ormai celeberrime note di Bach della “Suite in re maggiore” sbucò il suo volto educato, con quegli occhi che sembravano sempre socchiusi per trovare la concentrazione giusta. «Esploreremo il mondo della scienza e della ricerca in modo chiaro e comprensibile nei suoi vari aspetti. Il titolo lo abbiamo ripreso a prestito dalla fisica perché indica i più piccoli mattoni della materia. E noi proveremo ad andare dentro le cose» furono le sue prime parole. Era cominciata una piccola, pacata rivoluzione. Che metteva in campo ingenti mezzi tecnologici in quei tempi lontani senza social, solo per rendere lo spettatore parte attiva di un discorso generalmente respingente. La scienza presentata non come spettacolo ma che spettacolo lo diventava, pur senza alcuna concessione all’allontanamento dal rigore assoluto.

Fu un successo, roboante che tenne incollati alla tv nove milioni di spettatori. Molti dei quali, magari i loro figli, sono rimasti lì, trasmissione dopo trasmissione, a seguire la sua divulgazione, la sua generosità intellettuale. E che oggi, senza Piero Angela, si sentiranno un po' più soli, un po' più piccoli. Come una particella di quark

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