Cosa c'è di nuovo
Grazie ai pesci rossi ora si fa l'insalata
E anche erbe aromatiche, fiori commestibili. Sono i prodotti di una startup romana che unisce allevamento ittico e agricoltura idroponica. Risparmiando acqua e terreno
Avete presente Boris, il pesce rosso di René Ferretti della serie televisiva che prende il suo nome? Ha fatto un salto di qualità ed è diventato il protagonista del più grande impianto d’acquaponica d’Europa. Nella periferia romana tanti altri pesci d’acqua dolce vivono tranquillamente e sono indispensabili per l’impianto acquaponico di “The Circle”, la startup fondata dai biotecnologi Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e dal marketer Thomas Marino.
Quattro coetanei, classe 1992, amici sin da ragazzini - Thomas e Valerio si sono conosciuti alle scuole medie - che uniscono le proprie competenze per realizzare un modello di produzione di cibo totalmente sostenibile. I pesci vengono allevati nei bacini artificiali e generano sostanze di scarto e ammoniaca sotto forma di escrementi: un ottimo fertilizzante.
L'acqua tramite un sistema a ricircolo viene prelevata dalla vasca e, filtrata e depurata, è utilizzata per irrigare le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali interamente fuori suolo, brevettate dall’azienda stessa. Infine, ritorna nella vasca di allevamento. Il sistema risolve più problemi: l’uso di fertilizzanti, il consumo del suolo e l’utilizzo d’acqua.
Altro aspetto migliorativo è l’abbattimento del lavoro usurante tipico delle produzioni agricole. A questo si aggiunge la qualità delle produzioni: acetosella, baby rucola, erba fungo, lemon spinach, senape riccia, nasturzio, mizuna, fiori eduli, erbe aromatiche e tanti altri. Oltre ai prodotti freschi ci sono due varietà di pesto, normale e vegano, adatti sia alla vendita online che all’export. Già 180 ristoranti possono segnalare sul proprio menu di utilizzare i prodotti dell’azienda.
Questo tipo di tecnologia, implementata su 5.000mq di terreno, ha il vantaggio di recuperare tutta l’acqua che le piante non hanno assorbito, riducendo del 90% il consumo. Per ogni chilo di insalata vengono risparmiati oltre 180 litri d’acqua. L’azienda ha chiuso un aumento di capitale di 2,1 milioni di euro. Nei prossimi tre anni la prospettiva è di crescita con un secondo impianto a Roma, uno a Milano e una sede per la realizzazione del pesto in Abruzzo.