Migliaia di commenti online contro il lutto nazionale, le voci contrarie nell’opposizione, le iniziative all’Altare della Patria e al Teatro Regio di Torino. Una parte del Paese fa sentire la sua voce

C’è qualcosa in comune fra il blitz di stamattina all'Altare della Patria di Roma, dov'è comparso uno striscione con la scritta: "Oggi non siamo in lutto, siamo in lotta!" a firma Transfemministe Antifà e le polemiche – soprattutto politiche - di chi assiste perplesso alla scelta di aggiungere ai funerali di Stato anche il lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi.

 

Entrambi, il collettivo transfemminista Antifà e la politica di opposizione, rappresentano l’altra parte del paese. Quella che non si adegua, che non si riconosce in «una scelta inopportuna», come l’ha chiamata Rosy Bindi, più volte ministro, vicepresidente della Camera e presidente del Pd: «I funerali di Stato sono previsti ed è giusto che ci siano ma il lutto nazionale per una persona divisiva com'è stato Berlusconi secondo me non è una scelta opportuna», ha spiegato in una intervista. Dalla sua parte i Cinque stelle: «fa sicuramente un certo effetto vedere una caserma della Guardia di Finanza con la bandiera a mezz'asta per ossequiare il ricordo di un uomo che è stato condannato per frode fiscale», sottolinea Riccardo Ricciardi, vice presidente del Movimento 5 Stelle. 

 

Con eleganza arriva anche il commento di Pier Luigi Bersani che nel 2013 ha sfidato Berlusconi alle politiche: «Con eleganza lo saluterò da lontano, c'è un sacco di gente che ci va. Lasciamo stare, è una cosa intima». Ma anche Tommaso Montanari, rettore dell'università per stranieri di Siena, annunciando che nel suo ateneo non ci saranno le bandiere a mezz'asta così come previsto - o meglio, ordinato - dal Lutto nazionale. E lo ha fatto motivando il suo gesto con parole assai poco diplomatiche: «È vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l'Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell'Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico». Sommerso dagli insulti del centrodestra che parla di "caduta di stile" e "strafottenza". Una petizione online a sua difesa ha in poche ore raggiunge oltre 70 mila firme.

 

Le polemiche dei lettori 
Le leggi e le procedure che regolano funerali di Stato e Lutto nazionale sono complesse. Certo è che la decisione spetta solo a palazzo Chigi, come confermano anche dal Quirinale che si astiene dal commentare. La decisione è stata quindi presa direttamente da Giorgia Meloni dopo una rapida consultazione con i due vice-premier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che ovviamente non hanno avuto nulla da obiettare. Con Silvio Berlusconi è la prima volta che viene deciso il lutto nazionale per un ex premier (che non è stato anche Presidente della Repubblica). Prevede le bandiere a mezz'asta sulle facciate di tutti gli edifici pubblici e due strisce di velo nero per le bandiere interne. Durante il giorno di Lutto gli esponenti del governo sono obbligati a cancellare gli impegni pubblici mentre c'è la possibilità per i negozi di decidere di tenere abbassate le serrande per tutta la giornata.

 

Poi però c’è il mondo fuori, un mondo reale che non si adegua. Per la prima di Madama Butterfly al Teatro Regio di Torino durante un minuto di silenzio per il Cavaliere, mezza sala si è alzata in piedi, metà del pubblico è rimasto seduto. Dalla platea fischi e contestazioni. «È una violazione etica di legge - si legge tra le migliaia di commenti dei lettori de L’Espresso sui social - rispetto alla quale la coscienza dei cittadini non si adegua». «Un’offesa alla memoria di Falcone e Borsellino», ci scrivono. «La Storia scriverà le pagine buie del nostro Paese e racconterà la verità. Mattarella che si dimise da Ministro quando iniziarono le leggi "ad personam" e trovo fuori luogo che oggi omaggi un personaggio che ha più ombre che luci nel suo passato»,«Una cosa indecente. Un personaggio che ha cambiato l'Italia in peggio, colluso con la criminalità, condannato e inquisito per reati vari, i più prescritti grazie alle leggi che si è fatto su misura. Posso solo dire che siamo un Paese ridicolo».