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Politica
aprile, 2023

Finanziamenti e poltrone sul red carpet: ecco gli affari delle film commission

Le venti fondazioni locali per il cinema restano sospese tra il sostegno alla settima arte e l’ente di promozione turistica. Spoil system alle viste nel Lazio. In Calabria partono gli studios regionali. Ma la carriera più bella è nata in Lombardia con il nuovo tesoriere della Lega

Che cosa manca al Molise rispetto alle altre regioni italiane? Non il mare, né i bei paesaggi rurali e neppure i piccoli ma incantevoli centri urbani. La risposta è: la film commission. Ecco quello che ci vorrebbe per rilanciare Campobasso, Isernia e dintorni secondo l’attore e regista di origini molisane Sergio Castellitto che qualche giorno fa ha proposto di creare una fondazione pubblica per l’audiovisivo nell’unica terra che ne è sprovvista e che andrà al voto il prossimo 25 giugno.

Con il Molise il mosaico degli enti destinati a promuovere la settima arte sul territorio nazionale sarebbe completo dopo che il 21 marzo il presidente dell’Abruzzo, il meloniano Marco Marsilio, ha annunciato la partenza della fc con la partecipazione della regione al capitale. In effetti, la costituzione dell’ente risale al 2017 ma la fondazione non era attiva per colpe, secondo Marsilio, delle giunte di centrosinistra. Pochi giorni dopo avere rilanciato la film commission, Marsilio ha reso ufficiale la sua ricandidatura alle elezioni del 2024.

Ventisei anni dopo la nascita della prima fc in Emilia-Romagna, oggi le commissioni sono venti, incluse quelle di Trento e di Bolzano. Per il principio della moltiplicazione degli enti pubblici esiste anche un coordinamento delle fondazioni cinematografiche italiane che ha rinnovato gli organi amministrativi lo scorso febbraio.

Ogni commissione territoriale gestisce un budget, dai lungometraggi ai videoclip, variabile di anno in anno. Il Lazio guida la classifica con un fondo destinato alle produzioni di 23 milioni di euro di cui 10 solo per le coproduzioni internazionali. Il cambio di maggioranza con la vittoria di Francesco Rocca potrebbe preludere al rinnovamento di un consiglio di amministrazione presieduto dall’avvocato Luciano Sovena, ex ad di Cinecittà Luce nominato dal democrat Nicola Zingaretti al debutto della fc nel 2014.

La direttrice generale della fondazione Roma Lazio, Cristina Priarone, è stata confermata in febbraio alla presidenza di Ifc che, nella lingua parlata a Hollywood, sta per Italian film commissions. Priarone è affiancata da Paolo Manera (dg della Torino Piemonte fc) e dal nuovo entrato Maurizio Gemma, animatore della fc Campania, una delle più attive con prodotti di grande successo come la serie Rai Mare Fuori o i gialli dell’avvocato Malinconico. Il piano cinema 2023 varato prima di Natale ha assegnato alla fc campana 3,2 milioni di euro di contributi regionali, in discesa rispetto ai 5 milioni inseriti nel preventivo 2022 e agli 11 milioni del consuntivo 2021.

Molto dinamica in questi anni, con qualche lite di troppo, è l’Apulia film commission. Dopo lo scontro fra la presidente Simonetta Dellomonaco e il suo dg Antonio Parente, risoltasi a favore di Parente con le dimissioni di Dellomonaco, il presidente Michele Emiliano ha sciolto la fondazione. Ma l’incarico di commissario, conferito al dirigente regionale Giuseppe Savino in ottobre, è stato bocciato per incompatibilità. Il 25 gennaio è arrivata la fumata bianca per la nuova presidente Anna Maria Tosto, ex procuratrice generale a Bari e madre del giovane film maker Nicola Curzio, scomparso prematuramente.

Una delle fc più attive nell’ultimo periodo è in Calabria. La produzione The good mothers, serie tv (Disney+) sostenuta con fondi regionali e dedicata alla vittima della ‘ndrangheta Lea Garofalo, ha fruttato il premio della giuria della Berlinale e la denuncia in tribunale da parte della sorella della testimone di giustizia uccisa, Marisa Garofalo, che lamenta una ricostruzione infedele.

L’impegno finanziario più pesante riguarda i nuovi studios di Lamezia Terme. Il presidente Roberto Occhiuto (Forza Italia) ha stanziato 20 milioni per realizzare il progetto dell’ex commissario straordinario Giovanni Minoli, sostituito dallo stilista Antongiulio Grande. I primi 7 sono stati assegnati a fine dicembre all’impresa locale Ferraro per realizzare il teatro di posa da 850 mq nell’area industriale non lontana dall’aeroporto internazionale.

Fra le commissioni che stentano c’è quella della Lombardia, mista fra la regione e il comune di Milano, una città che si affaccia spesso sul grande schermo senza bisogno di aiuti pubblici, come del resto fa Roma.

La fc lombarda, guidata dal tributarista Marco Allena, si è vista poco e per i motivi sbagliati. La sua attività si è di fatto bloccata con il pasticcio giudiziario del capannone di Cormano, nell’hinterland milanese, venduto alla fondazione lombarda al prezzo stellare di 800 mila euro da un trio di professionisti salviniani, i commercialisti Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri.

La vicenda di Cormano è paradossale. Di Rubba è stato appena nominato tesoriere della Lega con il via libera del consiglio federale nonostante una condanna in primo grado a cinque anni per la compravendita immobiliare. All’inizio del processo, la regione guidata dal leghista Attilio Fontana si era costituita parte civile contro Di Rubba, Manzoni e Scillieri, che ha patteggiato la condanna e 83 mila euro di danni. In teoria, il tesoriere Di Rubba potrebbe trovarsi a risarcire il presidente Fontana per un danno provocato dal commercialista Di Rubba. Leghisti contro è davvero un bel soggetto cinematografico. Magari con un finanziamento della film commission.

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