Nel programma ormai cult di Real Time gli eroi non sono gli inquilini che cercano un'abitazione in un momento impossibile. Ma gli agenti. Che ormai sono diventati piccole star da piccolo schermo. E alla fine vincono persino il premio

Giusto un attimo prima del pellegrinaggio tradizionale, il papabile acquirente di una casa ormai si rivolge alla tv. Prova ne è il format ispirato al francese Flat Hunters e in onda su Real Time dal sensuale titolo "Casa a prima vista". Come l’amore, ma circoscritto alle quattro mura. Il progetto è diventato in sole due stagioni una sorta di piccolo culto da piccolo schermo, che parte dall’errato presupposto che, alla fine, il trovare la dimora adatta sia solo questione di feeling, come cantava Mina. E non, al contrario, un percorso tutto in salita con ostacoli variegati sempre più complessi posti sul cammino, che fanno del mercato immobiliare soprattutto delle grandi città con Milano in testa, una sorta di chimera irraggiungibile. Invece il programma si riempie di parole come «experience» e punta sui «living», riuscendo in maniera inaspettata a diventare un appuntamento imperdibile per i seguaci assatanati di metrature.

 

L’assunto è semplice: tre agenti ben vestiti ed empatici ognuno a suo modo, ricevono la richiesta di potenziali compratori alla disperata ricerca del posto giusto col budget giusto, non un euro di più. C’è chi vuole la cabina armadio, chi il doppio attico, chi più semplicemente un monolocale dove potersi accasciare dopo una giornata lavorativa, magari da precario. E i protagonisti, come tre super eroi formato urbano, ovvero Mariana D’Amico, Ida Di Filippo e Gianluca Torre si tirano su le maniche delle giacche di buon taglio, per affrontare la missione facendo finta che sia persino una robina facile. 

 

Il risultato sono oltre mezzo milione di spettatori che non si perdono una puntata, un pubblico fedele capace di appassionarsi a una sorta di immaginaria riedizione di Ai confini della realtà in cui l’aspetto fantascientifico non è solo nel riuscire a dare le chiavi di casa in luoghi dove i ragazzi protestano nelle tende e dove per prendere un mutuo ormai è necessario chiedere il mutuo. Quanto il fatto che, grazie a questo programma televisivo, le vere star alla fine sono diventati gli agenti immobiliari, inseguiti e corteggiati influencer con sprazzi di divismo, incensati da questo mondo all’incontrario. Che premia loro, persino con una somma di denaro a fine puntata, anziché riconoscere e certificare l’eroismo vero di chi oggi vuole provare a compare una casa.