Lo stop al riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali a Bruxelles. Beppe Sala: «Unione spinga l’esecutivo italiano a essere chiaro: vogliono stare con la Polonia e l'Ungheria o vogliono avere un approccio europeo reale»

L’Europa ci guarda e non è un bello spettacolo. C'è «assolutamente il rischio di una 'orbanizzazione' dell'Italia. Questa è la paura che sta dietro molti degli sviluppi che vediamo. Ci possono essere sviluppi contrari allo Stato di diritto in Polonia e Ungheria, ma l'Italia è un Paese fondatore e uno dei più grandi dell'Unione».

 

Parole della copresidente del gruppo dei Verdi/Ale nel Parlamento Europeo, la tedesca Terry Reintke, durante una conferenza stampa insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala in visita al Parlamento Europeo per chiedere aiuto contro lo stop alle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali da parte di alcuni Comuni in Italia.

 

«È evidente che non si tratta di un caso isolato, si tratta di una ripercussione contro la comunità Lgbtq e contro le minoranze in generale, a volte anche per distrarre da altre questioni politiche. Per questo chiederemo un dibattito in plenaria, perché non riguarda solo l'Italia ma riguarda tutta la comunità Lgbt europea».

 

Alla conferenza oltre Reintke il capodelegazione del Pd, Brando Benifei, che insiste: «Nessun bambino deve essere discriminato. Il Governo Meloni non pensi di "orbanizzare" l'Italia». Lo stop al riconoscimento dei figli delle coppie Lgbt prima, la scelta del Senato di bocciare la proposta di Regolamento europeo per l'adozione di un certificato europeo di filiazione poi per Benifei sono il segnale di «un attacco chiaro: colpire l'avanzamento dei diritti in Italia e in Europa. Meloni si dimostra la migliore alleata dei governi di Ungheria e Polonia: dobbiamo alzare la voce per proporre un'alternativa a tutto questo. Il Governo Meloni lasci cadere la sua inutile propaganda ideologica sulla pelle delle bambine e dei bambini. Per gli Stati membri dell'Unione Europea c'è l'obbligo di riconoscere la filiazione di un minore con genitori dello stesso sesso».

 

Con la speranza che dall’Europa arrivi una ciambella di salvataggio, Beppe Sala si è rivolto a Bruxelles: «Sono qui per chiedere il vostro sostegno. Prima di tutto vengono i diritti dei bambini». Il sindaco del capoluogo lombardo sottolinea che è una questione di diritti delle persone: «L'Unione europea deve prendere nelle sue mani la questione della maternità surrogata, perché è molto delicata e non può essere lasciata agli Stati. È fondamentale per noi, perché non vedo un modo per risolvere la questione in Italia. La seconda cosa è spingere il Governo italiano a essere chiaro: vogliono stare con la Polonia e l'Ungheria o vogliono avere un approccio europeo reale e accettare lo spirito sociale dell'Europa?».

 

Netto, lancia un appello: «Chiedo alle autorità europee di costringere il Governo italiano a essere molto chiaro, non a rimandare il problema e discutere in Parlamento la materia. Ora o mai più, perché papa Francesco è aperto. Ora o mai più, non possiamo ritardare questa discussione, è fondamentale. Il 6-7% della nostra comunità fa parte della comunità Lgbtq+. Non è un problema minore».

 

Nel corso della conferenza a colpire è stata la fisionomia dell’Italia vista dall’Europa. Messaggi omofobici veicolati dalla politica, con dichiarazioni violente come quelle di Rampelli, Mollicone, Roccella. Per tutto ciò il giudizio sul nostro paese è netto. «La forza negativa che avrebbe per l'Ue nel suo complesso - conclude Reitnke - se vedessimo ulteriori sviluppi in questa direzione in Italia, sarebbe di una magnitudo assolutamente diversa. Per questo dobbiamo difendere i diritti civili e lo Stato di diritto adesso e non aspettare che si arrivi al punto cui è arrivata l'Ungheria».