Tendenze digitali
Oggi piove? Il business milionario dietro le app del meteo (con i loro allarmismi per fare traffico)
Le previsioni del tempo in Rete hanno un giro d’affari ricchissimo: i ricavi pubblicitari crescono a gran velocità e si moltiplicano i siti che attirano visitatori anche con contenuti enfatici ed eccessivi
Anche il meteo va di fretta, di questi tempi. Si consuma a ogni ora del giorno e della notte. Corre al ritmo dei social network. Vive di frasi a effetto e concetti semplificati. Perché tutto, o quasi, passa sul web e il successo si misura in clic. E siccome il pubblico è in continuo aumento, il business delle previsioni in Rete macina ricavi e profitti a un ritmo mai conosciuto prima. In Italia il mercato è dominato da due marchi: ilmeteo.it e 3Bmeteo. Entrambi i siti crescono a gran velocità grazie alle app installate su milioni di smartphone. Poi ci sono i ricchi contratti siglati con giornali, radio, televisioni e anche con molte aziende che hanno bisogno di sapere che tempo farà per programmare la loro attività: turismo, trasporti, energia.
Qualche numero aiuta a comprendere le dimensioni del fenomeno. Il Meteo.it, fondato venti anni fa da Antonio Sanò, a tutt’oggi presidente e unico azionista, nel 2021 ha incassato poco meno di 14 milioni con utili di 6,6 milioni. L’anno scorso, per cui non sono ancora disponibili dati ufficiali, i ricavi sono diminuiti di pochi punti percentuali, ma i margini di guadagno restano altissimi. Al lordo delle tasse, la redditività sul fatturato supera il 60 per cento, per un’azienda che conta su soli 14 dipendenti a tempo pieno e si affida in gran parte a service esterni. Anche 3Bmeteo gode di ottima salute. Il sito gestito da una società con sede e uffici nella Bergamasca, a Ponte San Pietro, vanta un giro d’affari che supera gli 8 milioni mentre i profitti si aggirano intorno ai 2 milioni. Le tre “b” della ragione sociale fanno riferimento alle iniziali dei fondatori: Massimo Bettinelli, azionista di maggioranza, Sergio Brivio e Lorenzo Badellino, che ha lasciato il gruppo.
La pubblicità è di gran lunga la fonte principale di ricavi per le due aziende, che da tempo hanno conquistato le prime posizioni nella graduatoria nazionale dei siti di informazione più visitati. Il traffico sul web conosce ovviamente alti e bassi in base al periodo dell’anno. Aumenta alla vigilia dei week end, delle vacanze estive e invernali oppure dei ponti festivi come quello, recente, del 25 aprile. Nel mese di agosto, per dire, ilmeteo.it arriva a 30 milioni di visitatori (utenti unici), più di qualunque altro sito di informazione. A febbraio, ultimo dato disponibile (fonte Audiweb), siamo intorno ai 23 milioni, mentre 3Bmeteo insegue a quota 12,6 milioni.
Sin dai tempi lontanissimi dei primi meteorologi sui canali Rai, da Edmondo Bernacca a Guido Caroselli, le previsioni del tempo hanno conquistato un’audience televisiva di milioni di affezionati spettatori. Col passare degli anni il format si è evoluto fino a siti internet come ilmeteo.it che offre anche contenuti extra, in aggiunta alle consuete informazioni su temperature, piogge e perturbazioni in arrivo. Si va delle news di cronaca fino agli aggiornamenti sul traffico e la qualità dell’aria.
Di recente anche la crescente instabilità del tempo, effetto in parte dei cambiamenti climatici, ha contribuito ad alimentare un interesse nuovo, e diverso, per il meteo. «Il pubblico è diventato più esigente, la qualità delle previsioni che ci viene richiesta è molto superiore rispetto al passato», commenta Emanuele Colli, un ex manager di Google da quattro anni amministratore delegato de ilMeteo.it. «Adesso però - dice Colli - la tecnologia ci permette di elaborare un’enorme quantità di dati e di conseguenza siamo in grado di fornire informazioni di gran lunga più precise».
La domanda crescente traina anche l’offerta. E sul web si moltiplicano i siti, a volte improvvisati, che vanno a caccia di clic con l’esca del meteo. Di fatto, però, il mondo delle previsioni del tempo si divide in due. Da una parte ci sono gli enti che non hanno bisogno di pubblicità per far quadrare i conti, perché vivono di finanziamenti pubblici o di contributi privati. Tra questi, il sito più conosciuto e seguito è quello del servizio meteorologico dell’Aeronautica militare che, tra l’altro offre i suoi servizi meteo anche alle reti Rai.
L’altra metà del campo è presidiata da vere e proprie aziende che hanno trasformato le previsioni meteo in un business. Campione mondiale di questa categoria è The Weather Channell, un marchio che vale per due. C’è la pay-tv via cavo americana, controllata dal finanziere Byron Allen, che trasmette news sul tempo 24 ore su 24. E poi l’omonimo sito, una vera multinazionale del meteo seguita in ogni angolo del globo. E non può essere altrimenti, visto che le previsioni offerte da Google, quelle che viaggiano in automatico sui nostri smartphone, sono in realtà fornite proprio da The Weather Channel, che fa capo al colosso dell’informatica Ibm.
Il mercato italiano è per forza di cose molto più ristretto, come pure la torta pubblicitaria da dividere tra i vari siti. Qui la partita si gioca anche ricorrendo a un vocabolario enfatico, a titoli ammiccanti, a volte allarmisti, con l’obiettivo di moltiplicare i clic e quindi anche gli introiti pubblicitari. Insomma, il meteo come uno show, per guadagnare di più.
«Ma non è così», protesta Massimo Bettinelli di 3Bmeteo. «A differenza di altri - continua - noi abbiamo una quindicina di meteorologi certificati tra i nostri dipendenti, facciamo anche attività di divulgazione senza scopo di lucro e, soprattutto, non pubblichiamo contenuti diversi dalle previsioni meteo, tipo le news di cronaca».
Su quest’ultimo aspetto arriva la replica de ilmeteo.it. «Le notizie occupano uno spazio marginale tra i contenuti del nostro sito. Il pubblico ci sceglie perché le previsioni meteo sono accurate», afferma Colli, l’amministratore delegato dell’azienda leader di mercato. «La meteorologia è una scienza molto complicata e dobbiamo scrivere in modo semplice per farci capire da tutti», spiega il manager.
E allora fate largo «all’Italia sott’acqua», alle «sciabolate artiche», all’«anticiclone Lucifero che brucerà la Penisola». È il meteo del terzo millennio, un business che corre sul web.