Satira preventiva
Il piano di Daniela Santanchè per le spiagge: bilie in Swarovski e contanti al posto delle conchiglie
Il progetto della ministra per dire basta alle spiagge libere. Nessun conflitto: c’è totale armonia tra il suo ruolo pubblico e gli interessi privati
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Auguri alla nuova gestione dell’Espresso, e un abbraccio fraterno alla redazione.
Prende forma il Piano di Salvezza Nazionale delle spiagge italiane, fortemente voluto dalla ministra del Turismo Daniela Santanché. Come annunciato, al primo posto c’è il risanamento delle spiagge libere, piene di cicche di sigarette, lattine di birra, drogati, migranti, e per giunta senza smaltimento differenziato di tutti questi rifiuti. Verranno messe all’asta e finalmente assegnate ai privati.
L’accusa L’accusa di conflitto di interessi è stata respinta con sdegno da Santanché nel corso di una conferenza stampa alla quale si è presentata con la maglietta da bagnino e una cesta di cocco bello, cocco fresco da distribuire ai giornalisti. «Non c’è alcun conflitto di interessi - ha spiegato la ministra -, semmai c’è una totale armonia di interessi tra il mio ruolo pubblico e i miei interessi privati. Mi stringerò la mano quando, da ministro, firmerò a me stessa o a qualche mio collega la concessione di una spiaggia libera. La sinistra mi critica per la solita ragione di sempre: sono brutti, tristi, sfigati e dunque ci invidiano. Chi non vorrebbe sedersi, con gli zigomi rifatti e le labbra a canotto, su un divano leopardato sorseggiando un beverone con l’ombrellino mentre il deejay ripropone Sandy Marton e le hit dei favolosi anni Ottanta?».
Briatore Spalleggiando l’amica e socia di sempre, ha finalmente spiegato che cosa vuol dire veramente Twiga. Il nome della celebre spiaggia è un mix di “twenty”, che è il numero delle ostriche pro capite consigliate dallo chef, e “viva la figa”, che è la ragione sociale dei berlusconiani fin dall’inizio della loro straordinaria avventura. Non solo un marchio commerciale, ma una presa di posizione politica in piena regola.
Come procedere Le spiagge libere, oltre a essere in balia della prima famigliola spiantata con il suo ombrellone portatile da quindici euro, sono piene di alghe, conchiglie, meduse, tronchi alla deriva, granchi morti, ossi di seppia. In particolare questi ultimi, ricordando la poesia di Montale, rappresentano l’odioso ricatto degli intellettuali ai danni della genuina voglia di vivere degli italiani. Nelle spiagge privatizzate, e bonificate a spese dello Stato, sulla battigia ci saranno ritrovamenti molto più positivi e dinamici. Reggicalze, tacchi del dodici consumati dalla salsedine, biglietti da visita di venditori pubblicitari e di chirurghi estetici, e per andare ulteriormente incontro ai gusti popolari le dentiere gratuite per tutti promesse da Berlusconi in campagna elettorale. I pedalò della flotta Twiga rilasceranno in mare, al largo, questi preziosi reperti, in modo che la risacca li trascini a riva, per la gioia dei bagnanti. Un bambino che raccoglie sulla spiaggia una dentiera per la nonna non è infinitamente meglio di un bambino che raccoglie una banale conchiglia?
Allo studio I mucchi di alghe sulla riva sono uno dei retaggi più tipici del mare quando era abbandonato a se stesso. Nel mare privatizzato le alghe saranno sostituite dagli algoritmi. Camminando a piedi nudi sul bagnasciuga, le impronte plantari verranno rilevate da raffinati algoritmi che scaricano sul vostro smartphone utili consigli su cosa acquistare. Sul bagnasciuga del Papeete, in omaggio a Salvini, ci saranno anche le suggestive banconote spiaggiate: accostandole all’orecchio si sente la voce degli evasori fiscali.
Capalbio Anche per la spiaggia di Capalbio è previsto un piano di bonifica e risanamento. Gli intellettuali di sinistra verranno sostituiti dagli intellettuali di destra, così che il distanziamento tra gli ombrelloni sarà molto maggiore: da uno ogni cinque metri, uno ogni cinque chilometri.
Giochi da spiaggia Al posto delle desuete bilie di plastica con la fotina del ciclista, il ministero promuoverà le nuove bilie Swarovski con la fotina dei manager.