L’analisi
Portanova e lo stupro: condannato dai giudici, assolto dai tifosi. Perché il calcio è ancora una robaccia da uomini
Il garantismo come ennesima prova di ipocrisia del pallone. Solo il club femminile si ribella contro la decisione della Reggiana che lo ha ingaggiato dal Genoa. E Non una di meno si mobilita al grido di “Stupratori in campo non ne vogliamo”
Il calciomercato non solo vende e compra calciatori. Centrifuga e lava coscienze, ripulisce, smacchia, annulla, dimentica, ricicla anime sporche. Anche un calciatore, dunque, che ha sulle spalle una condanna in primo grado a sei anni per stupro.
Succede a Reggio Emilia, la squadra è la Reggiana, neo promossa in Serie B, da luglio allenata da Alessandro Nesta campione del mondo 2006, e il calciatore al centro di questa ignobile storia di violenza sulle donne, è Manolo Portanova. Centrocampista 23enne, nato a Napoli, padre e fratelli tutti calciatori, ex primavera Lazio e Juventus, e ora finito in prestito dal Genoa alla Reggiana appunto. Quando il Genoa nel gennaio 2021 lo prese dalla Juve ci investì sopra 10 milioni di euro, non certo uno scarto dunque, anzi. Un buon giocatore.
La sua condanna a 6 anni per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza 22enne finita preda di un branco di 4 amici lui compreso, in un appartamento del centro di Siena nel maggio del 2021 ora spacca inevitabilmente la tifoseria.
Gli ultras si sono schierati a favore del giocatore e del club e lo hanno accolto con uno striscione al campo di Cavolo di Toano sull’Appennino reggiano dove il gruppo è in ritiro. Mentre la squadra giocava la prima amichevole di stagione le “Teste Quadre” hanno srotolato lo striscione: “Nella vita come allo stadio…fino al terzo grado nessuno è condannato”. Sui suoi social Portanova ha pubblicato la foto dello striscione e ringraziato gli ultras.
Un’altra parte della tifoseria però non ha condivido affatto la decisione della Reggiana - presidente l’imprenditore cosentino Carmelo Salerno, direttore generale Vittorio Cattani, direttore sportivo Roberto Goretti - di ingaggiare Portanova. Molti hanno minacciato di restituire l’abbonamento, le tifose granata in particolare hanno attuato forme di protesta. Nicole Ferrarini - presidentessa del Club Granata Femminile e figlia di un ex presidente della società - ha detto alla Gazzetta di Reggio: «Le donne del mio club sono molto contrariate per questa scelta della Reggiana, ma anche molti uomini non sono d’accordo. Non possiamo nemmeno dimenticare che i giocatori hanno un ruolo pubblico e sono per molti un esempio».
“Non una di meno” il movimento femminista e transfemminista che dal 2016 si batte contro ogni forma di violenza di genere ha indetto una manifestazione sit in Piazza Prampolini nel cuore di Reggio Emilia: "Stupratori in campo non ne vogliamo”.
Per tornare a quella notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 a Siena, inutile tirare in mezzo la solita scusa del consenso, in una vicenda dove il consenso non esiste. E anzi è stato violentato a sua volta. Certamente secondo il giudice.
Per capire meglio cosa c’è nel buio di questa storia, sarà bene infatti leggere qualche passaggio delle motivazioni della sentenza firmata dal giudice del tribunale di Siena Ilaria Cornetti. La ragazza 22enne “manifestò la propria volontà di volere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con quattro ragazzi”. Lo disse “in modo ripetuto e inequivocabile”. Non certo un consenso ma anzi “un dissenso che è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto”. La ragazza fu “trattata come un oggetto” per un periodo “durato tra i 40 e i 60 minuti…, fatto di rapporti sessuali ripetuti e non consenzienti”. Ci furono “schiaffi e violenze”. Alla ragazza fu negato persino di bere dell’acqua. Portanova di fatto la consegnò al branco di amici, e lei fu costretta a rinunciare a reagire, a comportarsi come un automa. A subìre.
Gli avvocati di Portanova hanno già fatto appello che è atteso per l’autunno. Da quello che si legge in giro si rischia ancora che i ruoli si ribaltino, che la vittima debba subire altre umiliazioni processuali. Si annuncia addirittura la testimonianza di Ethan Torchio, batterista dei Maneskin, ex fidanzato della ragazza, in quanto dalla difesa è stata tirata in mezzo una chat in cui si afferma che la vittima non avrebbe disprezzato rapporti sessuali di gruppo. Insomma il solito calvario processuale per le donne vittime di reati sessuali.
Portanova nel giugno del 2021, dopo la denuncia, si fece un mese ai domiciliari. Poi affrontò la trafila giudiziaria. Si dice che l’imputato sia innocente fino a sentenza definitiva ed esecutiva certo, ma una sentenza del genere non è una semplice denuncia. E’ comunque un dato di fatto molto pesante, una verità processuale, anche se forse non ancora totalmente assoluta. Il reato è gravissimo, e va tenuto conto che “il rito abbreviato” ha comunque consentito almeno uno sconto.
Si sostiene anche che Portanova abbia comunque il diritto a esercitare il suo lavoro di calciatore professionista, ma il calcio è comunque un mestiere di grande esposizione pubblica. Non è un semplice lavoro da ufficio. I calciatori sono personaggi conosciuti, sono spesso citati a esempio, diventano simboli, bandiere, la loro vita finisce in campo.
Quando è arrivata la sentenza nel dicembre 2022, Portanova è stato messo fuori rosa dal Genoa e non ha più giocato. A gennaio si era tentato di mandarlo al Bari, i cui tifosi però si erano ribellati: “Non lo vogliamo”. E fu respinto indietro. Adesso la Reggiana, fiutando forse anche l’affare economico - il giocatore è valido e il costo proprio a causa di tutta questa vicenda assai ridotto - lo ha preso in prestito dal Genoa. Il centrocampista è ormai aggregato alla squadra e attende il via del campionato. Intanto però una grossa parte della tifoseria dissente e le donne di Reggio, fortunatamente, si indignano e si fanno sentire.
La Lega di Serie B e la Federcalcio per ora fanno finta di nulla. Da notare che il calcio spesso accetta di appoggiare campagne contro la violenza sulle donne. Calciatori, arbitri e allenatori scendono in campo con un tratto rosso in viso. Il trionfo dell’ipocrisia.
Se si tratta di soldi e calciomercato, beh allora il pelo sullo stomaco non manca. Tutti a riempirsi la bocca con i Mondiali Femminili in corso in Nuova Zelanda, la parità dei sessi e dei diritti. Ma quando mai. Il calcio è ancora, soprattutto una robaccia da uomini.