Il personaggio
Paolo Corsini, un direttore Rai tra nazi-rock e Mussolini
Il responsabile degli approfondimenti della tv pubblica si lancia ad Atreju in un attacco a Elly Schlein mentre si definisce "noi" quando parla della dirigenza di Fratelli d'Italia. Ma la sua passione per l'estrema destra non è una novità
Alla Rai, già una polveriera di malumori per essere diventata Telemeloni, mancavano le parole del direttore degli Approfondimenti Rai, Paolo Corsini, un cerino accesso dentro il mare di polemiche tra servizi tg da Istituto Luce e talk da reggimicrofono. Chiamato ad Atreju per moderare un dibattito, nel corso del suo intervento Corsini ha attaccato la segretaria del Pd, Elly Schlein, senza nominarla ma dicendo: «Nelle edizioni passate abbiamo visto Bertinotti, Veltroni, D'Alema, Conte... Quest'anno il confronto ce l'abbiamo ma qualcuno ha preferito rifiutare, forse perché nell'era dei social è più facile cercare un po' di like, ma a dibattere nel merito hanno preferito occuparsi di come vestirsi o di che colore utilizzare piuttosto che confrontarsi nel merito». Corsini ha anche usato più volte il pronome "noi" riferendosi ai dirigenti di Fdi, il partito della premier Giorgia Meloni che organizza la convention.
Nato il 29 giugno 1968 a Rimini ma smaccatamente romano nella cadenza e nei modi, Corsini lavora in Rai da quasi una vita (per l'esattezza dal 1996), dove ha ricoperto diversi incarichi: responsabile della Redazione Telegiornali di Rai Parlamento e Segretario di Redazione di Gr Parlamento. Una passione per la radio che lo ha portato anche a insegnare “Tecniche di giornalismo Radiofonico” al master in giornalismo dell’Università Lumsa. Ma non l'unica: il ventennio, Mussolini, il nazirock. Sedotto da fasci romani e dal duce, il direttore e professore (che più volte nelle sue lezioni, di fronte agli studenti, ha elogiato il ventennio), riempie i propri social di citazioni e riferimenti. Nel 2016, come riporta Alekos Prete su Twitter, partecipa al concerto dei 270 bis, tra croci celtiche, saluti romani e tricolori.
Qui, un Marcello De Angelis cantò Claretta e Ben, brano dedicato a Benito Mussolini e Claretta Petacci. «Io ho il cuore nero, e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero» recita il ritornello. «Grazie per le emozioni» scrive Corsini.
Oggi però a far infuriare l'opposizione, dal Pd al M5s, sono le parole pronunciate ad Atreju. La presidente di Viale Mazzini, Marinella Soldi, ha stigmatizzato l'accaduto: «Credo che un giornalista del servizio pubblico debba garantire un atteggiamento sempre equidistante, a prescindere dal contesto in cui opera». Nel frattempo sono arrivate anche le scuse di Corsini: «Quando si estrapolano parole dal contesto in cui sono state espresse, si corre sempre il rischio di prestarsi a facili critiche e strumentalizzazioni. Ieri sono stato invitato a moderare il dibattito introduttivo di una manifestazione che, in questi giorni, presenta al pubblico un parterre di ospiti e personalità di altissimo livello. In questo quadro, mi dispiace davvero che alcune mie frasi abbiano generato fraintendimenti. Nei miei brevi interventi introduttivi, finalizzati esclusivamente ad animare il dibattito e coinvolgere e presentare i relatori, non c'era ovviamente alcun intento politico o polemico e di questo mi scuso. Sono un giornalista del Servizio Pubblico e il mio impegno quotidiano, come quello di tutti i miei colleghi, è garantire in ogni situazione autonomia, pluralismo e completezza nell'informazione», ha spiegato il giornalista e direttore degli approfondimenti Rai.
Intanto l'ad Rai, Roberto Sergio, ha chiesto sia una relazione sul caso all'Ufficio del Personale di Viale Mazzini, sia di visionare il video dell'intervento di Corsini per valutare eventuali sanzioni.