Opinioni
ottobre, 2023

Sergio Matterella e la saggezza di un presidente che è anche un padre per l'Italia

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

L'inquilino del Quirinale promosso per il caso della multa per troppo lavoro durante il Covid annullata. Tra i bocciati della settimana Giorgia Meloni in calo di consensi

CHI SALE

 

SERGIO MATTARELLA
Tra i suoi poteri non c’è quello di annullare una multa, eppure il Presidente non ha voluto ignorare l’appello del primario del Policlinico di Bari, Vito Procacci, sanzionato con 27 mila euro per “eccesso di lavoro” durante il Covid. E se Giorgia Meloni aveva altre gatte da pelare, a lui è bastata una telefonata alla ministra Calderone per risolvere il caso con saggezza e tatto. Come ha detto il primario graziato, «ancora una volta ha dimostrato di essere un padre per questa nazione».

 

ANTONIO RICCI
Fedele Confalonieri gli ha telefonato per dirgli che è «l’imperatore dei rompicoglioni», dopo che Giorgia Meloni ha messo alla porta Andrea Giambruno per gli imbarazzanti fuorionda trasmessi da “Striscia”. Confermando che Mediaset (cioè la famiglia Berlusconi) non ne sapeva nulla. Ha deciso tutto Ricci, come sempre, approfittando dell’invidiabile privilegio di poter scegliere in assoluta libertà il suo bersaglio quotidiano, infischiandosene degli interessi politici del suo editore.

 

ENRICO MARCHI
Il presidente della banca d’affari Finint – e della società che gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia – è riuscito nell’impresa di convincere dodici imprenditori a investire con lui 38 milioni per acquistare Il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia, il Corriere delle Alpi, Il Piccolo e il Messaggero Veneto, diventando l’editore numero uno di tutto il Nord Est. E ora il cavalier Marchi, di antica fede liberale, è il vero emergente della politica veneta.

 

CHI SCENDE

 

GIORGIA MELONI
Mettendo alla porta Giambruno nel giro di 24 ore ha confermato di essere una donna di polso, ma adesso il suo governo arranca. Anche se lei si dichiara «fiera» dei risultati ottenuti, l’ultimo sondaggio Swg rivela che in un anno il gradimento dell’esecutivo è crollato dal 49 al 34 per cento e persino tra i suoi elettori quelli che pensano che abbia fatto peggio (o molto peggio) del previsto sono molti di più di quelli che sono rimasti sorpresi in positivo: 33 contro 21 per cento.

 

GILBERTO PICHETTO FRATIN
L’aveva preparato meticolosamente, il decreto che doveva prorogare il blocco del mercato tutelato di gas ed elettricità (e anche le concessioni idroelettriche). Ma quando il testo è arrivato a Palazzo Chigi, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica se l’è visto bocciare da quello per gli Affari europei, Raffaele Fitto, con l’insuperabile obiezione che quelle norme – violando gli impegni presi con Bruxelles – avrebbero messo a rischio le rate del Pnrr. E il decreto dovrà essere riscritto da zero.

 

CATENO DE LUCA
Il rampantissimo self-made man della politica siciliana – arrivato secondo nella corsa per la presidenza della Regione, dopo essersi fatto eleggere sindaco prima a Fiumedinisi, poi a Santa Teresa Riva, quindi a Messina e infine a Taormina – si è candidato a Monza alle suppletive per il Senato per tentare di ripetere in Lombardia quello che il leghista Salvini è riuscito a fare in Sicilia, ma ha raccolto solo l’1,7 per cento. Lui grida «Sud chiama Nord», ma il Nord non risponde.

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